Ma quante Giesce!

Non sarà sufficiente un libro, anzi dei volumi, per parlare compiutamente delle oltre quaranta chiese, presenti, sul territorio del nostro comune.

E alua per adattarlo al formato social, ho fatto solo un elenco, dei luoghi di culto, della nostra città, con qualche loro peculiarità, e qualche cenno storico, le descrizioni, la storia ecc. sono incomplete per ovvie ragioni di tempo di lettura.

Le chiese sono poste in sequenza per effettuare un ipotetico percorso turistico/ religioso.

Di alcune chiese non ho trovato foto d’epoca in b/n

La quantità di chiese, cappellette, edicole votive e i caratteristici nicci dell’entroterra (il più famoso il Nicciu du Bruxin è crollato circa un’anno fa) è indubbiamente una prerogativa unica della nostra citta,’ non penso esista in Liguria, ma forse in tutta Italia, un’altra città così santificata, dalla presenza di luoghi di culto e con un rapporto così elevato, di chiese/residenti.

Ho inserito in questo elenco, anche tre edifici religiosi, forse appartenenti alla categoria delle cappellette, ma con grandi storie, fatte di lavoro e di devozione, luoghi di preghiera, inseriti in mezzo alla natura dei nostri boschi, con dei panorami incredibili, struggenti in ogni stagione!

In questo elenco, che non ha la pretesa di essere assoluto, ma suscettibile di qualsiasi suggerimento e modifica è opportuno considerare, a mio parere, anche i luoghi di preghiera, presenti all’interno dei grandi edifici di proprietà della chiesa, attivi nel sociale privato, quali la RSA La Villa, l’Asilo Guastavino, e le residenze, La Provvidenza e Canossiane.

Versus Solem Orientem, come per i pagani, anche per i cristiani, la rinascita e la salvezza, erano verso est, dove sorge il sole e la gran parte delle nostre chiese, hanno l’abside orientato verso est.

A partire dalla medievale chiesa di S.Ambrogio, di cui rimane solo il bel portale, inglobato nelle vecchie mura, sulla collina di Tasca.

Sono quattro le chiese edificate a S.Ambrosis, i resti delle prime, sono fagocitate nella cerchia delle vecchie mura, una terza aveva l’abside rivolta ad est ed era molto bella, in stile romanico a tre campate di questo edificio di culto resta il bel Campanin Russu.

La più significativa testimonianza storica della città, con i resti della torre e della cinta muraria di Tasca, è preclusa alla cittadinanza, perché facente parte di una proprietà parrocchiale.

Si parte con l’antica chiesa di S. GIACOMO IN LATRONORIO, bella con le sue pietre e mattoni faccia a vista, in stile romanico, inserita in un contesto di ville gentilizie e giardini fioriti.

C’è anche la versione femminile S. MARIA IN LATRONORIO, famosa per il singolare crocifisso bifronte e la sua storia, che si trova all’interno del comprensorio, una meraviglia naturalistica, con il Castello dei Marchesi d’Invrea a picco sul blu del mare.

All’ingresso della residenza FATE BENE FRATELLI, nei pressi del casello autostradale, c’è una chiesetta, che accoglie le persone anziane e non, che si possono permettere, finanziariamente, un soggiorno in questa struttura.

Molto partecipati, sono i matrimoni, qui celebrati, con la possibilità di ottimi scenari, per i servizi fotografici, nello stupendo parco della residenza.

Si arriva a Varazze e qui si trova la chiesa a cui è più affezionata la cittadinanza, quella di S.CATERINA, che fu costruita, quando i nostri avi, si ricordarono del voto fatto alla Santa, da quel giorno, ogni anno i fedeli partecipano alla processione, il 30 aprile, per sciogliere il voto di ringraziamento fatto per il debello della peste dalla città.

Poco distante, la chiesa a strisce di S.DOMENICO, con la palla, sparata da un cannone di una nave inglese, o dai francesi dal Monte Croce, durante una battaglia della seconda campagna d’Italia di Napoleone, infissa nella facciata.

Da qui si parte, per una bella escursione sul Monte Grosso, dove si può ammirare, il più bel panorama della città, dal sagrato della chiesa della MADONNA DELLA GUARDIA, qui sono custodite le salme di alcuni componenti, della famiglia Centurione d’Invrea.

Lì vicino anche la cappella votiva, sempre dedicata alla MADONNA.

Ritorniamo nel centro urbano, per la chiesa di S.BARTOLOMEO, con la sua bella statua lignea del Maragliano, portata in processione il 24 agosto, la festa che celebra la fine dell’estate e dove i miscredenti, vedono, nella raffigurazione del martirio del santo, il bagnante milanese tartassato.

Sul “ponte” l’oratorio dell’ASSUNTA contornata dalle vecchie mura.

