
I Laghetti du Pei, anche detti de Campolungu, dal nome della località che li sovrasta.
Dau Pei, cun a macchina se passa Ca-dana, u lagu Bagnò e u s’arrive dai Cadelli a questo punto si lascia l’asfalto e si prosegue, per la strada sterrata, che inizia a metà della curva.
Il percorso è carrabile, finchè si arriva a delle abitazioni, poi diventa un sentiero invaso dai rovi e non manca na sbiggia, una frana, a complicare il tragitto.
Questo era l’itinerario classico, che facevamo noi zuenotti, molti anni fa pe andò ai Laghetti.
Oggi, visto lo stato di impraticabilità di questo sentiero è da preferire il tragitto, che diparte da via Campolungo e scende in sponda destra del Teiro.
Comunque sia, le suggestioni che regala questa zona del Sciu da Teiru, sono impagabili e valgono ben qualche graffio da rovo!
Si continua il sentiero, finchè si raggiunge la stessa quota dell’alveo del Teiro, il punto di convergenza, è segnalato da un’ampia radura, con un gigantesco monolito solitario.

Arrivati sulle sponde del fiume, si è al cospetto del gigantesco lavorio perpetrato dall’acqua, che in milioni di anni ha scavato, levigato e contorto, questo gigantesco affioramento di roccia serpentinoscisto.

La zona più blasonata, è chiamata dau Lagu Riundu o da Pria da Testa, come si evince da quel masso, dove forse volutamente, sono stati scolpiti occhi naso e bocca.
Lungo questo tratto del sciu da Teiru ci sono altri due laghi u Lagu Neigru e u Lagu Scu, anche quelli, penso, difficili da raggiungere a causa della vegetazione.

Enormi rocce solitarie, erranti… boulder per appassionati di free climbing, che arrampicano in questa zona, da loro denominata Potala, dal nome di una delle meraviglie architettoniche dell’oriente, l’ex dimora del Dalai Lama, che si erge sopra un’altura a Lasha, citta santa del Tibet

Il sito free climbing di Potala è stato reso famoso da Marco Bagnasco, Roberto Armando e i coniugi Core/Marchisio, che scoprirono la maggior parte dei boulder, divulgati in rete e divenuti famosi.
Potala è frequentata da migliaia di climber ogni anno, quasi tutte le rocce, scalate da questi appassionati, sono nel versante che scende da Campolungo.
https://www.infoboulder.com/varazze.php?mod=news&inizio=60
In questo link alcune informazioni di Boulder Varazze.

Mitologici/fiabeschi i nomi delle varie zone di Potala: Andro dei druidi:Druidi (basso): Piccola area: Dimora degli elfi: Terra di mezzo: River block:
Impressionante il numero di boulder censiti con proprio nome e grado di difficoltà ben 91 !
Ho visitato Potala e si capisce il perchè sono stati scelti quei nomi.
L’ambiente è da fantascienza!

L’acclive versante di Campolungo è cosparso di enormi massi di ogni forma, rotolati a seguito di qualche cataclisma chissà quando, alcuni finiti nell’alveo del Teiro.

Diversi sono gli anfratti, che forse celano altri ripari sotto roccia, occasionali rifugi in caso di maltempo o per tribù erranti, del neolitico.

Un paio di pietre fitte delimitavano qualche recinto o confine.

In una radura una grande stele abbattuta, era forse un menhir? Eretto in onore di qualche capo tribù o per ringraziare qualche divinità?

Erano tre i climber che oggi si esercitavano su queste rocce, tutti dotati di crashpad, il materassino paracadute, scarponcini da boulder e l’immancabile magnesite.

Ritorno al Teiro e mi soffermo a fotografare le bellissime rocce stratificate, erose dall’incessabile lavorio dell’acqua in prossimità dello scivolo che è l’attrazione principale dei Laghetti.

Risalgo il torrente, dove in un’ansa di un ristagno d’acqua, si sente distintamente, il rumore cupo, di qualche sifone d’acqua, che testimonia la presenza, in questo enorme affioramento roccioso, di qualche cavità sotterranea scavata dall’acqua .
Mi soffermo a guardare l’imbuto d’acqua che fuoriesce dau Lagu Riundu quella è la misura di portata del Teiro, esigua per questo stagione, stranamente, ma fortunatamente con scarse precipitazioni

Sulla via del ritorno, cerco altre testimonianze di antropizzazione, in questa zona ampi terrazzamenti coltivati erano irrigati dall’acqua del Teiro, alcune piante di alloro, nocciole e fichi tramandano l’antica destinazione d’uso di questi luoghi, onnipresenti i ruvei e le brughe e una rarità, alcuni cespugli di Carex .
Un’altra zona della nostra città da valorizzare, ben conosciuta dagli appassionati dei boulder e dai giovani che arrivano nella bella stagione per un bagno e i scivuli in tu Lagu Riundu.
Ma attenzione sono da evitare i tuffi e mai avventurarsi da soli lungo il corso di questo e di altri torrenti.
Ai Laghetti du Pei, ci sono stati diversi incidenti, purtroppo anche molto gravi.
Percorro a ritroso quel sentiero che feci molte volte in compagnia di amici, con il mio cinquantino, molti, troppi anni fa.
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