U Papa a Maegua

Santuario di Nostra Signora della Croce, la grande croce in ferro fu eretta per commemorare il passaggio su questa altura del papa Innocenzo IV il 7 ottobre 1244

L’alveo del torrente Malacqua, lungo tutto il suo tragitto finale, prima della confluenza nel fiume Teiro è completamente regimentato da robuste mura in pietra e la strada, che dalla località Cravassa del Pero, conduceva a S.Martino, passando per la località di Verne, oltrepassava più volte le anse del fiume.

Particolare dei grandi argini in pietra di fiume , del torrente Malacqua

Lasciata l’auto in una radura si prosegue a piedi.

Molto problematico, effettuare il primo guado, ma poi sono le pietre a segnalare dove è possibile, saltando, guadagnare la riva opposta.

Ho percorso questo tratto di strada, fino alla località Verne di S.Martino, con il rian omonimo, che dà il nome a questo borgo di case, verne è il nome dialettale di ontano, ma in questo ambiente è padrona la gasia, (acacia) con numerosi alberi, anche di notevoli dimensioni, alcuni di loro, non aspettano l’acqua piovana, ma si abbeverano direttamente dal Malacqua!

Molti altri, giacciono abbattuti, per qualche misteriosa causa all’interno dell’alveo del fiume.

Il bacino imbrifero del Malacqua è molto vasto e con acclivi pendii, la piena di questo fiume, raggiunge in poco tempo grandi portate, ed è particolarmente temuta, quando conferisce le sue acque nel Teiro.

E reisce da na gasia

Ho fatto anche il percorso inverso, seguendo il tortuoso percorso del rian de Verne, ma sono stato costretto, a causa della eccessiva vegetazione, a scendere e proseguire, con molta difficoltà, nell’alveo del rian de Verne.

Sconsiglio vivamente, quest’ultimo percorso, molto pericoloso!

Nella bella località di Verne, c’è un crocevia, di due antiche strade, che arrivano dai Castelletti e dal fondo valle del Malacqua, quest’ultima, segna il confine tra Varazze e Stella S.G.

Lungo le sponde del torrente, il scenario che si presenta, ad un visitatore senza fretta, solo alla ricerca di manufatti e altre opere, che testimoniano la presenza di antiche attività, che caratterizzano anche questo territorio, ha di che meravigliarsi, dell’immenso patrimonio di terra strappata al fiume e alla foresta.

Anche in questo territorio, generazioni di nostri concittadini, hanno modificato l’ambiente naturale, per trarre da questi terrazzamenti, boschi e prati, il loro sostentamento.

A perenne memoria, se saremo capaci di averne cura, siamo oggi al cospetto dei loro manufatti, frutto del loro lavoro, dell’ingegno e delle loro quotidiane fatiche.

La parte finale del Malacqua è arginata da grandi muri e sovrastanti terrazzamenti

La sponda sinistra del Malacqua, presenta ampi terrazzamenti, un tempo adibiti a coltivazioni, mentre la sponda destra sembra essere stata utilizzata per la fienagione e pascolo, ancora oggi ci sono vaste zone prative, alcune però completamente colonizzate dai rovi, dove a malapena, si intravvedono costruzioni in pietra completamente dirute.

U papa au Maegua.

Nelle cronache storiche di Varazze, è citato solo in parte, un’importante evento che per completezza, si potrebbe così verosimilmente ipotizzare.

Se noi viaggiatori nel tempo, fossimo catapultati, in questi luoghi, nel tratto finale del torrente Malacqua, il giorno 7 ottobre 1244, saremmo testimoni di uno straordinario evento storico.

Lungo la strada, che fiancheggia il Malacqua, stava per transitare il corteo di papa Innocenzo IV, proveniente dalle alture di Castagnabuona.

Il Santuario della Madonna della Croce

Su quello, che poi verrà chiamato monte Croce, c’era stato un repentino cambio di percorso, del seguito papale, dopo la visione, da questa altura, al largo di Savona, delle galee di Federico II, che muovevano in direzione del porto.

L’imperatore, era pronto a far sbarcare il suo esercito, per intercettare e far prigioniero il papa, prima che raggiungesse la terra di Francia, e impedire la prevista scomunica contro di lui “lo Stupor Mundi”.

Bisognava assolutamente cambiar percorso, trovare un’altra strada magari nascosta alla vista, nel folto di un bosco, la Francia e la città di Lione l’avrebbero comunque raggiunta da un’altra direzione, valicando le Alpi!

