L’Arcu d’Arsoccu

“Ammirando la grandiosità dell’opera non dimenticate il nostro sacrificio”.

Queste parole sono incise in una lastra di marmo, fissata alla base di due lapidi, con i volti e i nomi, che ricordano due tragedie sul lavoro e le due giovani vite di Scorza Celso di anni 22 e di Siri Giovanni di anni 30, precipitati dalle impalcature nel 1956 e nel 1957, durante la costruzione del viadotto Arzocco.

Questo piccolo angolo della memoria, si trova ai piedi del piedistallo dell’arco del ponte, ai lati della strada che fiancheggia l’Arzocco, in direzione del deposito comunale.

Un piccolo muretto, trattiene un tappeto di ghiaia, dove è inserito un vaso di rose, sopra la piana di marmo, una mano pietosa ha deposto un ramoscello di mimosa, testimonianza di affetto verso quelle giovani vittime sul lavoro.

Anche oggi tanti troppi sono i lavoratori che perdono la vita in un cantiere o una fabbrica, sono le morti bianche una Vergogna d’Italia.

La rivista Structurae, un data base internazionale, delle più significative gallerie ponti e strutture in cemento armato, cita l’Arzocco Viaduct nell’elenco delle grandi opere edili mondiali e aiuta la ricerca, fornendo le coordinate 44° 21′ 48.62″ N 8° 34′ 46.01″ per chi vuole tramite google maps e street view ammirare questa pregevole opera delle imprese italiane.

Studenti e conoscitori di queste opere, sono sovente al cospetto di questa mastodontica costruzione, per presa visione e far qualche foto alla struttura.

Il ponte sul torrente Arzocco lungo 177, metri alto 38, fa parte dell’autostrada A10 già chiamata la Camionale, i cui lavori preliminari iniziarono nel 1952 sotto l’egida di AFAnas , il tratto, comprensivo di questo viadotto, era denominato Voltri-Albisola inaugurato nel 1967.

Il ponte fu costruito dalla ditta Mario Rubatto, tramite l’impiego della centina lignea brevettata dall’ing. Eusebio Cruciani ( brev. n° 432527 del 1947

Centina in legno a parete piena o senza spinta eliminata per strutture murarie ad arco di qualunque sesto) utilizzata per la prima volta , tramite l’ausilio dei giunti e tubi Innocenti, anche questo tipo di sistema di ponteggio, da poco in uso nell’edilizia fu molto pubblicizzato proprio durante la costruzione di questo ponte.

Le immagini parlano da sole, tramite le belle foto estrapolate dall’Archivio Fotografico Varagine.

Fu un’opera poderosa, frutto dell’ingegno dei progettisti e di chi poi mise in pratica le loro idee e i loro calcoli.

Molte furono le difficoltà che dovettero affrontare i tecnici e gli operai che a rischio della loro vita portarono a termine quest’opera in due anni dal “56 al “57.

Oggi questo ponte e tutti gli altri, come il viadotto la Mola a doppio arco.

E il vertiginoso viadotto Portigliolo, presenti nel territorio del nostro comune, costruiti con la tecnica ad arco, sono ritenuti, opere di straordinario ingegno, ammirate da chi è addetto alla costruzione di infrastrutture.

Fu un vanto anche di quell’Italia, appena uscita da una disastrosa guerra, grandi opere realizzate con i pochi e limitati strumenti e attrezzature a disposizione.

Fu inaugurato nel 1958 era una domenica e molte persone salirono lungo il pendio, della collina degli Ersci, per vedere passare il corteo con il presidente della repubblica Giovanni Gronchi che con le altre autorità convenute inaugurò questa mirabile infrastruttura.(Vassile Ciapaiev)

Il viadotto Arzocco appena terminato, faceva bella mostra di se con il suo bello e armonioso arco, che univa le due colline del Carmettu, e degli Ersci, scavalcando l’alveo dell’Arzocco a cui deve il nome.

Lo si notava subito, come si evince dalle foto dell’epoca non appena si svoltava la curva dell’Aspera, provenendo da Savona, faceva da sfondo ad una centro urbano già in fase di espansione edilizia, ma ancora rispettoso di questa bella opera .

Oggi il viadotto Arzocco è semicoperto dal grattacielo di Varazze, un palazzone di 10 piani e 42 appartamenti costruito negli anni 70, in una zona esondabile, che raggiunge in altezza, l’impalcato del ponte e ne occlude di fatto la vista.

Il viadotto fu anche testimone silente di un fatto di cronaca vergognoso per la nostra città, nel 1974 un’ autocarro che trasportava formaggi e latticini, forse a causa di un colpo di sonno dell’autista, sfondò il guard rail precipitando nella scarpata sottostante, l’uomo perse la vita restando incastrato nella cabina, furono chiamati i vigili del fuoco per estrarre il poveretto.

Ma nel frattempo, incuranti della presenza del corpo straziato dell’autista, torme di varazzini, con un passaparola e poi con un passamani, avevano già portato via buona parte del carico disperso lungo il pendio e all’interno dell’autocarro.

foto Archivio Storico Varagine

Nota dell’autore

Gli articoli sono di libera fruizione e possono essere utilizzati in copia, previa comunicazione e citando la fonte, in alcun modo ne deve essere modificato il testo.

Lascia un commento