
Rocca S.Anna, bric Voltui, Montebe’, Priafaia, Canain.
Con calma fermandosi a guardar i panorami e a far delle foto, ci sono volute quasi quattr’ore a completare questo bel giro, con arrivo e partenza dalla Ceresa. Ogg 14 aprile giornata di sole e con cielo terso, ideale per far il giro di questi bricchi peccato per il rinforzo di tramontana, che infastidiva parecchio specie sulla cima del Priafaia.

Spettacolare come sempre, il panorama da rocca S.Anna, con il suo inquietante precipizio, dove in età preistorica erano forse effettuati dei sacrifici agli dei, comunque da sempre luogo di culto e dove secondo gli studiosi, qui si praticava un particolare tipo di caccia che consisteva nell’inseguire e far precipitare dalla rocca gli animali, quelli più grandi difficili da abbattere.

A lato del pianoro la grotta una dei tanti ripari sotto roccia tipici di questi monti, uno dei primi luoghi di culto cristiano, con la presenza di una nicchia votiva, qui avvenne, chissa’ quando un tragico fatto, una donna insieme a suo figlio precipitarono nel dirupo, per una sessantina di metri, restando miracolosamente incolumi, forse grazie a qualche pianta che ne aveva rallentato il volo, per grazia ricevuta le famiglie della Ceresa edificarono questa cappella.
Ritorno indietro, attraverso il pianoro dove sono i resti di grandi tavolate, sono quelli della sagra della mucca bellissimo momento gastronomico e conviviale, anche questo un rito, che si perpetrava da diversi anni a base di minestrone e carne, bloccato come tante altre attività, dalla pandemia

Dopo una decina di metri a sinistra si diparte una lunga mulattiera con migliaia di pietre infisse a far da fondo a questa strada che mi porta sul pianoro del bric Voltui, qui incontro un’ altro escursionista e insieme raggiungiamo la vetta del Montebe’, altro stupendo spettacolo a 360 gradi!
Innumerevoli muggi de prie, tipici di antiche zone da fieno e per pascolo, lo stesso toponimo del monte, sembra indicare la specie animale, che pascolava in questi scoscesi pendii.
La mia meta, era il monte Cavalli, ma desistiamo visto il forte vento. Su questo monte tra il 10 e 16 aprile del 1800 i francesi di Napoleone affrontarono in una serie di sanguinosi scontri gli austroungarici

Avevo preavvisato il signore escursionista, in primis del mio passo meno performante e poi del mio osservar e perder tempo a guardar i manufatti in pietra e infatti sapendo che mi sarei fermato a fotografarla, lo vedo fermo ad aspettarmi presso una trunea, il cui nome deriva da trun, tuono, un rifugio dai temporali estivi, con annesso posatoio per chi doveva “camallo'” le balle di fieno, insieme raggiungiamo le falde del Priafaia m.964.

Lui non se la sente di salire in mezzo alle pietre, il vento in questo punto è veramente forte e le folate improvvise fanno perdere l’equilibrio.


Scendo le grandi praterie del Priafaia a lato del bric del Vento, imbocco la lunga mulattiera al cospetto del massiccio del Beigua e con vista alle pietre della Liggia.
Altri posatoi lungo il percorso testimonianze di luoghi di fienagione e della fatica a trasportare i lenso’ de fen.

Il grande recinto in pietre, preannuncia l’arrivo al sentiero megalitico, la più bella attrazione del nostro entroterra, dall’aspetto dismesso, evidenziato dalla cartellonistica sbilenca e dagli alberi che sono caduti di traverso al percorso.

Il Sentiero Megalitico è comunque sempre molto frequentato, qui incontro una decina di persone e altri escursionisti in direzione del monte Greppino.
