L’Equa di Gaggin

Giovanni Gaggino, aveva donato nella sua eredità, questa sorgente e una cospicua somma di denaro al Comune di Varazze, perché l’acqua, già famosa per essere ottima, all’approvvigionamento idrico delle navi, fosse utilizzata per il suo sogno, essere ricordato non solo per le sue fortunate imprese in Oriente, ma anche per le Terme di Varazze.

Oggi se le sue volontà fossero state rispettate, la nostra città avrebbe una bella risorsa, con le virtù delle sue acque e con una bella storia di una comunità rispettosa della memoria di un suo grande concittadino.

Ma le cose sono andate in altro modo, il Comune a seguito dell’impugnazione del testamento da parte dei parenti, rinunciò all’eredità del Gaggino, in cambio di un rimborso in denaro, la restante parte, fu dispersa fra i suoi parenti, e le Terme di Varazze furono consegnate all’oblio.

L’acqua dei Gaggini, a seguito di una truffa, non fu più richiesta come riserva d’acqua potabile, per le traversate atlantiche, perché fu sostituita, in una fornitura, per questioni di praticità, da quella di una sorgente, che sgorga nei pressi della località Frati, lungo il Teiro.

Il consumo di quest’acqua, risultò essere indigesta, provocando fenomeni di dissenteria a bordo della nave dove era stata stoccata.

Eredità Gaggino

Gli eredi fecero causa al Comune. Si arrivò ad un compromesso, il comune rinunciò all’eredità in cambio di un fondo Gaggino in favore dell’ospedale( oggi svenduto per profitti privati).

Il fratello Paolo nel suo testamento lasciò la chiesetta dei Gaggini agli abitanti di Campomarzo. cit. Mario Damele

l’Equa di Gagin

Fino all’età di 15 anni, l’ho bevuta, non diciamo tutti i giorni, ma quasi.

Non solo io, ma si può dire che tutto Campomarzo ( così si chiamava allora) la beveva, specialmente in estate.

Poi sono arrivati i soliti maleducati e il mio parente, fu costretto a chiudere la porta.

Dico mio parente, perché mio zio ne era il proprietario, che penso l’avesse acquistata dai Gaggini, quando ritornò dall’America 1929/1930?

Come terreno penso che fosse il più produttivo di Campomarzo, proprio perché c’era l’acqua per l’irrigazione, con una vasca di 32.000 litri di stoccaggio.

I poderi erano 2 ognuno con la sua casa, una un po più di lusso dove mio zio abitava e nell’altra abitavano noi come mezzadri.

Ogni tanto mi vengono in mente i sapori di tutta quella frutta e verdura che purtroppo al giorno d’oggi è difficile trovare.

C’era un mio compaesano con me a San Francisco che mi diceva sempre, “mangiavano bene senza saperlo”. cit. Giovanni Ratto

Nella foto la fonte che ora alimenta l’acquedotto cittadino.

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