Monte Cornaro discesa dai Cien de Cantalù ad arrivare in Spalla d’Ursu

Gli abitanti di Castagnabuona, che erano accorsi all’arrivo del papa nella loro contrada, lo accompagnarono fino al valico dei Brasci e consigliarono di proseguire verso i Cien de Cantalù e scendere dalla mulattiera, che dal Curnò arrivava in Teiro e poi proseguiva verso u Maegua

Quel giorno, lungo la carrarecia del Malacqua, avremmo visto arrivare, le avanguardie armate del papa, in avanscoperta, accompagnate, come guida da gente del posto.

Tutti gli abitanti del circondario, erano in allarme, per il gran trambusto, presto si sarebbero schierati lungo gli argini, ad aspettare il passaggio del Santo Padre, grazie ad un veloce passaparola da una rocca ad un’altra e da una contrada all’altra e naturalmente pronti, ad offrire ogni ben di Dio alla corte papale, che quella povera gente, aveva coltivato o allevato in questa parte della nostra città.

Panorama dal Monte Cornaro

“U l’arrive u papa!” Urlavano con un passaparola gli abitanti dal Pero a Cravassa ai Posi a Saccun, au Batò, S.Luensu e Campumarsu fino alla Muntò da Cappelletta!

Ma chi era chino, a lavorar la terra o ad accudire degli animali, non poteva credere ad una notizia così stravagante .

“Cussa braggian quei abbelinè? U papa ? Ma pensa ti che cunti musse!”

Ma poi, quando iniziò ad arrivare il grosso della soldataglia papale, allora ci fu un gran fermento e tutti volevano essere presenti all’evento. Chi aveva il vestito “buono” poteva cambiar abito ed avere così garantito un posto in prima fila, ma la maggior parte erano vestiti di stracci o troppo lontani dalle loro case per poter vestir panni decenti.

Resti del pilone di una cianca sul Malacqua

Le donne arrivarono in massa, portarono con loro i bambini, anche quelli più piccoli, per avere la benedizione papale, anche quelli storpi, ammalati di mal caduto e tosse “asenina”, sperando che questo giovasse alla loro salute, magari con un miracolo propiziato dal Santo Padre.

Solo i vecchi senza forze o alettati, furono lasciati a presidiar le case e gli animali.

Resti del pilone di una cianca

Ci volle quasi tutta la giornata, prima che il papa arrivasse nella valle del Teiro, molti uomini, accorsero in aiuto della carovana papale, perché le mulattiere du Curnò, non erano carrabili e dovevano essere allargate e sedimentate all’istante.

Naturalmente questa mano d’opera, fu totalmente gratuita, come sempre è stato, nei rapporti di lavoro fra la Chiesa e la povera gente!

Era tutta una festa, lungo il Malacqua, la serata non era fredda, le persone radunate lungo le sponde del torrente, dove passa il tracciato della strada verso Verne, accesero dei fuochi, per far luce e cuocere la carne.

Arrivava il papa e l’unica degna accoglienza che poteva offrire, quella povera gente, era offrire i prodotti della propria terra, privando se stessi e i propri famigliari del cibo, che doveva essere offerto al papa e al suo già ben pasciuto seguito.

Località Verne nicciu al crocevia delle strade provenienti dai Castelletti e dal Malacqua

Il papa arrivò, con tutto lo sfarzo della sua corte, al cospetto di quel popolo di poveri contadini e braccianti, malvestiti malnutriti, ma dignitosi nella loro condizione di indigenza.

Un prete, che precedeva il corteo, intono’ alcune preghiere e la gente si inginocchiò facendo il segno della croce.

Il papa, visto la calorosa accoglienza ricevuta, per senso di gratitudine verso quella comunità, che lo stava aiutando nella sua fuga e non per ultimo, per il buon odor del cibo, sprigionato nell’aria dalla carne che stava cuocendo allo spiedo, si consigliò rapidamente con i suoi cardinali, fece predisporre gli armigeri a guardia sulle alture e decise di fermarsi per omaggiare quel popolo di devoti fedeli.

Località Verne, grande costruzione in pietra nei pressi del crocevia probabile stazione di posta

C’era ogni ben di Dio lungo il Malacqua! I signorotti del posto volevano far bella figura con il Santo Padre e avevano posto in bella vista, i prodotti dei loro poderi e tutte le cibarie, che l’umile gente del posto aveva preparato, in poco tempo in suo onore, dopo una giornata di fatica, per accogliere nel migliore dei modi il rappresentante di Cristo in terra.

