
Non è stato semplice, trovare la Chiesa di Cristo Re, conoscevo l’esistenza, ma non avevo mai visto, questa chiesetta, alle pendici del Bricco della Forca (472 m), che si erge nei pressi delle Lenche’ “da e Prie de Lima *” (la zona è quella soprastante la Ramognina)
*L’idioma dialettale Limma in dialetto volgare, è riferito alla ruggine limma limaggiu, limagia rausia (arruginita) e può essere riferito alla colorazione particolare di alcune pietre, qui presenti, contenenti del minerale di ferro, che le colora di marrone scuro, ma anche lime una storpiatura dialettale che significa lume, lucerna.

Il toponimo Bricco della Forca, è similare a quello del più famoso Bricco Don Bosco, u Briccu de Furche, anche questa altura, in posizione strategica, domina dall’alto, un’antica viabilità romana, che dal passo di Leicanà, scendeva verso Campomarzio e intersecava due vie da lese, traini animali per il trasporto di materiale.
Due importanti crocevia, da dove transitava buona parte del legname che arrivava ai cantieri navali di Varagine, è verosimile pensare, che a monito della povera gente e per i malviventi, anche in questo luogo, vi fosse permanentemente posizionato un patibolo.

Nella ricerca da gescia, ho sbagliato più volte direzione, sono passato molto vicino, alla costruzione, che stavo cercando, ma era celata alla vista dalla vegetazione, che su questi monti è del tipo sempreverde, molto fitta e con estese colonizzazioni de ruvei, rovi.

Ma di necessità virtù, cercando la chiesa ho visto altre cose, su queste alture, qui ci sono notevoli tracce di antiche frequentazioni umane, diversi muggi de prie, la risulta di bonifiche, per pascolo e taglio erba, muretti, diverse le zone umide, alcuni canali di scolo, che riempivano nel periodo delle piogge, un piccolo laghetto, poi in tempi più recenti, durante l’ultimo conflitto mondiale, anche scavi di trincee, postazioni per armi da fuoco e un ampio rifugio, scavato nella roccia.

Queste opere militari, della seconda guerra mondiale, facevano parte di un’accurata strategia, da mettere in atto, in caso di ritirata delle truppe nazifasciste dai presidi costieri.

Per fortuna è zona di transito dei biker, che mantengono viva l’impronta dei sentieri ( ma perchè non usare i toponimi locali per indicare le direzioni?) e poi ci sono le piste degli animali selvatici, che anche in questo caso, mi sono servite, per districarmi tra la vegetazione e arrivare allo spiazzo, dove sorge la chiesetta.
Non esiste più alcuna strada o sentiero in questa zona, tutto è stato inglobato dalle eriche, rovi, pungitopo e qualche pianta di mirto, avevo quasi deciso di abbandonare le ricerche, ma un ultimo tentativo, è stato quello risolutivo, andato a buon fine.

Eccola la Chiesa di Cristo Re!

Costruita da Fazio Lazzaro e dalla sua famiglia, detta dei Furtuin, negli anni 20 del secolo scorso, come ringraziamento per il ritorno, dopo anni di emigrazione in America, di un loro congiunto.

E’ evidente la devozione religiosa, con il ringraziamento fatto, tramite lo scioglimento di un voto, erigendo, non una cappelletta, un edicola votiva ecc. ma una vera e propria chiesa ! E’ la chiesa di Cristo Re la cui ricorrenza è il 20 novembre.

Una P.G.R. per quale motivo? Una grazia ricevuta, uno scampato pericolo o un buon esito lavorativo? Ma forse, non serve sapere altro, sono motivazioni personali, affettive, di devozione quelle che hanno eretto questa chiesa.

Lo sguardo spazia, verso un impagabile panorama verso la nostra città, Varazze, da cui arrivano attutiti, i rumori delle attività umane, poi l’azzurro del mare e le montagne imbiancate che fanno da cornice in questo luogo, procurano una bella sensazione di pace al sottoscritto…..anche perché è stata molto tribolata la ricerca della chiesa!
Ammiro sempre i manufatti in pietra, penso al lavoro alla fatica e ogni pietra, passata più volte nelle mani di un uomo, chissà chi erano quelle persone che in questa zona, così impervia acclive, hanno edificato questa pregevole opera?

Osservo i particolari, la scelta delle pietre e poi i riempimenti degli spazi vuoti, perché tutto serve a dare stabilità, anche in questo caso forse le pietre erano di recupero da qualche muggio de prie, che abbondano in questa area, ed è evidente la perizia di chi ha effettuato questo lavoro con la parete curvata dell’abside e poi quella copertura in cemento armato, in parte crollata, l’esito non riuscito, di stabilizzare la struttura, con i lavori effettuati negli anni 80, quando la costruzione fu oggetto di lavori di manutenzione commissionati dal dott. Massone.
Oggi lo stato di conservazione, lo si evince dalle foto, ha bisogno di un urgente intervento di consolidamento e ricostruzione, basterebbe anche solo stabilizzare lo stato attuale, forse si è ancora in tempo per evitare la completa distruzione di questo incomparabile manufatto.

Siamo nelle vicinanze della discarica, dove stormi di gabbiani, stanno arrivando per il pranzo, con l’andirivieni degli autocarri come sottofondo,.
Anche au Briccu da Furca c’è la presenza della plastica, qui trasportata dal vento e rimasta impigliata nella vegetazione.

Troppo facile, riduttivo e banale, incolpare la vicina discarica, siamo noi cittadini/consumatori, tutti colpevoli, con il nostro eccessivo uso, spesso non necessario di questo polimero, che dovrebbe, essere conferito nella differenziata.
Sconsiglio vivamente, l’avventura fuori dai sentieri, difficile districarsi, fra la vegetazione cresciuta spontanea visto anche la notevole presenza di rovi.

Come segnavia, per ritrovare la chiesetta, si può, con buona approssimazione avere come riferimento il traliccio lato ovest, della linea elettrica, dell’ex Cotonificio, a 50 metri in direzione mare si trova la Chiesa di Cristo Re.
Anche se decaduta, sconsacrata, abbandonata e oramai rudere, la voglio annoverare tra le chiese del territorio di Varazze.
