Emilio Vecchia

Medaglia d’argento al valore militare, Emilio Vecchia è nato il 12 dicembre 1924 a Castelleone (CR), fu fucilato il 24 novembre 1944 nel greto del torrente Teiro nelle Tascee, difronte alla località S.Anna .

In suo onore, fu intitolata la brigata autonoma “ Emilio Vecchia ”, una delle cinque brigate costituenti la Divisione Garibaldi Mingo.

Lo ricordano una via nel comune di Varazze, una lapide lungo la strada, soprastante il luogo dell’esecuzione, ed un’altra a Milano, in piazza Villapizzone.

L’Italia, nelle guerre mondiali, aveva un’esercito, dove erano costretti ad arruolarsi, perlopiù contadini e boscaioli, perchè di buon comando e già avvezzi ad una vita tribolata.

Anche Emilio, era di famiglia contadina e per sottrarsi alla chiamata alle armi, si rifugiò a Milano.

Fu catturato, durante una retata alla ricerca dei renitenti di leva e costretto ad arruolarsi nella X Mas. Destinato in Liguria dove era stato attuato un poderoso sistema difensivo nell’illusione di ostacolare un’eventuale sbarco degli alleati .

Mario Traversi nel suo libro “Una Generazione Irripetibile” lo ricorda come un giovanotto, allegro e simpatico, giocava a pallone, in divisa mimetica estiva, con i ragazzi du Suò, nel tratto di spiaggia dove ora sono i Bagni Paolina, aveva un carattere giovale, era benvoluto da tutti.

Si sapeva che era uno dei tanti ,che si erano arruolati nella Repubblica di Salò solo per sfuggire ai campi di prigionia in Germania.

Entrò in contatto con i partigiani e si unì a loro portando con sé molte armi. Fece parte della divisione Mingo.

Commise qualche ingenuità e fu catturato a seguito di una delazione, imprigionato in località Cadan-na, all’interno di un’opificio, nei pressi della frazione Pero, fu torturato e minacciato di morte perchè rivelasse i nomi dei suoi compagni

Non fece nessun nome e venerdì 24 novembre del 1944 davanti alla Ca Russa de Tascee fu fucilato

Ora regna l’incuria e il degrado naturale, di un manufatto, destinato alla rovina, presto la vegetazione la fagociterà del tutto. Ma a Ca Russa de Tascee dovrebbe essere un luogo della memoria, per noi e per le future generazioni.

Nelle foto il probabile itinerario con le ultime cose che avrà visto quel ragazzo di vent’anni, non ancora compiuti, prima di essere trucidato, dalla barbaria nazifascista: a Cappella de S.Anna e Tascee, il lago di Preustin, a diga u beo e quella Ca Russa.

Ma forse non era neanche cosciente, perchè sfinito dalle torture e i suoi aguzzini, lo avranno trascinato a forza, verso il luogo prescelto per la sua fucilazione.

Legato mani e piedi, con un cavo elettrico, ad un’albero di verna, ontano, la sua giovane vita fu stroncata da colpi di arma da fuoco.

Dopo la fucilazione, fu lasciato lì, perché il suo cadavere, fosse visto e essere da monito a chi transitava lungo la strada soprastante.

Alcuni passanti e abitanti del luogo, furono obbligati a guardare a lungo quel corpo senza vita, legato ad un’albero, laggiù in Teiro, davanti alla Ca Russa.

Fu un’inutile barbaria, uccidere un ragazzo di vent’anni, ormai la guerra era persa già dal 1943, ma un regime di vanagloria, continuava a uccidere chi combatteva per la Libertà dal fascismo, internava e deportava nei campi di sterminio i dissidenti gli ebrei e i nemici del popolo.

Quel popolo i cui figli erano mandati a morire in nome della patria, solo per avere un pò di morti per vanteria con l’alleato tedesco.

La fucilazione di Emilio Vecchia, fu decisa anche, per porre fine alle continue diserzioni tra le file dei S.Marco.

Serviva incutere il terrore della morte e la scelta di effettuare l’esecuzione di Emilio Vecchia, alle Tascee, fu fatta perchè in quei grandi terrazzamenti era accampato un reparto di soldati italiani.

Su quell’albero di ontano dove fu legato Emilio Vecchia a guerra finita, fu posta una targa commemorativa.

Solo un’eccezionale piena, quella del Teiro nel 1968 è riuscita a sradicare quell’albero, ma era già un’albero vecchio e malandato.

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