A Milan Sanremu

Da figgiò, a San Giuseppe, appena finito di mangiare, mio papà e mia mamma portavano me e mia sorella Clara, a vedere la Milano San Remo, di solito davanti al distributore della Esso, dove l’Aurelia fa una piccola curva,

Eravamo piccolini e i nostri genitori, ci prendevano in braccio, per veder qualcosa in mezzo a quelle teste tutte tese verso Genova, dove da un momento o l’altro dovevano sbucare i corridori.

Il passaggio a Varazze era sempre doppu un bottu, dopo l’una. Tutta Varazze era presente ai lati dell’Aurelia, l’arrivo della corsa era preceduto da alcune auto, che vendevano i ricordini, oggi chiamati gadget, relativi alla classica di primavera.

Poi iniziavano a passare le auto dell’organizzazione della corsa e lì era facile scorgere Torriani, il patron del Giro d’ Italia e della Milano Sanremo, su di un’auto decapottabile a seconda delle condizioni climatiche, a seguire le auto dei giornalisti, infine quando arrivavano le Moto Guzzi della polizia, quello era il segnale, dell’imminente arrivo dei corridori, accompagnate dalle grida di incitamento da parte di chi aveva riconosciuto nel gruppo il suo beniamino, ma era solo una sorta di vanteria, difficilissimo riconoscere qualcheduno quando arrivava i gruppone.

Tutto finiva in un attimo, con una folata di vento, i ciclisti sfilavano via lungo l’Aurelia, erano cosi quasi tutte le Milano San Remo viste a Varazze.

Ma forse il vero spettacolo erano le persone, convenute da chissà dove tutte li’ lungo l’Aurelia per essere presenti a quella che era una vera e propria attrazione, da non mancare ogni anno il 19 di marzo.

La sfilata ….però non era terminata, dovevano transitare ancora le innumerevoli auto delle squadre, con tutte quelle belle biciclette di scorta e le ruote a raggi che luccicavano mentre l’aria le faceva girare, era questa la cosa che da bambino mi piaceva vedere.

Se la seconda staffetta motociclistica, tardava a passare, allora voleva dire che c’era qualche corridore in difficoltà, in pratica senza nessuna speranza di arrivare in tempo utile a Sanremo e infatti dopo qualche minuto, ecco che arrivava prima uno sparuto gruppetto, poi ancora qualche corridore in ordine sparso.

Gli ultimi corridori erano gli unici che guardavano la gente, assiepata lungo il percorso, come a cercare un po’ di incoraggiamento, che comunque non mancava mai ed erano invitati a proseguire, ma forse aspettavano solo un tratto di strada isolato, per ritirarsi dalla corsa e essere recuperati da un apposito pullman, che a bordo aveva già alcuni dei ritirati, come un cattivo presagio, l’ultima macchina al seguito era un’ambulanza.

Come al solito se a Varazze i corridori erano ancora tutti in gruppo, difficilmente qualcheduno riusciva ad andare in fuga prima di Sanremo e di solito tutto si decideva sul Poggio e la discesa, prima del traguardo di via Roma.

Si poteva tentare la fuga durante la lunga discesa del Turchino, ma doveva essere organizzata bene e magari a tavolino prima della partenza, e questo accade nel 1970 quando un gruppetto di una decina di corridori, giunse ad affrontare la discesa del Turchino con un buon vantaggio, di questo gruppo faceva parte anche Dancelli, che riuscì ad arrivare per primo in Via Roma a Sanremo con qualche minuto di vantaggio.

Dopo 17 anni, finalmente un italiano vinceva la Milano Sanremo, fu un chances tentata per prendere in controtempo il Cannibale che aveva vinto l’anno precedente, quell’ Eddy Merckx che il 2 giugno del 1969 era stato squalificato per doping, ed espulso dal Giro d’Italia, dopo l’arrivo della tappa Parma-Savona ma che si era prontamente riscattato vincendo il Tour quello stesso anno.

Nel 1970 perse la Milano San Remo ma vinse Giro e Tour.

A questo link Merckx Cannibale o Orco http://www.ilciclismo.it/dev/index.php/app/ilciclismo/ilciclismoID/session/mod/pages_news_details/page_id/6859/chapter_id/4

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