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Un percorso ad anello, da effettuare in auto, è quello che arriva al Santuario della Croce di Castagnabuona e poi tramite via alla Croce raggiunge la località Natta di Celle.

Il monte Croce è uno dei punti più belli e panoramici di Varazze, ma è anche il luogo dove avvennero i due fatti storici più importanti della nostra citta, il transito di papa Innocenzo IV in fuga da Federico II e la Battaglia di Monte Croce tra i francesi del generale Massena e gli austo-ungarici.
La storia del Santuario di Nostra Signora della Croce di Castagnabuona, è tratta dal sito web “La Confraternita di Castagnabuona”, questo luogo di devozione nel 1244 ha visto passare un papa, Innocenzo IV nella sua fuga dall’Imperatore Federico II.
Il pontefice dalla sommità del monte vide le galee di Federico II entrare nel porto di Savona giunte per catturarlo e riuscì a mettersi in salvo.
Il papa proseguì poi per Stella San Martino percorrendo la strada che risaliva il torrente Malacqua.

Per ricordare questo importante avvenimento, lo stesso anno gli abitanti di Castagnabuona, costruirono un pilone con una croce che diede il nome alla collina: Monte Croce
Nel 1657 la peste colpì Castagnabuona provocando molte vittime.
In quel periodo una pietosa donna di casa Accinelli della borgata di “Tessarole” si recava ogni sabato alla cappella della Madonna, per rifornire la lampada che ardeva davanti all’immagine portando con sé la chiave della porta, della quale non vi era copia.
Da un sabato all’altro, trovava la lampada sempre accesa e con olio sufficiente, come se vi fosse stato aggiunto da poco.
A ricordo di questo fatto, i massari posero una lapide ora scomparsa.

Nel 1745 davanti alla piccola cappella, fu costruito un porticato per il riparo dei viandanti e dei pellegrini e due finestre.
Nel 1790, nel punto dove la tradizione vuole che l’unico albero di ulivo della zona sia scampato al terribile gelo del 1709, iniziarono i lavori per la costruzione del santuario.
Gli abitanti della frazione diedero anima e corpo per i lavori.

Anche la colonia di pescatori varazzini di Gibilterra, venuta a conoscenza dell’iniziativa, inviò offerte con le quali fu acquistato il meraviglioso altare in marmo ancora oggi visibile, con relative balaustre e cancelli.
Nel 1799 i lavori terminarono e il 18 ottobre la nuova chiesa fu benedetta.
La zona fu teatro di scontri tra le truppe austriache e quelle francesi guidate dal generale Andrea Massena nell’aprile del 1800. (Questo episodio fece la fortuna di un cercatore di tesori qualche anno fa con il ritrovamento in zona di alcune monete d’oro, d’epoca napoleonica), …..continua sulla pagina web “La Confraternita di Castagnabuona”.

Oggi l’intero complesso religioso, avrebbe necessità di interventi di restauro, consolidamento e di messa in sicurezza, nelle foto sono evidenziati alcuni sostegni per l’architrave dell’antica cappella del 1244.
https://fondoambiente.it/luoghi/santuario-di-nostra-signora-della-croce-castagnabuona?ldc
Il complesso del Santuario di Nostra Madonna della Croce è stato proposto dal FAI come luogo del cuore, ma ad oggi è stato poco votato, scarso l’interesse della cittadinanza, per la salvaguardia di questo patrimonio di storia e di lavoro dei nostri “vecchi. Forse l’iniziativa è stata poco pubblicizzata o il Santuario è troppo decentrato, non offre la visibilità che offrono altri monumenti o Chiese, aggiornato al 2020, solo 22 voti, compreso il mio, che valgono a questo posto del cuore il 855° posto!
Dalle foto si evidenziano le diverse tipologie costruttive dalla primordiale cappella in stile rurale, alla chiesa in stile neoclassico, con il campanile in stile romanico molto simile au campanin di S.Ambrogio, bella la canonica con il suo stile lineare.

Dal porticato, si puo’ osservare l’interno dell’antica cappella, dove si intravede il bel altare in marmo con colonne e in alto appesi alla capriata, gli ex voto, bastoni di sostegno, grucce, un casco e quella bici reduce da un terribile impatto, chissà se c’è chi oggi, ricorda la storia delle persone, che hanno portato qui in questo luogo sacro, per grazia ricevuta, questi oggetti, testimoni di scampati pericoli o di qualche miracolosa guarigione.

Lascio il Santuario e imbocco la strada, via alla Croce sterrata, ma con un bel fondo in ghiaia, in direzione della Natta, al bivio di colle Gangi, siamo nel territorio del comune di Celle, si prende la strada in discesa a sinistra, si raggiunge bric Oliveto, tramite un panoramico tracciato e poi la ripida discesa del monte Tabor, chiamata non a caso via Spunciun!

Alla Natta due sono le attrazioni vegetali, in primis nel grande parcheggio dello stadio, l’enorme pino marittimo senza rivali in zona, come maestosità e altezza e poi ci sono le rarissime querce da sughero che danno il nome a questa località.



Un tempo la raccolta del sughero era una bella fonte di reddito per il nostro territorio, peccato per la recinzione che include l’esemplare piu vecchio.

E’ stagione di funghi e sembra sia anche il momento giusto per i sanguin, già che sono qua alla Natta faccio un giro.

Ma dopo una ventina di metri nella boscaglia, qualcosa attira la mia attenzione, sono al cospetto di una barriera di rami, che sembrano celare qualcosa e infatti aggirando questa schermatura, mi ritrovo in una specie di “accampamento” da tempo abbandonato.

Dove è stato introdotto un tavolo in legno con sedie, probabilmente prelevato dalla vicina area pic nic, molti rifiuti di generi alimentari una sedia, sacchetti di nylon antipioggia e probabili giacigli.

Questa radura dalle dimensioni ragguardevoli è capace di ospitare molte persone.
Azzardo un’ipotesi probabilmente questo è stato un punto di sosta dei tanti disperati che transitano nel nostro paese, silenti sopra le nostre autostrade, stipati nascosti a volte asfissiati negli autotreni.
Per raggiungere altre mete, non il nostro Bel Paese che oramai anche a loro non offre più nessuna occasione di lavoro.
Erano dei giovani uomini in forza quelli che hanno trasportato il grosso tavolo e poi costruito questa barriera per non essere visti, una forza lavoro che sarà sfruttata, malpagata da qualcuno in questa nostra Europa, degli egoismi e dei nazionalismi, forse hanno aspettato per giorni un altro vettore che arrivasse dalla vicina autostrada per proseguire il viaggio.
Chissà quante cose avrà visto, quel grande albero nella sua vita…..Questo succede oggi nel nostro paese, dalla pace e solitudine di un colle dove la storia è un passato lontano, al presente doloroso dei giorni nostri, con la disperazione di esseri umani nascosti in un bosco pronti per esserre stipati in uno dei tanti viaggi della speranza.
