E Vinvagne du Nasciu

Noi nati e vissuti, nelle comodità domestiche, oggi adagiati nel benessere di avere tutto a portata di mano e anche di poter tirare uno sciacquone, non possiamo neanche immaginare, come poteva essere, un secolo fa, lo scorrere di una giornata, uguale per tutti, nelle nostre città di mare e nell’entroterra.

Carlo Biestri

Fece la fortuna di Celle, un medico, di Cairo Montenotte, Carlo Biestri, che svolse per cinquantotto anni la sua professione, in questo comune, a risolvere i gravi problemi di salute pubblica, in cui versava la città

A fine “800, le condizioni igieniche dei centri urbani, dei nostri paesi di mare, erano fatiscenti, Celle non aveva un acquedotto, l’acqua era tirata su dai pozzi, spesso dal gusto salmastro, dovuto a rientranze di acqua di mare, la stessa falda era inquinata, dai liquami dei numerosi pozzi neri.

Celle ai primi del ‘900

Le case, non avevano le latrine e le risulte corporali erano raccolte in recipienti di legno o vecchie giare, svuotate e disperse nei campi , vicino alle case, usate come concime biologico.

L’acqua potabile, era un bene raro e ogni casa, aveva un secchio in un’angolo, vicino au runfò, la cucina a legna, dove quel liquido prezioso, era attinto con un casù, un mestolo, di uso comune, per tutti i componenti della famiglia.

Nelle campagne, erano le donne, che avevano l’incombenza dell’approvvigionamento idrico, trasportavano l’acqua tenendo piccole giare posate suvia u pagiassu, tenuto in equilibrio sopra la testa, u paggettu invece serviva, per proteggere le spalle dalla stanga, un legno di forma tonda, alle cui estremità erano appesi i buggiò cun l’equa

Il torrente Ghiare

Un grande problema era lavare i panni in estate, si utilizzava l’acqua del Ghiare, il fiume di Celle, fino a quando non prosciugava.

A causa dell’assenza di igiene, periodicamente in città scoppiavano delle epidemie di tifo.

Il dott. Biestri, per risolvere la grave carenza idrica, di Celle si mise personalmente alla ricerca di una sorgente.

E trovò una zona, con alcune sorgenti inesauribili, alle falde del Beigua, poco sopra il corso del fiume Teiro, all’Arpiscella dopo e Che de Tiè, erano e Vinvagne du Nasciu.

Nasciu è l’albero di tasso

Ma sulle sorgenti, di proprietà privata, vi era una prelazione, fatta dall’allora sindaco di Varazze GB Camogli, che aveva messo a bilancio gli oneri per la prevista captazione d’acqua, dau Nasciu .

Michelino Poggi

 La città di Celle a inizio del ‘900, ebbe una seconda fortuna, oltre a quella della presenza del dott. Biestri, aveva come Sindaco, un cellasco, il benemerito avvocato Michele Poggi, eletto anche nel Consiglio del Mandamento di Varazze Celle e Stella S.G. poi deputato fino al 1924, nel parlamento del regno d’Italia, l’ultimo mandato, terminato con l’avvento al potere del partito fascista e la cancellazione della democrazia in Italia.

il Sindaco Poggi, uomo colto e lungimirante, fu fautore di alcune delle più importanti viabilità nell’entroterra, della provincia di Savona e insieme al dott. Biestri, risolse il problema, dell’approvvigionamento idrico di Celle, realizzando un ardito progetto quello di una condotta d’acqua, che dau Nasciu portava l’acqua alla città di Celle.

Poggi, con tempismo, approfittò del disinteresse canzonatorio da parte di quelli de Vase ” Nu ghe riuscian moi a purtò l’equa du Nasciu a Selle!” .

Pre Peo Pietro Ratti non aveva incarichi pastorali però era Consigliere Comunale di Varazze

Il nuovo sindaco, l’avv. Visca, fu convinto della non fattibilità di quel progetto da Pre Peo, al secolo Don Pietro Ratti, Consigliere Comunale e referente delle frazioni pedemontane.

Che comunque, da oculato e benestante amministratore dei suoi beni aveva acquistato un terreno da quelle parti

Con una serie di rocamboleschi e continui colpi di scena iniziò questa vicenda, che vide contrapposte le due comunità quella de Vase e Selle agli albori del XX secolo.

Poggi trovò le risorse finanziarie e, acquistò dalla famiglia Vallerga, le sorgenti du Nasciu, riuscì a costruire un acquedotto lungo dieci chilometri, con l’esborso dalle casse comunali e grazie a prestiti privati, di ben 307.000 £ una cifra enorme per quei tempi!

Lo scavo della galleria in Pursemmu

Un opera, che doveva risolvere un grande problema, la barriera naturale delle alture dei Prà de Pursemmu, risolto con una geniale idea, quello dello scavo di una mirabile galleria, che oltrepasso’ quelle colline.

Un’altra bega, afflisse quell’impresa, nei pressi dei Prà de Pursemmu, il passaggio della tubazione in un terreno privato.

