Oggi 25 novembre è la “Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne”.

Ci fu un periodo storico, nel 1600, che le donne furono perseguitate con le accuse di stregoneria e le violenze fisiche e verbali su di loro legalizzate, da un clima di caccia alle streghe, che colpì anche il nostro territorio, la città di Varazze.
Ringrazio il sig. Giuseppe Testa e le sue sempre interessanti pubblicazioni, da cui ho estratto, a mio parere, le parti più significative di un post sulla credenze popolari, di mia prossima edizione.
Il bel resoconto di Giuseppe Testa, narra di due casi di caccia alle streghe, nella nostra città, documentati nel suo “La magia popolare nei verbali dell’Inquisizione della Diocesi di Savona (XVI – XVII secolo)
Condivido il suo pensiero, per la perdita della trasmissione generazionale, una grave mancanza, per le nostre future generazioni, che è necessario cercare di ricucire.
Le Streghe di Casanova

Il primo di questi casi, riporta una serie di accuse e credenze tipiche dell’epoca (la borsa verde, i piedi di rospo, i gatti che nottetempo spengono i lumi, i ciuffetti di capelli attorcigliati ecc), questo caso rivela probabilmente un tentativo del marito di far accusare la propria moglie per “liberarsene”, in una sorta di divorzio all’italiana “ante litteram”, producendo finte prove, attinte dalle credenze dell’epoca.
Di questa oscura vicenda, sappiamo che i principali accusatori della donna imputata sono i suoi parenti acquisiti, legati alla famiglia del marito, e alcuni suoi vicini di casa.

E’ ipotizzabile, il sospetto che sia stato un tentativo di creare prove credibili, per montare una accusa di stregoneria contro la donna, Caterina Damele, con la sua borsa verde contenente una foglia di castagna, certi capelli lunghi di donna inviluppati con dei piedi di rospo e l’accusa di inviare un gatto a spegnere nottetempo il lume della vittima del maleficio.
Dopo qualche tempo Caterina Damele, fu Enrico è trovata morta in Teiro.
Il suo corpo era immerso nell’acqua. ma il dottore dichiarò che era stata uccisa, perché aveva molte ferite alla testa che non potevano essere causate da una caduta.
È interessante notare che, a pochi anni dal processo intentato contro di lei per stregoneria, undici testimoni avevano accusato l’uomo, a favore della donna.

Il ruolo del vicario è importantissimo per la risoluzione secondo giustizia della vicenda.
Egli risulta senz’altro in grado, per via del fatto che opera già in mezzo a quella comunità, a comprendere i risvolti sociali dei coinvolti.

La seconda storia tratta di malefici sui nascituri, e di avvelenamento da cibo (la classica mela di Biancaneve): di questa vicenda al momento ne ignoriamo gli esiti finali.
Le prove contro la presunta strega Bernarda sono di tipo più classico.
Due testimoni, Antonio Calamano e Giovanni Molinari, sostengono che la donna gli abbia maleficiato i rispettivi figli.
Nel primo caso Calamano sostiene che la presunta strega, toccando in modo particolare (da dietro) la pancia di sua moglie incinta, avesse provocato la morte del nascituro.
Nel secondo caso Bernarda offrendo una mela avvelenata alla bambina, ne mette la vita in pericolo.
La questione si era risolse quando il Molinari, minacciando di morte la donna, aveva ottenuto un rimedio magico per la bimba.
Anche in questo caso la documentazione si interrompe, lasciandoci all’oscuro delle fasi successive, ma sicuramente queste testimonianze ci raccontano pratiche fortemente radicate nella cultura locale.
L’Associazione Culturale “San Donato” di Varazze aveva pubblicato nel 2004 questo materiale archivistico, proveniente dall’archivio diocesano di Savona, a firma Mario Damele.
I documenti prevengono dagli atti della curia criminale, sono pubblicati sul Bollettino parrocchiale della medesima parrocchia e sono datati “prima metà del 1600”.
L’esorcismo di San Nazario

In una lapide murata nella sacrestia di S.Ambrogio è tramandata la memoria di un padre esorcista, che esercitò nel 1632 a Varazze.
Nel 1620 il parroco di San Nazario, esorcizzò Maria Perietta, posseduta da ben dodicimila spiriti!
La cronaca di questo esorcismo, fu tramandata con grande enfasi da uno scritto di Tito da Ottone, con tanto di solenne promessa, da parte degli spiriti malvagi, che mai più sarebbero entrati nel corpo della poveretta.
Fu anche depositato un atto con cui si affermava l’avvenuto esorcismo, il 28 aprile del 1620, alla presenza di una decina di testimoni, prescelti tra le personalità più illustri della città, non si hanno notizie di quali furono le spese e i ricompensi ricevuti
Nulla anche della sorte della povera Maria, guarita dalla possessione malvagia, chissa’ quale sarà stata la sua vita, se si era maritata, diventando nonna di molti nipoti a cui perpetrare la paura del demonio, oppure avesse finito i suoi giorni in un convento “consunta di una malinconia che nessuno seppe mai conoscere”.
Le due datazioni non coincidono, l’esorcismo di Maria Perietta fu esercitato nel 1620, mentre la lapide di Sebastianus Beneventus padre esorcista reca l’anno 1632, ma del suo operato a Varazze presso la parrocchia di S. Ambrogio, reso noto da questa lapide, non si ha notizia ne’ di quanti e quali furono, gli esorcismi praticati, in quell’anno, nella comunità parrocchiale, la più grande di Varazze.

Dell’esorcismo di Maria Perietta esiste anche un’opera pittorica, conservata nell’ufficio parrocchiale di San Nazario, dove nella tela è rappresentato il parroco Don Sciora, mentre esorcizza la donna, raffigurata in basso a sinistra, in proporzioni minori, assistita da un uomo e una donna, mentre sta vomitando dei diavoletti neri.
Questo accadeva secoli fa nella nostra città, Caterina, Bernarda e Maria accusate di stregoneria e di diavoleria.
Le loro storie sono pervenute a noi tramite documentazioni parrocchiali.
Solo di una se ne conosce il tragico finale, perchè fu trovato il colpevole della sua morte , ma delle altre, del loro proseguo di vita, nulla è stato scritto.
Ma è verosimile che la loro vita, in una comunità rigida e fortemente radicata nelle convinzioni religiose, sarà stata tribolata e la loro presenza in pubblico mal tollerata o non permessa .
E chissà quante altre donne, avranno subito accuse e maltrattamenti, perchè su di loro era concentrato il controllo, di una società, soggiogata, terrorizzata dai poteri forti, in primis quello ecclesiastico.
