E Cartee de Me

Mele Oratorio di S.Antonio Abate opera del Maragliano

Bella escursione “Andar per cartiere a Mele” organizzata il 26 settembre 2020 dalla Pro Loco e dall’associazione InGe

Mele torrente Acquasanta

Interessante e coinvolgente il percorso escursionistico, lungo il torrente Gorsexio ( forma dialettale di gorgheggio).

Un grazie particolare, alle nostre guide Teresa e Cinzia, che prima della visita, ci introducono nel mondo della carta.

La produzione della carta a Mele e in un territorio limitato tra Varazze e Sestri Ponente, fu a partire dal 1500 una fiorente attività, con moltissime cartiere, edificate in prossimità dei numerosi torrenti, che discendono con forti pendenze, i rilievi dell’appenino e da dove le cartiere, traevano la forza motrice e l’acqua per il processo produttivo.

A Mele erano portati da Voltri ” u paise di strasse’ ” i pezzami di stoffa di lino, rimasugli di vele, lenzuola e abbigliamento in disuso, stoccati all’ingrosso nei magazzini della città di mare, dove era effettuata una prima suddivisione.

Negli edifici delle cartiere il pian terreno, era adibito alla cernita e al taglio, in questa operazione erano impiegati, i bambini e le donne.

Un cartello didattico, indica la necessità della presenza del vento nel processo produttivo, per l’importante operazione di asciugatura dei fogli di carta, effettuati nella parte alta delle cartiere, in ampi locali, dotati di serrande in legno, per dosare al punto giusto l’entità di asciugatura, ma anche per non esporre la carta alla luce diretta del sole, facendola ingiallite.

Torre di essicazione

Molto faticoso e pericoloso il lavoro del cartaio, specie con le nuove tecniche industriali dell’800 dove la produzione era h.24.

A questo scopo, erano ricavati degli amezzati, all’interno dell’edificio della cartiera, dove abitavano gli operai con le loro famiglie, in modo da essere pronti ad intervenire in caso di necessità, in ogni ora anche di notte.

Il lavoro in una fabbrica, crea sempre una sistema di socialità, solidarietà, garantisce, piena occupazione, buoni stipendi e sviluppo del terziario.

Questa forza lavoro, coesa all’interno e fuori dalla fabbrica, si organizzava, nel dopolavoro, con la creazione di confraternite e delle prime Società di Mutuo Soccorso.

Prima di iniziare il percorso, una breve visita ai trogoli, dove una diramazione dei beudi, forniva acqua pubblica per fare il bucato.

I Troggi

La passione anima le nostre due guide, nel descrivere questi aspetti storici, chiamato da loro stesse, “Orgoglio di Mele” e fanno riferimento, varie volte, al Museo della Carta sito all’Acquasanta, dove hanno collaborato, perché l’attività della produzione della carta, sia ben esposta, con cenni storici, attrezzi, foto e la possibilità di effettuare prove di fabbricazione della carta all’interno del museo.

Il percorso inizia, dalla località Fondocrosa, all’inizio di Mele, subito un bell’esempio di riutilizzo di un’ex cartiera, che pur mantenendo la tipologia originale, al suo interno, sono stati creati appartamenti e box per auto.

Riutilizzo di un’ex cartiera

La strada in salita ci porta a vedere altri edifici di cartiere, tre banchetti lungo il percorso offrono acqua e un piccolo ristoro con caffè e ovviamente… le mele!

Mele Oratorio

Si sale una crosa, per raggiungere la parte alta del bel borgo di Mele, qui è possibile visitare l’oratorio con i suoi stucchi da poco restaurati, il bellissimo gruppo statuario ligneo del Maragliano, sopra una cassa processionale e “un cante’ ” di ottima fattura con al centro la riproduzione di una cartiera.

Mele Gruppo ligneo del Maragliano

Si percorre, un tratto della statale del Turchino, per evitare la frana che blocca un sentiero di fondovalle, per andare a vedere un’ultimo gruppo di cartiere, con in bella vista una ruota di mulino.

Una lapide ricorda un partigiano caduto, in altre lapidi posti a lato del palazzo comunale, sovrastato da una rarissima torre civica, sono ricordati i caduti delle guerre mondiali.

Torrente Gorsexio ( forma dialettale di gorgheggio).

Si ritorna tramite una crosa molto ripida, al punto di partenza, di quella che è stata un’ottima iniziativa, proposta dalla Pro Loco di Mele, per valorizzare la storia del suo territorio, dedita alla produzione di un manufatto di pregio un vanto ieri e oggi della laboriosità e dell’ingegno della gente che abitava questa località, ma anche tutto l’entroterra Ligure è degno di essere conosciuto e valorizzato per il lavoro di tante generazioni!

Non posso fare a meno, di fare un paragone con la mia città, Varazze, dove le cartiere e non solo, erano parte importante dell’economia, in un recente passato. Oggi di un patrimonio storico e delle attività che erano fiorenti nel lungo Teiro, restano ancora per poco alcuni edifici e gli ingegnosi beu, ma ridotti a ben poca cosa e da tutti dimenticati.

Un Gumbu

Resta il rammarico di una comunità incapace di preservare le testimonianze di un passato industrioso specie Sciu da Teiro dove erano molte le attività dei paperai, muina`e banche`

Il ricordo, della laboriosità dei nostri concittadini è stata memorizzata nel bel libro di Lorenzo Arecco “Gli opifici ad acqua nella valle del Teiro” che descrive con dovizia di notizie cenni storici e foto, gli opifici della valle Teiro.

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