Lì vicino, la salita dei frati dove si trova la chiesa dei FRATI CAPPUCINI dedicata a S.Francesco d’Assisi.

Nell’Oratorio Salesiano la sala di preghiera a S GIOVANNI BOSCO.

Completiamo le chiese del centro città, con la chiesa Colleggiata di S.AMBROGIO la parrocchiale di Varazze, superfluo parlare di questa ricchissima chiesa, con pregevoli opere d’arte e con la sua bellissima piazza, fatta con il rissou de prie de mo.

Lì vicino l’oratorio di S. GIUSEPPE, queste sono le uniche due chiese, per motivi urbanistici e di spazi, con versus occidentem.

Ma forse la più bella piazza, sempre con il rissou de prie è quella della chiesa di S. NAZARIO E SAURO nell’omonimo quartiere.

Andemmu Sciù da Teiro dove sorge la chiesa di S.MARIA IN BETHLEM dell’omonimo ex ospedale cittadino, in ricordo di questo, è rimasto solo un numero il 675 sul codice fiscale, di chi è nato e poi battezzato in questa chiesa di Varazze. Dall’atrio dell’Ospedale sono stati sfrattati i busti dei benefattori che avevano donato alla nostra città questo grande e ancora integro luogo di cura. Una città Varazze che non ha onorato la loro volontà e la loro memoria, svendendo questa struttura a dei privati.

Sopra un colle, nel Parasio, troviamo la chiesa più antica della città, S.DONATO già S. Michele costruita sopra un’antica pieve romana, dove è possibile ammirare, una rarità, quello della presenza di simboli bizantini nelle mura di sostegno da qui passava la strada che conduceva al porto romano di Ad Navalia che era ai piedi del colle.

Si sale verso la frazione Casanova, all’inizio c è la piccola borgata di S.Pietro con l’omonima chiesetta di S.PIETRO.

Nella località Costa troviamo la chiesa di S. CATERINA DELLE RUOTE dove è infissa una lapide che commemora, i quattro fratelli Accinelli e Piombo deportati e uccisi a Dachau.

Si arriva nella piazza di Casanova, con la CHIESA DELLA NATIVITA DI MARIA’ e lì vicino l’oratorio della S. CROCE. Da vedere a Natale il grande presepe vivente.

Seguendo la via Bianca si arriva alla chiesa rurale, dedicata al BEATO JACOPO DA VARAGINE forse costruita, prelevando le pietre, dall’antica via romana l’Emilia Scauri il cui tragitto dopo aver oltrepassato diverse colline proveniente da Hasta,Sciarborasca qui con un crocevia, scendeva verso il mare e verso Campomarzio.

Ultima arrivata in questo elenco è la diruta e dichiarata pericolante, ma dall’aspetto ancora imponente, chiesa privata della MADONNA DELLA GUARDIA di Casanova, con la sua storia e la singolare pianta a sezione esagonale, si trova in località Torazza, un paio di curve oltrepassata la piazza della chiesa di Casanova.

Su un’ altura nei pressi della Ramognina, c’e’ uno dei più spettacolari panorami, ed è quello che si può ammirare dalla chiesa privata di CRISTO RE orientata a nord, ma dove la vista spazia sull’azzurro del mare e il verde dei boschi, costruita per sciogliere un voto, sconsacrata ormai ridotta ad un rudere, ma degna per la sua storia di essere annoverata nei luoghi di culto di Varazze.

Si scende dalle Muggine per incontrare la CHIESA DEI GAGGINI dedicata alla Madonna degli Angeli. famosa per la sua fonte e la sua storia, legata a Giovanni Gaggino, il quale aveva lasciato un ingente eredità, non onorata, al comune di Varazze, per costruire proprio qua, uno stabilimento termale.

Nella vecchia chiesa di S. LORENZO nei pressi della località di Campomarzio, dove sono state scoperte alcune tumulazioni di epoca romana.

Al Pero ci sono due chiese dedicate alla SANTISSIMA ANNUNCIAZIONE, la vecchia chiesa, che si pensava pericolante e infestata dai fantasmi è ancora lì imponente e molto più rappresentativa, di questa comunità, rispetto alla discutibile architettura della chiesa nuova. Il campanile della vecchia chiesa, ha da raccontare una storia esilarante.

Ricordiamo a circa metà strada verso il centro, la chiesetta di S.ANNA, famosa per il suo presepe. Li vicino nell’alveo del Teiro un piccolo rudere, la casa rossa, ci ricorda l’eccidio del partigiano Emilio Vecchia ucciso a vent’anni e il cui corpo fu lasciato legato ad un’albero.

Saliamo in quota con la chiesa di S.ANTONIO all’Alpicella con i quattro altari provenienti dalla vecchia chiesa di S.Lorenzo di Genova.

