
La Madonna della Guardia di Casanova? E’ un errore di traslazione o un teletrasporto?
Esiste veramente una chiesa con questo nome, a Casanova, in località Torazza, visibile dallo stradone, dopo la piazza di Casanova, oltrepassato il bivio con via Sciandra, arrivati ad una curva, sulla destra sopra un’altura, circondata dai ponteggi, si erge il rudere della Madonna della Guardia. .

Conoscevo l’esistenza di questo rustico, ora transennato, perché dichiarato pericolante, ma ne ignoravo la sua originale destinazione d’uso.
Con un messaggio, dopo la pubblicazione di un mio post sulla chiesa di Cristo Re, il compianto Mario Damele, nel 2021, autore di alcuni testi, pubblicati a cura dell’Associazione Culturale di S.Donato, ha aggiunto al mio elenco dei luoghi di culto, anche questo manufatto, risalente alla fine dell’800.

L’ho ringraziato per il suo gradito interessamento ai miei post di Cose de Vase e di avermi inviato un suo testo, pubblicato, sui quaderni di Storia Locale a cura dell’Associazione S.Donato, con il permesso di farne un sunto ad uso social.
Mario era una persona molto conosciuta e stimata, ha lasciato un caro ricordo come persona e studioso, i suoi scritti e le sue ricerche ci saranno sempre utili.
Grazie Mario.
Mi accingo a questo compito, sperando di riuscire a raccontare questa storia, magari banale ai nostri occhi, di uomini moderni, ma la banalità e invece propria dei nostri giorni, con tutte le cose futili e inutili che ci circondano.
A fine 800 e ai primi del 900, la società italiana era permeata e radicata a forti credenze religiose, che in ogni comprensorio comunale, a volte sconfinavano in vere e proprie vessazioni, da parte del clero, a scapito dei ceti meno abbienti, ma anche chi aveva beni e proprietà, non sfuggiva a queste ingiustizie, in punto di morte, per garantirsi un posto in paradiso, era giocoforza, fare un lascito alla chiesa o un legato, che in pratica consisteva quasi sempre come una sorta di abbonamento perenne, per officiare delle messe per l’anima dei parenti defunti, chi avrebbe mai osato interrompere tale obbligo condannando alle fiamme dell’inferno, un loro congiunto, anche mai conosciuto?

La chiesa della Madonna della Guardia di Casanova, ha una particolarità molto rara, per un edificio di culto è quello di avere una forma esagonale, questo denota una particolare maestria da parte di chi ha materialmente eretto questo manufatto, quasi fosse un capolavoro, da esibire per un mastro muratore e infatti “Una voce popolare ne attribuisce l’esecuzione materiale a muratori della famiglia Fazio detti i Ciurè e Furtuin che all’epoca abitavano nelle vicinanze erano gli stessi muratori che qualche decennio dopo con notevole perizia realizzarono l’abside tondeggiante della Chiesa di Cristo “ (cit. Mario Damele)

Il bel resoconto di Mario Damele scava nella storia tramite i passaggi di proprietà dei terreni.
Tutto ebbe inizio nel 1813, quando Giacomo Molinari detto Mondin, nel suo testamento istituì un legato, per il pagamento di 48 messe annuali pari a 60£/anno, da ottemperare tramite l’ esazione dell’affitto di un terreno così descritto: “ Una terra seminativa olivata vignata castagnativa e boschiva divisa in due, da una strada pubblica ivi compresa una casa denominata Torazza ossia da S.Sebastiano…segue l’elenco di tutti gli intestatari confinanti.
La rendita di questo terreno compreso la casa doveva garantire il pagamento perpetuo al parroco celebrante” (cit. Mario Damele)

Il resoconto prosegue e svela un’altra consuetudine, molto in auge in quegli anni, per non disperdere i patrimoni specie i terreni di famiglia, la regola era quella delle condizioni vincolate, per cui i testamenti erano validi solo se non subentravano altre famiglie, non consanguinee dell’eredità.
In questo caso, l’unica figlia Caterina, non ebbe figli e cosi tutti i terreni e proprietà del Molinari, che erano considerevoli, furono ereditate dai cugini. In particolare, il terreno denominato Torrazza, con il legato delle messe fu ereditato dal reverendo Carlo Molinari, che ampliò la sua proprietà a tutta la collina.

Gli eredi che gli succedettero, mantennero il legato, con il pagamento delle messe del loro avo deceduto nel 1813, fino al 1880.
Facendo due calcoli, furono celebrate circa 3200 messe per l’anima del povero Mondin, deceduto 67 anni prima!

L’erede universale, di tutti i terreni, case lasciti ecc. fu Geronima Molinari, lei si fece forte delle nuove leggi del giovane Stato d’Italia, che ridimensionarono i poteri temporali della chiesa, con confische ed espropri a danno delle istituzioni religiose e interruppe il pagamento del legato.
Ma chi osava non ottemperare a questi obblighi era minacciato di scomunica dalla Curia.

Un’altra famiglia i Cerruti di Varazze divennero proprietari di un terreno confinante, con la proprietà Molinari, anche loro con le stesse problematiche, con la minaccia di scomunica che pendeva sopra le loro teste, ma con sempre un radicato credo religioso.
Forse fu per riappacificarsi con Dio, che decisero di edificare una chiesa privata, dedicata alla devozione della Madonna della Guardia e aver così salva l’anima dalle pene dell’inferno.

L’edificio fu ultimato nel 1890, come si evince dalla scritta sbiadita sopra l’entrata.
Si hanno notizie di pellegrinaggi e processioni in occasione di rogazioni e nelle feste di S.Isidoro, S.Sebastiano, ma non risulta che siano mai state officiate delle messe al suo interno.
Alla sua morte Geronima, lasciò tutte le sue proprietà a certa Maria Fiorito, una giovane che l’aveva in cura e da lei adottata nel 1922.

Alla morte di Geronima Molinari avvenuta un’anno dopo, la Maria Fiorito Molinari rinnovo’ il legato delle messe, in favore dalla sua benefattrice, tale debito risulta ora estinto.
Con i Patti Lateranensi del 1929 cambiarono in favore della Chiesa le leggi restrittive che nel 1867 avevano regolamentato e ridimensionati i beni ecclesiastici.

Come cambiano le nostre prospettive, quando si ha conoscenza di fatti, storie, leggende e aneddoti!
E anche un’edificio, semi diruto come questo luogo di culto, diventa prezioso importante per la storia della nostra città

Penso a chi ha costruita questa chiesa, alla sua rivincita, verso un potere, quello religioso, che vessava i propri fedeli, approfittando della loro devozione.
Vorrei sperare che, con questo mio piccolo contributo, non vada persa, questa singolare testimonianza di fede del nostro entroterra.
