Le falegnamerie.

Tratto da “Olio di Oliva e Cotone” di Giovanni Martini

Proseguendo la nostra strada sciu da Teiru, si intercettava la discesa, verso il sottostante capannone della falegnameria di Mario e Paulin non ancora divisi da Paolo.

I tre soci: Perata Paolo, Siri Mario, Baglietto Paolo, iniziarono l’attività nel 1957 in un locale dietro l’officina del gas a Varazze, nel 1959 poi con la costruzione di un laboratorio di circa 300 mq, si trasferirono in località Campusantu Vegiu.

Paolo Baglietto si ritirò dalla società nel “61 rilevando 1/3 del capannone, successivamente ampliato a partire dal 1967 con la costruzione di una soletta per formare un piano intermedio e poi con l’edificazione di un fabbricato costruito in aderenza e perpendicolare al precedente.

Nell’ alluvione del 31 ottobre del 1968, la forza dell’ acqua, da Pelosi, fece crollare parte del muro di sostegno della strada, nella parte alta di via Monte Grappa, ma proprio lì vicino la furia dell’acqua, trasporto’ via tutto il materiale, di quella che era una vera e propria discarica abusiva, svelando la bella opera di presa U Beo da Fabrica.

Da Ciusa da Fabbrica, l’acqua, scavo’ fin sotto le fondamenta della falegnameria Baglietto Paolo e gran parte del legname, che era accatastato, fu trascinato via dall’ondata di piena del Teiro.

La furia delle acque, procurò seri danni alla falegnameria Baglietto Paolo, dilavando le fondamenta del nuovo fabbricato

Nel 1969 a seguito dell’acquisto di un terreno in località Teglia e con la costruzione di un nuovo capannone,la ditta Baglietto si trasferì definivamente.

Gli ex soci nei 2/3 di capannone a loro disposizione, continuarono ancora l’attività di falegnameria fino agli anni 80.

Il mio primo lavoro fu nella falegnameria di Paulin e Mario, avevo da poco terminato la terza media e nell’incertezza se continuare gli studi, passai l’estate, assunto come apprendista falegname, ma non fui quasi mai adibito alla lavorazione diretta del legno, il mio compito era quello della carteggiatura e verniciatura dei serramenti.

Queste operazioni, erano effettuate in un locale costruito in legno, sorretto da pali conficcati nel terreno come fosse una grande palafitta, era in aderenza al laboratorio della falegnameria a cui si accedeva tramite una porta e una breve scala.

In questa “cabina di verniciatura” operava Pino Canepa e il fratello Paolo sfortunatamente scomparso qualche anno, fa a seguito di un incidente stradale.

Essendo i più giovani, eravamo spesso oggetto di scherzi, un giorno inseguiti dagli anziani, che volevano cospargerci con la colla da legno, saltammo da una finestra alta due metri dal suolo!

Ripetemmo questo tipo di fuga, anche a seguito dell’arrivo di un ispettore del lavoro, fui così messo in regola con tanto di libretto di apprendistato.

Al disotto di questo fabbricato, c’era il deposito del legname e fra le colonne della “palafitta,”era stato ricavato il wc.

Aveva la porta, ma la finestra non aveva vetri, in pratica solo una turca, dove dal buco si vedeva il terreno sottostante, ricordo una frase in rima scritta sulla parete, a riprova che in ognuno di noi, al momento giusto e nel posto giusto, alberga un poeta !

Rivedo oggi, ogni tanto quei miei primi colleghi di lavoro ora nonni e con i capelli bianchi, ho indagato, senza successo sull’autore della rima

Decisi di continuare gli studi e mi congedai da questo mio primo impiego, alla fine di settembre.

Dal 1984 il vecchio laboratorio è diventato “La Bottega del Legno”succursale della ditta con licenza commerciale e la società ha cambiato nome in Paolo Baglietto & Figli

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