Le modalità organizzative per la costruzione di questa imponente chiesa può dare una spiegazione, del come sono state costruite tante chiese, nel nostro territorio. La parrocchia fu divisa in quattro cantoni, ognuno dei quali doveva contribuire con risorse proprie, all’edificazione della chiesa e il lavoro era scandito dal suono della campana.

Da Bin, la colorata chiesa anche lei dedicata alla MADONNA DEGLI ANGELI restaurata dagli abitanti di questa località.

Alle Faje, la chiesa di NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE con il suo singolare porticato.

Nel fondo valle dell’Arrestra, biancheggia in lontananza, il Convento dell’Eremo del Deserto, con la chiesa dedicata a S.GIUSEPPE a seguito di un pio lascito, negli anni 80 è stato completamenterestaurato, non così è stato per i suoi romitori, solo uno è ancora eretto, in queste casupole vivevano in solitudine i novizi, che avevano come unico collegamento con l’eremo, una campana da suonare per ogni evenienza.

Sulla cima del Monte Beigua il SANTUARIO DELLA REGINA PACIS, da qui nelle fredde e serene, mattine invernali lo sguardo spazia su tutto l’arco della regione e da dove in caso di neve arrivano fantastiche foto di paesaggi invernali.

Scendendo dal Beigua si scorge al Bricco delle Forche o BRICCO DON BOSCO l’omonima chiesa dedicata al santo

Nella località Vignolo sulle alture di Cantalupo, al cospetto di un’ altro stupendo panorama, c’è un’altra chiesa dedicata a S.ANNA.

Ciesa di San Giovanni Battista a Cantalupo

Nella piazza di Cantalupo la chiesa di S.GIOVANNI, i ciaulè di Cantalupo, sono da sempre rivali, con i ravanetti di Castagnabuona e si dice, che siano invidiosi delle tre chiese, di cui si fregia la borgata rivale, con la chiesa del SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA CROCE, teatro di una delle tante battaglie napoleoniche, trasformata in ospedale dai francesi, fu sconsacrata e poi riabilitata agli onori religiosi.

Qui una croce ricorda il passaggio del papa Innocenzo IV e a seguito di questo evento storico, fu costruita una prima chiesa della MADONNA DELLA CROCE oggi trasformata nella sacrestia del santuario. Sull’altare il discusso gruppo marmoreo del conterraneo Michele Ramognino.

Si scende verso SAN ROCCO, dove durante la battaglia napoleonica che insanguinò per due giorni questa località il generale Massena ribattezzò la frazione con il nome di Castagnamarcia, perché gli abitanti, avevano avvisato gli austriaci, suonando la campana, della presenza dei francesi.

Si scende e nella località dei Favari dove sotto la strada c’è la chiesa di S.BERNARDO.

Finita la conta delle chiese, di culto cristiano, nella nostra città, è da annoverare nei luoghi di preghiera la SALA DEL REGNO DEI TESTIMONI DI GEOVA in via Piave.

Nell’ elenco delle chiese segnalo anche le cappellette, di discrete dimensioni, di S.SEBASTIANO alla Costa di Casanova, S.BERNARDO al Fossello la CROCETTA di Cantalupo, quella di S.ANNA sopra l’abitato di Alpicella e la cappelletta dedicata a GESÙ BAMBINO DI PRAGA in località Castè sempre all’Alpicella.

Poi sparsi per tutto il territorio della città di Varazze, ci sono inumerevoli nicci, edicole votive, purtroppo la maggior parte depredate della statuetta.

Sul monte Beigua la maestosa Croce.

Chissà chi erano quelle persone, non a caso divise, in cantoni, rioni, borgate, famiglie, che negli anni hanno scavato, trasportato pietre, calce, mattoni, legni, fatto le impalcature, impastato, spaccato pietre, tagliato marmi e con la perizia e fatica del loro lavoro.

Chi ha edificato, materialmente, questi luoghi di culto?

Quasi sempre, senza alcun compenso, nei giorni di festa, dopo una settimana di lavoro nei campi, nei boschi o in un cantiere, in segno di una devozione di un profondo legame con la propria contrada, località o frazione.

Ma tutto questo immane lavoro, fatto dai nostri avi, non è servito come monito, incentivo o da sprone, alla proprietà di questi beni, per conservare chiese cappellette e altri manufatti, oramai ridotti a ruderi o in procinto di esserlo.

Molti altri sono in attesa di qualche intervento che ne preservi la stabilità.

La conta ( provvisoria ?) di chiese e luoghi di preghiera è di 47. L’elenco supera le 50 unità se si considerano anche altri luoghi di culto, distrutti durante bombardamenti, esondazioni, demolizioni e chiese inglobate in abitazioni.

foto dal web e da Archivio Fotografico Varagine

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