Un Serciu de Prie

21 marzo 2021

Lungo la strada di Fo Lungo arrivando dalla zona Piccolo Ranch, a destra, prima del guado del rio Preadansa, su di un pianoro leggermente sopraelevato rispetto al piano stradale, c’è l’ennesimo cerchio di pietre del comprensorio del monte Beigua.

Questi manufatti umani, se posizionati in zone sopraelevate o in prossimità di sorgenti, erano utilizzati per riti devozionali.

Molti altri quelli che si trovano nei boschi e in prossimità di corsi d’acqua potevano essere cerchi di pietre che delimitavano degli insediamenti umani oppure recinti per animali, di solito ovini.

Non si conosce o e’ stato poco indagato il periodo storico della loro costruzione.

Queste testimonianze sono significative di una frequentazione assidua di antiche generazioni che da questi boschi e zone prative, traevano risorse e sostentamento.

Il recinto nei pressi del rio di Preadansa, si diparte da un gigantesco masso e ne ingloba altri, in una zona come al solito molto antropizzata e suggestiva, con la presenza a poco distanza di un salto d’acqua.

In un’altro pianoro, soprastante, delimitato da un muro a secco, un cumulo di pietre a lato di questo spiazzo, segnala una probabile, ex zona prativa a uso pascolo o fienagione.

Ma l’aspetto curioso di questo luogo è la presenza di una grande pietra, dove in una sua fenditura, sono infisse delle pietre a cuneo, un probabile tentativo di staccare questa porzione di roccia, lo spacco forse era già presente e quelle pietre avevano lo scopo di spostare questa pietra per essere poi trasportata o ridotta di dimensioni.

Un’attività interrotta, non portata a termine chissa’ da chi e perché, e su questo aspetto, si possono fare infinite ipotesi, tutte verosimili, di questa testimonianza unica nel suo genere nel comprensorio del monte Beigua.

È come se il tempo si fosse fermato e quei piccaprie da un momento all’altro, debbano ritornare per finire il loro lavoro.

La pietra era stata staccata dalla roccia madre, ora si trattava di cercar altre fenditure dove far penetrare i cunei, per ridurre ancora quel masso, troppo pesante per essere trasportato.

Questo sarà stato il loro proposito.

Ma poi le cose andarono in altro modo.

Osservando la parte inferiore della porzione di roccia spaccata dai cunei.

Si può notare una grande venatura ortogonale allo spacco

La pietra si è rotta!

Questo ha reso vano il lavoro e la fatica di quei piccaprie.

Chissà come e contro chi si imprecava in quel lontano periodo storico!

Una riflessione personale.

Al centro del cerchio, alcuni massi, recentemente divelti dal cerchio di pietre, sono stati utilizzati, per fare un rudimentale focolare,

In spregio al rispetto che sempre ci vuole, al cospetto di questi manufatti.

A questo punto e a mio parere, serve una buona e una maggior divulgazione di queste testimonianze storiche e culturali.

Presenti a poca distanza da casa nostra.

Sulla nostra montagna.

Ma sopratutto serve insegnare il rispetto dell’ambiente e del lavoro degli altri, anche di quello perduto nel tempo.

Senza questo presupposto, e’ inutile e forse dannosa la divulgazione di queste testimonianze

Lascia un commento