
Incontro Don Paolo, nei pressi della Chiesa di S. Antonio Abate, si chiacchera un pò di storia locale e dei lavori in corso di ultimazione nella parrocchiale dell’Alpicella, per quanto riguarda le riparazioni a seguito del rovinoso incendio del tetto della Chiesa, del 2 dicembre 2018, nel contempo, si stanno effettuando delle riparazioni al muro ammalorato, sopra l’entrata della sacrestia, ma serviranno altri interventi di edilizia, in altre parti dell’edificio.

Chiedo a Don paolo, se è possibile visitare gli interni della Chiesa e così passando dalla sacrestia, sono al cospetto di una delle meraviglie di questa Chiesa, il Coro Ligneo, un pregevole manufatto in legno del 1700, in stile barocco.

Gli schienali degli stalli, sono costituiti da pannelli, con cornici, lesene e capitelli, le mensole semicircolari, sono sorrette da un divisorio a doppia voluta con ricciolo, il bracciolo è intagliato a foglia d’acanto con ricciolo, il coro è quello originale della precedente chiesa riedificata a fine dell’800.

I posti a sedere sono alloggiati in due semicerchi, questa predisposizione sembra rispecchiare la gerarchia monastica, negli stalli, con schienali, stavano i monaci, mentre i conversi sedevano nel corpo avanzato del coro.

Un soppalco superiore, segue l’andamento a semicerchio del coro e alloggia l’Organo Agati Nicomede del 1866, nella formella centrale, della balaustra, ,fanno bella mostra due sculture in legno raffiguranti una lira e un violino.
Al link che segue è descritto l’organo della Chiesa di S.Antonio Abate dell’Alpicella
https://www.agatidiperinaldo.org/Alpicella.htm

I tre secoli che sono trascorsi, hanno lasciato i segni del tempo, le superfici lignee sono consunte, scolorite dall’uso, mentre in altre parti il fumo delle candele e la polvere accumulata, ha scurito il legno, queste sono le peculiarità proprie di ogni manufatto d’epoca, fanno parte integrante dell’oggetto e sono da preservare, sempre, specie quando si è in presenza di un bene storico e della comunità, come è il coro della Chiesa di S. Antonio.
Sempre mi soffermo ad osservare un mobile o qualsiasi altro manufatto in legno e cerco quei segni, gli indizi del suo uso, le modifiche o riparazioni effettuate.
Ho avuto buoni maestri, in primis mio padre che di mestiere faceva u bancà a lui devo molto, anche quello di avermi insegnato ad amare tutto quello che è di legno a partire dall’odore che si sprigiona durante la lavorazione, ad osservarne le fibre le sfumature di colore che nei legni vecchi assumono delle tonalità diverse per ogni essenza, la cosiddetta patina e quella rugosità impossibile da riprodurre e poi l’insegnamento, avuto dai vari restauratori, apprezzati per la loro esperienza teorica e pratica, in alcuni corsi di antiquariato e restauro del mobile, da me effettuati.
Ognuno di questi maestri, con le proprie tecniche di restauro, ma sempre rispettosi delle peculiarità del mobile.
Questo capolavoro presenta discrete parti tarlate, ma da tempo abbandonate dagli insetti xilofagi, evidenziato dall’assenza di polvere di legno.

Il Coro avrebbe solo bisogno di essere protetto, tramite prodotti a base di cera o di oli specifici, anche per esaltare le sue naturali sfumature.

Di buona fattura il Canta Gloria.
Don Paolo è stato promotore, del recupero delle statuine in terracotta, della scuola del Brilla.

Accende la luce della teca, ed eccole le statuine, tutte disposte in un bel presepe di campagna, in uno spettacolo di colori, che esaltano i particolari, di pregevole fattura, molto curati dei loro vestiti, in voga nell’ottocento.
Gelindo e Gelinda come vuole la tradizione dei figulinai, sono i primi ad essere arrivati dal bambinello, in fondo a destra i re magi.

Nella parte inferiore sarà allestito un altro presepe con statuine di diversa fattura.

Un vero e proprio patrimonio artistico, che merita una visita!

Impossibile non meravigliarsi alla vista del reticolo esagonale del pavimento.
Entriamo nella navata e Don Paolo mi illustra le curiosità di questa Chiesa, disposta a doppia croce greca, con i suoi altari provenienti dalla chiesa di S.Lorenzo di Genova.
A questo link la storia della Chiesa di S.Antonio Abate
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Antonio_Abate_(Varazze)

Imponente il portale, con in alto la statua di S. Gerardo.
Ci si meraviglia, al cospetto di questi grandiosi gruppi marmorei, ma come è stato possibile effettuarne il trasporto da Genova all’Alpicella, visti i limitati mezzi a disposizione e lo stato delle strade e poi che tecnica si è adottata per riposizionarli?

Le modalità di trasloco, di questi imponenti gruppi marmorei, sono state tramandate e descritte tutte le peripezie di quel lungo viaggio.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile, senza la devozione e il senso di appartenenza della comunità dell’Arpiscella, che si riconosce e si raduna in questa Chiesa.

Le foto, non hanno bisogno di testo, questo grande edificio di culto è la più grande e significativa testimonianza di devozione, del nostro entroterra, con una grande e bella storia.

E’ però necessario una più assidua presenza e non solo durante le celebrazioni eucaristiche, ma servono aiuti concreti, la Chiesa necessita di essere manutenuta in buon stato, vanno effettuati interventi di restauro e di ripristino degli ammaloramenti specie sui muri esterni.

L’amministrazione comunale e le associazioni culturali, devono farsi promotori, anche nel nostro entroterra, per organizzare iniziative culturali, in sinergia con altre peculiarità, presenti in un territorio ricco di testimonianze di ogni tipo, dai primi insediamenti umani, alla grande storia e ai suoi tesori d’arte
Nell’ottica di una diversificazione di offerta turistica e culturale, per valorizzare le peculiarità del nostro entroterra, ma anche per reperire le risorse da destinare, al mantenimento delle tante opere d’arte, presenti in questo edificio di culto.

L’altare maggiore è impreziosito da pregevoli intarsi marmorei.

Anche per quanto riguarda la tecnica dell’intarsio e a maggior ragione di quello marmoreo, servirebbe far conoscere a chi si trova al cospetto di questi capolavori, in che cosa consiste il lavoro,per realizzare una tarsia.
A questo link le tecniche dell’intarsio
https://www.arteintarsio.com/quadri-intarsiati/tecniche-dell-intarsio.html

I grandi tipici mobili da sacrestia genovesi in noce.

In una parete della sacrestia, l’effige di Gesù Cristo in stile o d’epoca bizantina, scolpita in una formella di ardesia forse l’oggetto più antico di questa Chiesa.
Verosimilmente portata fin quassù, da qualche pellegrino, uno di quelli che transitava in direzione degli Armuzzi – Fo Lungo, dove sorgeva il monastero dra Rocca de Giuse, un presidio di fede, lungo una delle viabilità che raggiungevano la via Francigena, oltrepassando il Giovo Ligure.
