
Il Cantiere un’altra Storia
Nell’officina a caldo, alcuni addetti e u Gnascin, costruivano i perni in bronzo siliceo, per accoppiare fra di loro i vari componenti dello scheletro dell’imbarcazione, questo locale era attrezzato con una forgia, un maglio e una pressa a bilancino.
A seguire il Locale Marmitte, regno du Nasario con calandra piegatrice e taglierina.
Poi il Reparto Saldatura in acciaio e alluminio, con Alipede, qui quando si allestivano le barche in legno erano già costruiti alcune parti, quali scalette e altri particolari di bordo in alluminio.
Era compito du Bugioa, fare i serbatoi del combustibile sempre in alluminio, costruiti su misura per ogni imbarcazione.
Nell’Officina Motori e Gruppi Elettrogeni, lavoravano Liotta u Pumin e u Pumpierin, qui erano effettuate le messe a punto e la revisione dei motori diesel marini GM e le prove di carico dei gruppi elettrogeni d’emergenza di marca ONAM, che erano effettuate, tramite immersione graduale dei conduttori in acqua, per simulare la variazione del carico applicato, queste prove, che oggi sarebbero proibite, perché troppo pericolose, erano veri e propri collaudi, atti a verificare l’affidabilità delle apparecchiature principali e ausiliarie, e si protraevano per diversi giorni .
Al primo piano in un locale ampiamente finestrato, stavano i capi officina, che supervisionavano le attività dei vari reparti.
Bella e funzionale l’Officina Macchine Utensili, con ben 5 torni paralleli, 1 fresa e diversi trapani a colonna, qui lavoravano u Cicci, Canepa, Valle, Locatelli e Serafino.
C’era un locale dedicato, dove si costruivano i timoni e componenti per la plancia in alluminio.
A seguire l’officina, dove Guetta, costruiva le cubie, ovvero la guida, dove scorreva la catena dell’ancora.
In un locale apposito, erano assemblate le gruette, quelle utilizzate per le scialuppe di salvataggio.
I tubisti Capra, Sergio, u Bisara e Mariu de Invrea, erano gli addetti per la posa in opera degli impianti idrici.

continua
foto Archivio Storico Varagine
