“Pe a Difeisa du Nostru Belu Campanin

Nel 1655 iniziarono i lavori, per spostare a levante, l’orientamento della chiesa di S.Ambrogio, rispetto alla sua predisposizione classica, con l’ingresso principale posizionato a ovest.

Questa disposizione, era uguale per tutte le chiese medievali.

Erano cosi’ orientate, perché i fedeli entrati nell’edificio religioso, camminassero verso il sole che sorgeva.

Versus Solem Orientem

La cupola stava a rappresentare la volta del cielo.

Mentre l’altare doveva essere il vertice della croce di Cristo.

Lo spostamento della facciata a levante, fu dettata da esigenze di tipo pratico.

Serviva avere una grande piazza e poi si voleva ingrandire ancor di più la chiesa vecchia, del 1300, già oggetto di modifiche nel 1500.

Quando l’edificio che era stretto fra gli alberi e il grande orto, dove oggi si trova l’oratorio di S.Giuseppe, fu pesantemente modificato, con il prolungamento della navata del presbiterio e la costruzione di alcune cappelle laterali.

Resta il rimpianto di aver perso, a seguito di questi ingrandimenti, la stupenda facciata della chiesa romanica, rivolta a occidente.

Come ben descritto nei testi dell’epoca, aveva un pregevole portale in marmo, un capolavoro artistico, distrutto, solo per l’imperante moda barocca e la smania di grandiosità degli edifici religiosi.

Anche gli interni, subirono radicali trasformazioni, furono costruite nuove cappelle e la cupola.

Molte furono le donazioni, fatte alla curia, da parte delle famiglie benestanti di Varazze e di semplici cittadini.

La nostra comunità, partecipò alla costruzione della quarta chiesa di S.Ambrogio, anche con le proprie forze fisiche, di chi prestò gratuitamente o a basso costo la mano d’opera.

La chiesa fu ultimata e la facciata in barocco, realizzata con linee eleganti pulite, come si evince dalle foto.

Ben proporzionate, in una sorta di mutazione stilistica, si armonizzavano con la romanità del campanile

La piazza fu abbellita nel 1759, con una bellissima tipicità ligure u risso’ de prie, un mosaico di ciottoli di mare, bianchi e neri, messo in opera e donato, dalla famiglia Lomellino.

Ma lo stile barocco delle chiese, si era trasformato, era diventato uno strumento, che doveva segnare il passaggio dallo spazio interno, allo spazio urbano

E quella facciata barocca, anche se riusciva ad armonizzarsi con il campanile romanico e la piazza di ciottoli di mare, non espandeva verso l’esterno, la magnificenza delle opere d’arte e decorazioni interne.

Così fu deciso che la facciata andava rifatta.

La scelta di costruire l’attuale grandiosa facciata, fu causa di aspre divergenze e la nostra comunità si divise in due fazioni.

C’era chi, come i rappresentanti del clero, voleva esagerare, con lo stile barocco, per armonizzare la facciata, allo sfarzo degli interni della chiesa e a questa volonta’ aderirono molti fedeli.

Il progetto di questa realizzazione, era stato offerto gratuitamente alla curia, dall’ing. Luigi Camogli

Un’altra fazione, capitanata da Giovanni Patrone, contraria all’esibizione di tale ricchezza in un luogo di culto, propose la realizzazione di una facciata più razionale in stile romanico, che doveva intonarsi allo stile del “campanile russu” come si vede nella foto.

Il progetto di Patrone, a mio parere, era molto bello!

Doveva essere costruita in mattoncini con i tre rosoni, il porticato e le colonne delle bifore in stile come il campanile.

I motivi che dovevano giustificare questa scelta furono elencati e descritti dallo stesso Patrone, in un opuscolo edito nel dicembre del 1912 “Per la difesa del nostro bel campanile”

L’uscita di questa pubblicazione, fu, non per caso, nel mese del Santo Natale, dove la chiesa celebra la natività di Gesù, nato in un’umile capanna, lo scritto contenuto in quel libricino, dal tono molto polemico, ma che argomentava molto bene le convinzioni di Giovanni Patrone, assolutamente contrario e alternativo al progetto di Camogli, contribuì a creare un clima di forti discussioni e divergenze nella nostra comunità, fra le due tifoserie.

Quello fu la prima, una delle poche volte, nella storia del nostro comune, dove tutti i cittadini parteciparono in modo massivo ad una discussione, su di una grande opera, che si stava realizzando nella nostra città, parteggiando per l’una o l’altra opinione

Nonostante la mobilitazione popolare il Sovraintendente ai Monumenti per la Liguria arch. D’Andrade confermò il nulla osta, che era già stato rilasciato a ottobre di quello stesso anno, per l’inizio lavori secondo il progetto dell’ing. Camogli.

I lavori edili dell’attuale facciata furono affidati all’impresario Ottonello e allo scultore Nino Italia, le opere ornamentali, entrambi sotto la direzione del progettista .

Le attività iniziarono l’anno seguente, portate avanti a rilento e a causa di difficoltà economiche, furono ultimati nel 1916, ma lo scoppio della prima guerra mondiale, rinviò la solenne inaugurazione, avvenuta il 4 luglio 1920, il mese dei festeggiamenti del Beato Jacopo

foto Archivio Storico Varagine

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