La fontana del papa

Innocenzo IV accettò di buon grado le offerte di quella povera gente, analfabeta, e timorosa, che a stento conosceva, per averle ascoltate in chiesa, solo qualche parola di latino e che si stupì molto, sentendo il Santo Padre, che era Sinibaldo Fieschi nativo di Lavagna, parlare lo stesso loro linguaggio.

Un mormorio si sparse fra i convenuti e in molti pensarono a questa circostanza, come ad un potere soprannaturale che avevano i papi

Fu allestita, in poco tempo una grande tavolata, in un prò da fen, ma l’illusione di partecipare alla mensa papale, durò poco, il popolino restò in disparte a osservare e a servire quell’abbondante libagione del pontefice e di tutto il suo accompagnamento, che avanzarono altre pretese mangerecce, furono così uccisi altri animali e arrostiti, arrivò anche un mulo con dei barili di vino, che rese euforica la papale cena.

Grande basamento per un ponte sul Malacqua

Si era fatto buio e l’allegra compagnia si rimise in viaggio verso Stella, con le lanterne rifornite di buon olio.

Ci fu una piccola predica in latino, che nessuno riuscì a capire, ma si intuivano comunque le minacce delle pene dell’inferno, rivolte a quei poveri cristi del Maegua che chissà che cosa potevano aver fatto di male nella loro miserevole vita!

I signorotti locali, invece gradirono le minacce degli inferi, pronunciate da Sua Santità, verso quei poveretti, questo era un buon viatico, per mantenere a bada quel popolo di straccioni, sempre pronto a mugugnare e ad avanzar pretese!

E fecero recapitare al tesoriere del papa una cospicua somma di denaro.

Cappella di S.Pietro in località Teglia

Seguì una veloce benedizione papale, ma chi voleva avvicinarsi alla santa persona, fu violentemente respinto e percosso dalle guardie.

Il corteo doveva raggiungere la località di Stella, dove era previsto il pernottamento, durante il tragitto ci fu una sosta per saziare la sete del papa.

Il nome Maegua è riferito proprio al papa, che avendo sete, si lamentava dicendo “ma nu ghe mai egua in te stu postu?”, trovata una sorgente ai lati della strada, il santo Padre si dissetò.

Da quel dì, quella sorgiva divenne la fontana del papa, di Malacqua.

Era previsto che dopo la sosta notturna, Innocenzo IV, doveva riprendere il viaggio verso Mondovì, per raggiungere poi la terra francese, il corteo papale fu costretto a fermarsi, per due settimane nel Castello di Stella, perché il papa e alcuni dei suoi fedeli sudditi, furono colpiti da un forte disturbo intestinale, forse qualche cosa indigesta, contenuta nel cibo di quella papale cena o del veleno, messo in qualche pietanza da qualche anticristo, che si era infiltrato tra quei devoti e pii fedeli ? O fu forse una vendetta di concerto perpetrata, da quegli straccioni, verso l’illustrissima persona del papa ?

Chi aveva osato tanto? La stessa domanda che fecero i francesi, quando qualche secolo dopo, nel 1800, alcuni soldati di Napoleone, in una pausa, durante gli scontri armati con gli austriaci, in questa zona, morirono, fra atroci dolori, dopo un pranzo confezionato con degli spiedini….infilzati con rametti di oleandro.

Questo verosimile racconto storico, finisce qui, non si è mai saputo con certezza, la strada che fece il corteo papale, per sfuggire dalle ire di Federico II, alcuni riferiscono come più probabile la direttrice da Monte Croce verso i Brasci, Rocca Guardioa e Briccu de Furche, comunque poi tutti concordano con il fatto, documentato, del papa bloccato per due settimane nell’abitato di Stella, a causa di non specificati problemi di salute.

Il papa raggiunta Lione convocò il Concilio e il 17 luglio 1245 confermò la scomunica a Federico II lo Stupor Mundi.

Gli abitanti di Castagnabuona eressero una croce in ferro per commemorare quell’evento e un’anno dopo nel 1245 costruirono una cappella dedicata alla Madonna della Croce che fu subito meta di pellegrinaggi.

Una targa presso la Cappella di S.Pietro in località Teglia commemora il passaggio del papa

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