A Ca du Scrivan

Semmu a i Tiè, una località di Alpicella, il prosieguo della strada conduce alle sorgenti du Nasciu e al fiume Teiro.

La vista spazia, da Ca Valle, i Pre de Pursemmu, u Castelè e come sfondo, il mare, allineato allo stesso livello della chiesa, della Madonna della Guardia di Varazze.

Il toponimo Tiè, deriva dal tiglio, la cui essenza, era adoperata, per le sculture in legno.

Qui, lungo la strada, sono presenti diverse abitazioni, di recente ristrutturazione, case coloniche e cascine in pietra.

Con Maurizio Briasco, visitiamo questa casa, di sua proprietà, nei pressi della sua bella abitazione.

Il sole sta tramontando dietro i Pre de Pursemmu, per aver accesso all’edificio è necessario tagliare, virsci e ruvei, rampicanti e rovi, che hanno colonizzato questa vecchia abitazione.

In passato, la casa, dovrebbe essere stata di un notaio, u scrivan

Maurizio, mi fa notare le finiture di pregio, evidenziate da e ciamblan-e, le fascette dei braghettuin, i telai delle porte interne.

La formella romboidale, dell’elegante porta di ingresso

 Il suo portale, in mattoni ad arco, con la raggiera a simboleggiare il sole

 La grata alla finestra, in ferro battuto e chiodato, di pregevole fattura.

Non manca la nicchia, per una madonetta.

Gli architravi in legno, con i chiodi di ancoraggio per l’intonaco, che in origine doveva essere colorato di celeste.

I muri in pietra sono di buona fattura, le pietre adoperate, sono variegate, probabilmente di risulta, di qualche altro manufatto, la lelua ha invaso il piano superiore.

In aderenza alla struttura principale, vi è un’altra costruzione in pietra, molto probabilmente, era la dimora dei manenti di questa proprietà.

La finestra, del locale a pianterreno.

La tipologia delle pietre usate, per la costruzione di questa pertinenza, è diversa di quella da Ca du Scrivan

Le case rurali, non avevano i servizi igienici all’interno delle abitazioni, questi solitamente erano posizionati in prossimità delle concimaie.

I WC erano ricavati all’interno di una baracca in legno, dove i bisogni corporali, erano sempre effettuati con estrema rapidità……… d’inverno a causa del freddo, mentre in estate, erano gli insetti e l’odore nauseabondo a velocizzarne le operazioni di evacuazione.

Singolare e unica nel suo genere, la toilette di questa dimora, ricavata in un vano ricavato in mezzo ad una porcilaia.

Nell’interno di un muro di sostegno, sono stati ricavati tre vani separati. Nella foto uno dei due vani laterali adibiti a porcilaia.

In quello centrale, vi sono due sedute, per le proprie operazioni corporali.

Due persone, potevano in contemporanea, utilizzare la toilette .

Due feritoie, nel locale centrale, servivano per alimentare i maiali.

Singolare e unici, questi servizi igienici, erano una peculiarità da Ca du Scrivan.

Era un’indubbia comodità avere la toilette vicino casa.

L’argomento trattato è abbastanza inusuale e probabilmente susciterà ribrezzo e schifo a pensare agli sgradevoli miasmi che si sprigionavano in mezzo alle due porcilaie.

Ed è vero, che in quelle latrine si stava il tempo strettamente necessario ad espletare le proprie funzioni corporali, questo lo sperimentai io, in età giovanile, in campagna dai miei nonni, dove il gabinetto era all’interno di una cabina lontano dall’abitazione, sopra la letamaia.

Tempi passati, in cui anche nelle città le acque nere, erano raccolte e servivano da concime, tutto era riciclato e pochi erano i rifiuti che dovevano essere smaltiti.

Poi arrivo’ la chimica, con i suoi concimi e chissà che cosa contengono.

Fabrizio de Andre’ nella sua “Via del Campo” cantava:…. dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior

Oggi 11 gennaio, nel 1999 Fabrizio ci lasciava.

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