
Superato l’abitato di Casanova, dopo circa 1km, si prende a destra verso la Ramognina, per via Canavelle, dopo qualche decina di metri, sempre a destra nascosta da un folto bosco, c’e la Rocca du Magian, il toponimo potrebbe essere nato dall’unione di Ma, malo, cattivo e Cian, piano, pianura.
In bella evidenza in questa curva l’edicola votiva I Trei Nicci,
Perchè questo insolito luogo di preghiera?
La costruzione e poi l’ampliamento della strada, che porta alla discarica, ha cancellato ogni traccia delle antiche vie di comunicazione.
In antichità, in questo punto si congiungevano, tre strade, la via Emilia Scauri, che scendeva da Leicanà- Prie de Lima-Briccu da Furca, la strada che saliva da Casanova-S.Bastian, proseguiva poi per la Torrazza, Peana e arrivava alla Rocca du Magian., l’unione di queste carrarrecie, proseguiva, con un unica strada, pe a Berlanda- il Rian dell’Olmu-e Campumarsu.
Oggi, presso la Rocca du Magian, in bella vista, vi è una grande edicola votiva, unica nel suo genere, dove in tre delle quattro nicchie, presenti, sulla facciata, rivolta verso la strada sterrata, che proviene da Casanova, ci sono tre statuette, due con l’effige della Madonna e una con quella del Bambin di Praga, una quarta nicchia è dedicata ai fiori.



Quasi sempre, nicchie ed edicole votive si trovano al culmine di una mulattiera o presso un crocevia, per un momento di pausa, dalle fatiche, con la scusa o con la convinzione, di rendere omaggio ad una Madonetta all’interno di un niccio.

…..ma i tre nicci, del titolo di questo post, non sono quelli della bella edicola votiva, colorati e ben curati, dall’ultimo restauro, effettuato come sta scritto sopra una targa, nel 1988.
Cambiano i tempi…. e anche le cose dette fra amici al bar, da zueni se parlova de ballun, donne e muturi,……aua cun un toccu de figassa e un caffè, se parla de nicci e de madunette!

E cosi, conversando al bar con Maurizio Caligiani, ho scoperto che i tre nicci, non sono quelli dell’edicola votiva, ma tre cavità scavate nella roccia dirimpettaia.

Quasi nascosti dalla vegetazione, queste tre incavi si intravvedono a malapena. Ma perché sono state scavate queste tre nicchie?

Avevo interpellato il compianto Mario Damele, lui grande conoscitore del mandamento di Casanova, che mi aveva confermato quello avevo saputo qualche tempo fa.
In antichità, questa zona, era conosciuta come “U l’è un postu duvve u se sente” questa frase, sta ad indicare che proprio in questo punto, per chi crede negli spiriti e nelle presenze extrasensoriali, si poteva entrare in comunicazione con l’aldilà.
Le persone dotate di particolari sensibilità “sentivano” la presenza di entità, non più materializzate con il corpo, ma con lo spirito.
Chi evocato, rivelava la sua “presenza” era molto spesso, un famigliare, o una persona conosciuta, che aveva svolto un ruolo importante nella comunità.
Nonni, genitori e parenti, a cui chiedere, anche dopo la loro dipartita, consigli o condividere qualcosa di importante, come la nascita di un figlio, portato fin quassù e adagiato in una delle nicchie, come a voler creare un contatto fisico tra il neonato e la madre terra, dove stava lo spirito della persona defunta.
Non c’è da stupirsi, se esistevano queste credenze, il legame famigliare era molto forte nel nostro entroterra, spesso ad ogni nuovo arrivo o a seguito di un matrimonio, si aggiungeva un locale in più, alla casa patriarcale, dove potevano essere presenti, anche tre generazioni, sotto lo stesso tetto.
Le persone anziane, erano molto rispettate, ed erano evocate dopo la loro dipartita, in questo modo si perpetrava nel tempo, il legame generazionale tra anziani e giovani.
Si cercava di lenire in questo modo, il dolore per la perdita di una persona, con cui si era condiviso un’abitazione e un pezzo di pane.
Insieme al cibo, si divideva anche la fatica quotidiana, gli stenti a seguito di un cattivo raccolto, freddo, vento, estati torride, guerre e soprusi.
L’anziano accudiva gli ultimi arrivati, ed era appagato dall’affetto che riceveva.
Vite consacrate alla propria terra, da quel giorno, in quel niccio.
Poi la storia si ripete, sempre uguale nel nostro entroterra, un luogo di devozione verso i defunti, le persone care, che hanno lasciato questo mondo terreno, perpetrato tramandato da generazioni, è stato trasfigurato dai simboli cristiani.
Nei tre nicci, avranno trovato posto statuette di Santi, della Madonna con dei dei lumini, traslati poi, nella grande edicola votiva da Rocca de Magian.
