
La mia bicicletta, un ferrovecchio, acquistata molti anni fa da u “Furmine” compianto amico di tante chiacchierate sul ponte nei pressi della sua abitazione, dau Palassu da Fabrica.
Conosceva bene questa zona della città, u Sciu da Teiru, quante cose mi ha raccontato e quante ancora erano da scoprire, cose perse per sempre, per la sua prematura morte.
Mi chiamava per cognome quando mi vedeva passare, e a volte lo aiutavo a far qualche lavoretto.
Stavo bene insieme a lui era sempre affaccendato a far qualcosa, si scherzava, poi ci salutavano e lui mi ringraziava di averlo chiamato con il suo nomignolo.
Furmine è sempre stato una voce libera critica contro l’arroganza del potere.

Era aggiornato sugli accadimenti quotidiani e chissà che cosa avrebbe detto oggi di tutto quello che succede, avrebbe iniziato con il dire ” Martini cussa te ne pensi de….”Ciao Furmine.