Il Comune di Celle fu costretto ad acquistare questo appezzamento, da Benedetto Ratto, che a seguito di questo suo “cedimento” fu osteggiato dai suoi compaesani e costretto ad andar via da Alpicella e a rifugiarsi nel comune di Celle, dove gli fu concesso la fruizione gratuita dell’acqua potabile..

Il comune di Varazze, umiliato e beffato, per la perdita di quell’approvvigionamento idrico, scatenò una contesa fra le due città.

Fece causa al comune di Celle, accusandolo di alterare e impoverire la portata d’acqua agli opifici sciu da Teiru.

Diversi privati, vantarono diritti su quelle sorgenti, per averne usufruito in passato.

Pre Peo, Consigliere Comunale, fu condannato alla pena di cinque mesi di reclusione e 100 £ di multa, per aver diffamato in una seduta pubblica il sindaco di Celle.

Diverso esito, ebbe la causa intentata da Lorenzo Ratto, mugnaio, che vantava una comproprietà su di una sorgente del Nasciu, da lui utilizzata tramite un surcu, in località Ciappe, risalente al 1776.

Il suo avvocato , Visca già sindaco di Varazze, vinse la causa, fatta alla corte di appello di Genova, nel 1909.

Il comune di Celle, stranamente, non fece ricorso e scaduti i termini di un’eventuale ricorso in Cassazione, fu costretto a pagare 5.430 £ come indennizzo, al comune di Varazze.

16 dicembre 1909 ore 16 inaugurazione dell’acquedotto del Nascio

Il 16 dicembre del 1909 fu inaugurato l’acquedotto, l’acqua, delle sorgenti del Nascio arrivò a Celle in città e poi fino alla Colonia Milanese, una parte fu ceduta al Comune di Stella.

L’acqua che fuoriesce dau brunsin de S.Martin è l’acqua del Nascio.

7 agosto 1907 a fo u merendin au Nasciu

Si dice che Enrico Caruso, il grande tenore, in vacanza estiva sulla spiaggia di Celle, sia stato invitato au Nasciu e che abbia dato un saggio del suo repertorio lirico, la gente accorsa numerosa e come in un teatro, si era assiepata sui terrazzamenti soprastanti.La gola che forma il percorso del Teiro fece da camera di risonanza, alla voce del grande Caruso.

Accompagnato da Battista Perata, nella strada vecchia di Alpicella, ci si addentra verso u Nasciu.

Superata la borgata dei Tie, ad un bivio lasciamo l’auto e scendiamo verso il Teiro, dove il fiume, è oltrepassato da un ponte, di sostegno per la tubazione e per la viabilità verso i boschi de Ca-Valle e versu i Prà de Pursemmu.

Il percorso della tubazione versu Pursemma è sottostante ad una mulattiera.

La contesa in essere, un secolo fa fra le due comunità è resa evidente, da un blocco in cemento, che impediva il transito delle lese sopra il ponte.

Qua il rumore dell’acqua è molto forte, ma non è solo il fiume con la sua sottostante cascata.

Si percepisce all’interno della cabina dell’acquedotto, il precipitare di una grande massa d’acqua, quella che proviene dalle sorgenti e che viene intubata in una condotta in ghisa e poi con una mirabile opera civile, lunga più di dieci chilometri, arriva ai rubinetti della città di Celle.

In questo punto del Teiro, c’era un cianca, una passerella e di buon auspicio, per una preghiera, primo o dopo l’attraversamento, c’è questo importante nicciu, uno dei pochi che conserva ancora la sua Madonetta.

I resti della primitiva presa d’acqua del 1909

Ma l’opera più spettacolare è la galleria scavata sotto le alture dei Pre de Pursemmu.

Dove all’interno e stato posato il tubo in ceramica poi sostituito con una tubazione in ghisa fabbricata dall’Ilva di Cogoleto.

La condotta idrica all’uscita, compie una curva in direzione di Stella S.Martino, ,dove uno spillamento, alimenta u Brunsin da Giescia, poi prosegue verso Gameragna e raggiunge Celle Ligure.

E’ assolutamente sconsigliato, avventurarsi nella galleria, dove la presenza dello scisto, può essere causa di distaccamenti di roccia.

Nei pressi della vecchia sede del Comune di Celle è affissa una lastra in marmo, che ricorda il grande avvenimento, l’arrivo dell’acqua in città e la fine delle epidemie di tifo e di quella battaglia, fatta di egoismi, interessi, profitti personali e contro le asperità del nostro territorio, per avere un bene pubblico e prezioso, l’acqua.

Ringrazio Battista Perata di quest’escursione, breve ma significativa in visita alle sorgenti e alla galleria dell’acquedotto, mirabile opera di ingegno e di lavoro.

Le foto sono estratte dal bel libro a cura di Vincenzo Testa “Celle e Cellaschi in ta Stoia e in te Memoie”da cui ho tratto alcune notizie storiche.

la foto della costruzione della galleria de Pursemma è tratta da Archivio Storico Fotografico Varagine.

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