di John Ratto

Golden Gate Disposal.
Ma quando accennai questo ai miei zii e cugini, si scatenò il finimondo, mi dissero di tutto, l’ultima sentenza, fu quella di mi zia, che disse a mia madre “Non lascerai mica andare Gianni a lavorare a S.Francisco, c’è pieno di puttane ( cosa forse vera)

Perché il motto della West Coast e in particolare di S. Francisco era “In 1848 the golddiggers come in 1851 the prostites come and together they made the native son”
“Nel 1848, arrivarono i scavatori d’oro, nel 1851 arrivarono le prostitute e insieme crearono il figliolo nativo” ( in lingua inglese fa rima)
Per tutte le suddette ragioni e nonostante il veto dei parenti, a settembre del 1956, decisi di andare a lavorare a S.Francisco, anche lì i soci ,186, erano quasi tutti liguri, infatti uno dei requisiti per diventare socio, era quello di sapere parlare il genovese, cosa non scritta nello statuto perché sarebbe stata considerata razzista, quindi illegale, ma per raggirare questa norma, lo statuto prevedeva che per diventare socio, ci voleva il benestare del club Liguria, nel quale si poteva farne parte solo se si era liguri, essendo poi un club privato, non doveva sottostare alle leggi antirazziste.

Ma, se una persona era particolarmente valida, poteva diventare ligure onorario, pagando una piccola somma e partecipare ai corsi per imparare a parlare il ligure.
S.Francisco, affettuosamente chiamata, The City dai San Franciscani e Frisco dai volgari.

Città interessante, per le sue peculiarità, North Beach, la zona dove tutti gli italiani vivevano, per questo era chiamata anche la piccola Italia dell’ovest, poi Chianatown, la comunità cinese più numerosa, fuori dalla madrepatria.
Quando arrivai a S. Francisco alla fine del 1956 la città conservava ancora qualche piccolo ricordo del vecchio west, come il Barbary Coast un’intero isolato sulla Pacif Avenue, dove una legge speciale, permetteva di lasciare aperti i locali bar e night tutta la notte, a causa di questo, dalle due di notte alle sei di mattina, l’intero isolato era chiuso, c’erano solo due cancelli di accesso, uno sulla Columbus Ave e l’altro sulla Kearny St.
Questa particolarità restò fino ai primi anni 60.

C’erano ancora tutte le linee del Cable Car, il tram che viaggiava trainato da un cavo senza fine.
Come ad Oakland, il mio intento anche a S.Francisco, era quello di diventare socio, e questo avvenne nel settembre del 1957.
Ero molto orgoglioso di essere socio della Scavenger Protective Association tradotto, Associazione per la protezione degli spazzini, nei primi anni 60 sparì il nome protezione e la società divenne Golden Gate Disposal.

Come già detto, lavorare a S.Francisco era molto duro, il comparto della raccolta rifiuti, era perlopiù composto da liguri, forse per la loro rinomata parsimonia erano molto restii all’acquisto di mezzi moderni, per rendere il lavoro meno pesante e più veloce.
Nei primi anni 60, un gruppo di giovani soci, propose l’acquisto di mezzi più idonei e moderni, di quel gruppo ne facevo parte anch’io e molti altri condividevano le nostre idee.
In questo modo, a livello societario, minacciavamo la maggioranza, nel consiglio di amministrazione, ancora ma non per molto in mano alla vecchia guardia.
Eravamo molto intraprendenti, ed eravamo alla ricerca di qualche azienda, sempre nell’ambito della raccolta dei rifiuti, da acquistare per poterla gestirla a modo nostr,o ed averne qualche profitto.
La questione dell’ammodernamento dei mezzi, fu una grossa battaglia, tra nuove e vecchie generazioni di spazzini, ma l’altro motivo di contrasto era il valore delle azioni.

Tutti i soci, avevano lo stesso numero di azioni, i giovani dicevano che valevano molto di più della quotazione nominale,
Gli anziani non erano d’accordo, perché visto il numero chiuso delle azioni, queste passavano di mano, solo quando un socio lasciava la società, per il subentro di un nuovo soggetto e se la quotazione delle azioni, era eccessiva, sarebbe stato difficile acquistarle, da parte di chi voleva subentrare al socio dimissionario.
I giovani soci, volevano che la cooperativa comprasse le azioni per abbassare il numero di soci, facendo aumentare il valore nominale di ogni singola azione.
