
Pinus Pinea
A munta’ de Spalla d’Ursu, in sponda destra del Teiro, all’inizio del rettilineo dei Posi, verso il Pero, era una delle strade, dove una volta si poteva andare, per un pezzo in auto, poi a piedi, su per un’irta salita, a cercare l’albero di Natale, da portare a casa per essere addobbato.

Ricordo, quando Sciu’ da Teiru, all’approsimarsi delle festività natalizie, non era insolito, veder passare un’auto cun suvia a bagagliaia, un belu pin, ma anche un zeneivru, ginepro.
Erano gli alberi di Natale, du Curnò, ma anche quelli tagliati sul Beigua, Ramognina ecc.

Poi queste piante, sono state protette dal rito natalizio, con il divieto di taglio e da allora, è proibito andare per i boschi a scegliere e recidere questa specie.
Era diventata una moda, avere un bel pino, come albero di Natale e forse si era esagerato un po’ con il prelievo di questa specie vegetale
Quando iniziò la commercializzazione degli abeti rossi, provenienti dai vivai, divenne definitivo il divieto e salate le multe ai trasgressori.
Ma non era la stessa cosa, mancava quel forte odore di resina e di legno, tipico dei nostri pini, un ricordo olfattivo, che mi piace, ritrovare nei nostri boschi.
Per ancora qualche anno, comunque gli alberi furono prelevati, trasgredendo la legge.
All’approssimarsi della vetta, dei bricchi, Sucou e Curno’, sono migliaia gli esemplari che hanno colonizzato questi versanti, dividono il terreno con l’onnipresente bruga, gli ersci, quarche rue e gasie.
Forse sarebbe necessaria un’opera di diradamento

In questi boschi, sono presenti ancora molte testimonianze, di una disastro di qualche decina di anni fa, con tronchi divelti, marciti o bruciacchiati, residui dei violenti incendi, che negli anni 90, hanno praticamente distrutto ogni forma vegetale, in questo versante, dal monte Sucou al Bricco delle Forche e oltre.

A metà circa della salita, si incontra il ripetitore della Mediaset, poi la strada spiana un po’ in direzione dei piani di Cantalupo, si attraversa un bosco caducifoglia, l’ultimo, prima del regno indiscusso delle conifere.


Arrivati all’ultima curva è d’obbligo deviare a sinistra, verso una sporgenza rocciosa, dove si gode di una stupenda vista, verso il nostro bellissimo entroterra con il profilo del gruppo del Beigua e le nostre frazioni.

Le rocche da Balin-a, è un bel posto! Davanti a noi, il nostro meraviglioso entroterra, lo sguardo spazia nell’alta valle Teiro, verso le frazioni Alpicella Faje e Casanova, in alto il Beigua.

E’ molto probabile, che gli anfratti naturali, creati dai massi di questa rocca, siano stati utilizzati, come punto di osservazione, dai belligeranti, che si sono alternati, nei secoli, nel nostro territorio, dal popolo dei Liguri, alle truppe del papa, poi i francesi del generale Massena, austriaci e i partigiani, nella Guerra di Liberazione.

Fra queste rocce si trovano, residui di baraccamenti e i resti di un lungo cavo d’acciaio, di una teleferica, un mezzo di trasporto per la legna o altro materiali
Per la presenza di un discreto dirupo è necessario mantenere sempre la massima attenzione.

La strada ora spiana e si arriva in breve, alla bellissima spianata dei Cien de Cantalù, con quel misterioso grande muro.

Fin quassù salivano gli uomini e i figgiò per seigò.
In spalla d’ursu na storia de tanti anni fa
Ommi e figgiò lasciavan sula in te quella ca quella povia figgetta, duvve u ghea tantu da travagio’ a duveiva anche do recattu, a galline, cuniggi e crave.
Ma a na serta ua, so mue’ a ghe fova dui braggi, perché tutti i giurni, duveiva purto’ da mangio’ ai ommi lasciu’ ai Cien de Cantalu’.

A cianseiva, quella povia figgetta, a camallo’ tutta quella roba sciu’ pe a munta’ de Spalla d’Ursu.
Ma guai a senti’ e campane de messugiurnu, primma de arrivo’ ai Cien, ean botte e casci in tu cu, da so pue’, perche’ a “sea persa pe stradda”.
E allantua, sciu da quelli bricchi, sutta un su che u sciappava e prie a l’andova quella povia figgetta.
Cun u co in gua, pe tanti giurni, pe tutta l’este’.
Da qui è passata anche la Storia, quella dei grandi, che l’hanno scritta.

Se noi viaggiatori nel tempo, fossimo catapultati, in questi luoghi, il 7 ottobre 1244, saremmo testimoni di uno straordinario evento storico, lungo questa strada, che scende verso il Teiro, stava per transitare il corteo di Papa Innocenzo IV, proveniente dalle alture di Castagnabuona.

Ci volle quasi tutta la giornata, prima che il Papa arrivasse nel fondovalle, molti uomini accorsero in aiuto della carovana papale, perché le strade du Curnò non erano carrabili e dovevano essere allargate e sedimentate all’istante. Naturalmente, questa mano d’opera fu totalmente gratuita, come sempre è stato nel rapporto fra la Chiesa e la povera gente.
