U Munte Grippin

Il Monte Greppino

Sono diverse le località della nostra città, ricche di storia, quella grande che finisce sui libri e quella della vita di ogni giorno, fatta di fatiche paura gioia e speranza, tramandata ma destinata a scomparire dalla memoria della nostra comunità.

Uno di questi luoghi dove si intreccia la grande storia con quella reale di ogni giorno è u Munte Grippin,toponimo che deriva da Groppo, mucchio di sassi

La sagoma dei 678 metri del Monte Greppino, vista dall’abitato di Varazze, si staglia sullo sfondo nebbioso inesistente del Beigua, in una mattina d’inverno, probabilmente alle sue spalle è in corso una nevicata.

Questo rende ancor più visibile questo monte carico di storia e di vicende umane, e la visione solitaria di questo rilievo, evidenziata nelle giornate di maltempo, rivela il perché, questo monte fu ritenuto sacro dai nostri antenati.

A destra il Monte Greppino visto dalla Rocca di S.Anna

Questa cima solitaria, era solita attirare i fulmini forse per le serpentiniti qui presenti e così questo luogo divenne sacro, nell’immaginario di chi, in questo territorio, nell’età del ferro, viveva, si procurava cibo e riparo, quando fu costruita la strada megalitica che magnificava il solstizio estivo.

La sagoma di questo monte è ben visibile e fa da sfondo, quando si raggiunge la sommità del percorso megalitico.

La Tana di Levre’ e’ un riparo sotto roccia, che si trova sul versante marino del monte Greppin

Non esistono documenti, che attestino un’antica presenza di un gruppo di levrusi, lebbrosi nella Tana di Levrè, ma i toponimi fanno sempre riferimento a fatti o avvenimenti realmente accaduti e tramandati anche in forma verbale, come in questo caso, ed è probabile quindi, che nel medioevo oppure più recentemente, questo sia stato l’ultimo rifugio che trovarono delle persone colpite da un male che non dà scampo.

Altre vicende umane lo vedono protagonista durante le scorribande dei saraceni la sua vetta, era un buon posto di osservazione, verso l’abitato di Varazze utilizzato da chi era riuscito a sfuggire alle loro violenze.

il Generale Massena

Ci fu un episodio particolare, durante la seconda campagna d’Italia di Napoleone qui il generale Massena, incontro’ il colonello Sacqueleu e lo degrado’ sul campo reo di non essere intervenuto con la sua brigata a difesa dell’avamposto di Castagnabuona.

Alle pendici nord, in un quadrivio da dove, provenienti dalla Ceresa, si può salire a destra sul monte Greppin a sinistra in direzione del sentiero megalitico e proseguendo diritti si arriva alla casa Dufour, c’è un’edicola votiva

U Nicciu du Culettin, fu costruito da Lorenzo Canepa, per grazia ricevuta. Lorenzo fu uno dei sopravvissuti al terremoto di S.Francisco nel 1906.

Il Monte Greppino durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come punto di osservazione dai partigiani durante la guerra di liberazione qui avevano anche un riparo fatto poi saltare in aria.

Oggi una spada nella roccia infissa, simbolicamente da Galgano, un cavaliere medievale fatto poi santo, vissuto in Toscana nel XII secolo , che scelse una vita da eremita, domina dall’alto il bellissimo panorama.

un belinun

Da non dimenticare, la nostra Corale Alpina, a cui è stato dato il nome di Monte Greppino.

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