
27 marzo 2021
Al bivio del Pero, in direzione Alpicella, in basso a sinistra all’inizio del ponte in località Ca-dana, nascosti dalla vegetazione, ci sono i resti di una cava di pietre.

È un affioramento de pria sciappo’, scisto, una pietra da costruzione molto ambita, perche’ facile da asportare e da ridurre in sezioni parallele, seguendo la naturale venatura di questo tipo di formazione rocciosa.
E probabile che l’estrazione di pietre da questa cava, abbia contribuito all’edificazione della maggior parte delle abitazioni storiche di questa frazione e dei dintorni.
E’ conosciuta come la cava di Minetto dal nome del “piccapria” che qui aveva la sua attività.
L’ attuale profilo di questa cava dismessa, presuppone un probabile prelievo di pietre anche dopo la sua cessata attività.
Un residuo di terrazzamento, verso la parte sommitale, testimonia la presenza di una mulattiera, per il prelievo e trasporto, in questo punto si ha una visione complessiva di questo affioramento e la percezione del notevole prelievo a seguito dell’attività estrattiva.

Le lastre di pietra, staccate da questo blocco di scisto, erano ridotte sul posto, per essere utilizzate in formato a uso edificatorio e gli scarti di lavorazione affiorano lungo il pendio.
Chi erano quei lavoratori che se sciappavan a schena a spaccar e a cammalar pietre?
I piccapria un’attività tra le più faticose ma anche molto pericolosa, molti gli incidenti sul lavoro.
Al confine con Cogoleto, nei pressi dell’ex Casa Cantoniera negli anni 50 morirono quattro cavatori, durante una pausa di lavoro, travolti da un distacco di rocce.
Alcune cave de prie, dismesse, si trovano sparse per i nostri boschi, di molte non abbiamo più memoria.
Non è possibile quantificare quanto materiale roccioso è stato cavato dai nostri bricchi, una quantità enorme!
E pe ogni pria, na man d’ommu a l’ha sciapo’e camalò n’otra man d’ommu a l’ha poso’
