U Giu du Briollu

Passato l’abitato del Pero, prima di arrivare in località Verne, “u giu du Briollo” era lo spauracchio, per chi, come la mia famiglia andava in direzione del Sassello.

Era la curva più famosa di Varazze, fino ai primi anni 70, quando la discarica della città, che qui operava, fu chiusa e interrata.

Ricordi di bambino quando mio papà avvisava di chiudere i finestrini, perché stavamo per arrivare “au giu du Briollo”!

Qui sotto alla spazzatura, scaricata dai “camion da rumenta” ardeva un fuoco perenne, con il suo fumo, reso pesante dalla mancanza di comburente, che ammorbava le zone circostanti e comunque entrava lo stesso in auto, nonostante le precauzioni prese e così fatte alcune curve, era necessario aprire i finestrini per arieggiare l’abitacolo.

Era un fumo denso a volte giallognolo e nelle giornate di maccaia, non saliva in alto, si fermava ad altezza d’uomo e questo rendeva spettrale percorrere quel tratto di strada, specie con il buio e le luci dell’auto.

Fu scelto questo sito di stoccaggio dei rifiuti urbani di Varazze, in corrispondenza della curva del Briollo, perché a lato del rian che scende “dau Cian da Giescia”era presente un profondo avvallamento che sarà poi riempito di rifiuti ,

Questa discarica in prossimità della statale del Giovo, era funzionale alla nostra città negli anni 50/60 quando ancora non esisteva la società dei consumi e la quantità di rumenta era a misura d’uomo.

I camion avevano uno spiazzo per far manovra e dopo aver scaricato l’immondizia, una ruspa cingolata provvedeva alla movimentazione del cumulo di rifiuti.

Una piccola costruzione in laterizi, in posizione sopraelevata, svolgeva la funzione di controllo/ufficio e di riparo per gli addetti alla discarica.

I rifiuti non erano differenziati e non esistevano regole o divieti e tutto poteva essere qui scaricato, ma nonostante l’esistenza di questa discarica pubblica di libero accesso,era molto più semplice e pratico scaricare i propri rifiuti ingombranti o derivanti dalla propria attività lavorativa, direttamente nel Teiro.

Innumerevoli erano le discariche improvvisate lungo il fiume, tanto poi con le piene autunnali tutto era smaltito in mare!

Quando la buca fu riempita, la discarica fu “messa in sicurezza” ricoperta di terra e chissà quanti veleni oggi al bando sono ancora lì interrati.

Le foto illustrano lo stato attuale dell’ex discarica, come si può vedere, gli sversamenti di rumenta sono proseguiti, anche a discarica chiusa, ci sono grandi quantità della solita onnipresente plastica, tante bottiglie di vetro pneumatici rottami in ferro che completano questo habitat.

L’unica nota positiva, è quella relativa alla datazione di questi abbandoni di rifiuti, che risalgono a qualche anno fa, oggi sembrano cessati, o avranno trovato altre vie, chissà dove.

La natura nel suo incessante moto di riposesso di ciò che gli era stato tolto sta lentamente fagocitando tutte le nostre risulte di attività umana

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