Na Centrale au Muinettu

A ciusa de Bombuggio

Nel 1962 fu istituita l’ENEL, che sarà fino agli anni 2000, l’unico gestore della produzione, trasmissione e distribuzione dell’Energia Elettrica in Italia-

In quella data, la quasi totalità delle centrali e reti elettriche che fino ad allora erano private, furono nazionalizzate.

L’obiettivo era di fornire l’energia elettrica a costi calmierati e controllati dallo stato, come vettore per l’industrializzazione dell’Italia.

A Ciusa de Bombuggio insabbiato visto dal Rian dell’Equabunna

A questo scopo si progettarono nuovi impianti o si potenziarono quelli già esistenti.

L’ENEL a metà degli anni “60 incaricò una società, la Cogoleto S.p.A. per effettuare uno studio preliminare, ma accurato, allo scopo di potenziare una centrale idroelettrica già esistente, denominata “Nuova Centrale Mulinetta” alimentata da una derivazione di acqua pubblica dal torrente Arrestra in sponda sinistra presso la località diga di Bombuggio, più conosciuta come “a ciusa dell’Arrestra”.

A Ciusa de Bombuggio insabbiato visto da u Rian de S.Anna

Lo sbarramento posto a 130 m di altezza slm. costruito alla confluenza dei rii S. Anna e Acquabona è ancora visibile oggi, ma completamente interrato, colmo di inerti trasportati negli anni dalle piene dei due corsi d’acqua.

Da questa confluenza, inizia il torrente Arrestra, l’acqua prelevata da questa diga, era convogliata in una condotta, in galleria, con un diametro di un metro, poi si dipartiva in due diramazioni.

La Centrale Idroelettrica della Mulinetta

Tramite una tubazione, l’acqua arrivava in località Prato Zanino, per le utenze dell’Istituto di Igiene Mentale.

Con un tubo di ghisa del diametro ridotto a 550 mm. la condotta forzata proseguiva in caduta verso la località Mulinetto, dove alimentava due turbine in tandem.

Proseguiva interrata e poi all’aperto in un beu, addossato alla collina a lato di via Mulinetto in sponda sinistra dell’Arrestra.

Il canale forniva l’energia idraulica, ad un frantoio per ghiaia, l’acqua era poi utilizzata dalla Gamma, che produceva contenitori in banda stagnata e dalla Stoppani Vernici che produceva la biacca un pigmento bianco per pitture.

Tramite una condotta sotterranea, l’acqua oltrepassava la strada statale e la ferrovia , per arrivare ad un serbatoio di accumulo, in località Arrestra alla foce del fiume.

U Muinettu anni 70

Lo studio della Cogoleto S.p.A. era preliminare anche e soprattutto, per verificare la fattibilità di una Centrale Termoelettrica in località Mulinetto e altri impianti ausiliari di servizio per la produzione di energia elettrica alla foce dell’Arrestra.

A questo scopo furono effettuati diversi studi, geologici e per quanto riguarda il giro delle correnti marine, la profondità e la temperatura media del mare, furono studiati i venti prevalenti e la distanza dagli insediamenti abitativi

Diversi erano i fattori a favore di una Centrale Termoelettrica al Mulinetto, la vicinanza della via Aurelia e della linea ferroviaria che poteva essere utilizzata, tramite una derivazione per la movimentazioni di materiali e materie prime.

Determinante anche la presenza di un corso d’acqua, dove scaricare le acque di raffreddamento provenienti dai condensatori della centrale.

L’impianto idroelettrico precedentemente descritto poteva essere utilizzato come ausiliario della Centrale Termoelettrica e l’acqua dell’invaso di Bombuggio, utilizzata nelle caldaie per la produzione di vapore.

U Muinettu visto dalla foce dell’Arrestra

Alla foce dell’Arrestra doveva essere costruito anche un pontile, per le opere di presa acqua mare, e per l’approvvigionamento tramite navi cisterne del combustibile.

La perdita di un tratto di arenile sarebbe stata ricompensata con qualche opera pubblica per la cittadinanza (alcune testimonianze parlavano anche della possibilità della costruzione di un porticciolo turistico per la città).

Non meno importante era la presenza di altre industrie nel territorio di Cogoleto e in particolare della Stoppani, posizionata a specchio lungo il corso del Lerone, dall’altra parte della citta , la preesistente industrializzazione della città non avrebbe creato problemi di intolleranza da parte della cittadinanza già abituata alla presenza di industrie sul suo territorio.

Centrale Termoelettrica Vado Ligure

Questo progetto fu accantonato a favore del sito di Vado Ligure/Quiliano dove si decise di effettuare una gigantesca movimentazione di terra per sbancare alcuni rilievi e poter installare quattro gruppi di termo generazione con una potenza totale di 1300 MW.

Nell’area del Mulinetto/Arrestra visto il limitato spazio disponibile si potevano installare delle unità con una potenza minore rispetto a quelle del sito di Vado Ligure.

Alla bocciatura del progetto di una Centrale al Mulinetto, avranno influito anche, altre strategie industriali, forse già si pensava alla diversificazione delle fonti energetiche e all’utilizzo del carbone e la Fornicoke di Vado presente con la sua cokeria, avrebbe poi fornito negli anni 80 il combustibile e il gas alla Centrale Termoelettrica di Vado Ligure.

La cava, che serviva il primordiale frantoio divenne una grande cava di estrazione inerti.

Ora dismessa per raggiunti limiti di sfruttamento ospita il deposito delle terre di rifiuto della Stoppani.

Un’altra cava era in sponda destra dell’Arrestra nel territorio del Comune di Varazze.

Torrente Arestra anni 70

Bella la foto con il primordiale ambiente lacustre, una casa colonica e le onnipresenti “fasce”

Le foto in b/n e la documentazione che ho allegato, anche se in cattivo stato di conservazione, furono da me “salvati” prima di essere smaltiti durante un “repulisti” di un’archivio ENEL.

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