U Briccu de Furche

La vetta du Bricco de Furche, 450 m, ha il singolare compito di demarcare il confine, fra tre comuni, Vase, Selle e Steia

E’ conosciuto, anche come bricco Don Bosco, per la presenza in vetta di una chiesetta, dedicata al santo.

Inaugurata nel 1954 con una solenne processione, che porto’ la statua del santo sulla cima di questo monte, che puo’ essere raggiunta con una strada carrabile, oggi molto dissestata.

Ogni anno, nel mese di giugno, si svolge la tradizionale” giornata al bricco”.

Nell’Archivio Fotografico Varagine, si possono trovare numerose foto storiche, di alcune di queste feste, datate anni 50/60.

Il termine “forche” incute un certo timore, sarà per la particolare forma di questo bricco, con due rilievi separati da un’avvallamento, a simboleggiare una forca, un valico? E’ questa la causale del toponimo Bricco delle Forche?

Forse il suo nome ha un’altra origine……

Forche: “Patibolo sul quale vengono eseguite impiccagioni (in questo senso, un tempo fu più usato il plurale forche, con lo stesso significato. del singolare), formato da due pali di legno fissati verticalmente al terreno e congiunti in alto da un legno orizzontale a cui è assicurato il capestro” (Vocabolario Trecani)

Un’altro bricco del circondario, ha questo toponimo, che si ritrova in altri comuni della nostra regione e anche d’Italia

Molte stampe antiche, di città europee, mostrano come deterrente, una forca permanente, eretta su una collina , o più comunemente vicino al castello o altro posto di giustizia, e a seguito di una condanna, i malcapitati, erano lasciati a penzolare per giorni, appesi al cappio. 

U Briccu de Furche, nell’Alto Medioevo, vista la sua posizione dominante, sulla valle du Maegua e ben visibile da lontano, era verosimilmente, luogo, di esecuzioni capitali

La via Emilia Scauri au Maegua

Probabilmente i corpi degli impiccati, erano lasciati sul patibolo, come monito alla gente del posto e ai briganti, che imperversavano in questo territorio, compiendo rapine e omicidi, rendendo insicure le strade, specie la via Emiia Scauri, l’antica viabilità, ancora utilizzata per gli spostamenti da e verso l’entroterra.

La strada romana, parallela au Maegua, saliva alla località Verne, dove in un crocevia, che segnava il confine di Varagine, vi era una stazione di posta e forse un dazio.

La strada poi proseguiva verso S.Martino.

Le giornate invernali, come quella odierna, con sole e assenza di vento, sono ideali per fare dell’escursionismo, ma mai da soli, nel nostro entroterra.

L’assenza della massa vegetale, dovuta al riposo stagionale, ci permette di osservare e notare molti particolari, decisamente preclusi in altri periodi dell’anno.

Girovagando intorno al Bricco, si notano discrete tracce, di probabili antichi insediamenti umani, alcuni “muggi de prie” forse dei castellari diruti, altre pietre, si trovano sparse nei pressi di quello che poteva essere un riparo sotto roccia.

La presenza di questi manufatti in pietra, rafforzano l’ipotesi, di un’ antico interesse dei nostri antenati, per questo luogo, da cui si gode un bel panorama sulle vallate sotostanti.

E’ probabile, che la scelta di erigere qui la chiesetta a Don Bosco, abbia seguito gli stessi criteri di un’antica civiltà, che si era insediata in questa zona, per avere un buon punto di osservazione, in una posizione dominante.

Questa civiltà primordiale , avrà costruito qui, dei primitivi ripari e chissà, forse ammaliata da questo spettacolare panorama, avrà eretto anche i suoi simboli religiosi, pietre fitte, menhir o un piccolo tempio, con un altare magari per officiare dei sacrifici .

Furono innumerevoli, le testimonianze storiche, distrutte con l’arrivo del Cristianesimo, a partire dal 400 DC, la furia degli adepti, della nuova religione si impose in tutto il continente, smantellando sistematicamente, ogni manufatto adibito ad altri culti.

Cappella di S.Anna (Alpicella) eretta in prossimità di un antico luogo di culto

Possiamo affermare, con quasi assoluta certezza, che chiese, cappelle, edicole votive, che si trovano erette sopra una cima o in un luogo particolarmente suggestivo, affondano i loro basamenti su vestigia di origine pagana o di altre primitive religioni.

Innumerevoli alberi secchi, giacciono abbattuti, sono la risulta degl incendi, che hanno devastato questi boschi negli anni 80/90

Non mancano, le solite immancabili presenze di plastica e rifiuti, sparsi nel bosco ci sono anche diversi rottami ferrosi.

Allego altre foto della chiesetta e dei suoi interni.

foto b/n Archivio Fotografico Varagine

2 pensieri riguardo “U Briccu de Furche”

  1. Grazie delle Tue notizie, molto interessanti per me. Come San Paragorio a Noli, Secondo me ,va visitato con una guida, nel sotterraneo esiste ancora un altare di pietra con intorno inciso uno scolatoio , esempio di sacrifici di esseri viventi.. Ai lati dell’ ingresso a ds. c’erano ancora sarcofaghi di pietra…( Visitata nel 1970 c.a
    COMPLIMENTI!!!

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