Una Bella Giornata

Dedico questo racconto, a quegli uomini, che almeno una volta nella loro vita, hanno sofferto, per un sentimento non corrisposto, che hanno reagito ognuno a loro modo, ma mai con la violenza!

In tanti, chissà dove, abbiamo un posto del cuore, una panchina, un muretto o altro, con un ricordo giovanile, di mani che si stringevano, con promesse per la vita o di un’amore finito, dimenticato dal tempo che passa o sempre vivo, nonostante tutto.

Un ragazzo de Rensen, molto tempo fa, quando era uso, far quattro chiacchiere nelle pause di lavoro, un giorno mi disse “E’ una bella giornata” “Invece che in trattoria, perché non ci mangiamo due panini dalla torre?”

La torre saracena di Arenzano è quella che si trova a lato della chiesa del Bambin Gesu’ di Praga, ci si arriva dopo un paio di tornanti, prendendo la strada per la località Ceresa.

Ci sono ancora oggi, sotto alla torre, due panchine in cemento, dove mangiammo i panini con due lattine di coca. “Sai una cosa” mi disse “Non è per caso che siamo qua” io chiesi il perché e per tutta risposta, lui iniziò il racconto di un’ amore giovanile, ricordo ancora questa frase “Era una bella giornata di maggio, quando la vidi, per la prima volta, lei era bella, con un sorriso che ti apriva il cuore!”

Poi questa loro breve storia finì, lei proprio lì su quella panchina, dove eravamo seduti, guardandolo negli occhi, le disse “Finiamola così, fra me e te, restiamo solo buoni amici”

A questo punto, si mise a piangere, io non sapevo che dire, che fare, la risposta più ovvia era ” Ma dai su….. dopo tanto tempo ma-che-te-frega! Donne al mondo ne abbiamo sette a testa!”

Ma non diedi voce a questa banalità, perché capii, quanto lei era ancora importante per lui, quando mi disse “Ci vengo almeno una volta all’anno, sotto questa torre e così, come siamo io e te, mi siedo qui, su questa panchina, penso a lei sorrido, piango, le parlo e poi, prima di andar via, riscrivo il mio nome e il suo, nel solito posto in un angolino sul cemento” e mi fece vedere dove stava per scriverlo ancora una volta.

Finimmo quella strana e imbarazzante, pausa pranzo e ritornammo al lavoro.

Poi la vita continua e ognuno va per la sua strada, io dopo un paio d’anni cambiai lavoro, restammo in contatto e ci si vedeva ogni tanto e poi ci siamo persi di vista, ognuno a rincorrer i propri guai.

Non l’ho mai più rivisto. Seppi che era andato via dall’Italia, in una missione, in Africa.

Dopo quella bella giornata, chissà quante volte, sarà ritornato, sotto quella torre, con i suoi ricordi, a riscrivere ancora, quei due nomi, su quella panchina.

Ma come si dice, il tempo prima o poi guarisce le ferite e lenisce i dolori e così sarà stato anche per lui.

Forse per caso o volutamente, qualche anno fa, sono ritornato al Bambin di Praga, sotto a quella Torre, per cercare quella panchina e vedere se il tempo aveva conservato o cancellato quei due nomi.

Ma quando sono arrivato, quasi non riconoscevo più il posto, qualcosa era cambiato, sotto e intorno a quella torre avevano tagliato degli alberi e fatto dei lavori, le due panchine comunque c’erano ancora

.. ma non potevo mica disturbare quella coppietta, che proprio lì seduta su quel cemento, mi aveva visto arrivare….. e che avrà pensato “Che rompiballe sto qua!” feci un paio di foto alla Torre e andai via.

Sulla via del ritorno, pensai a quei giovani, seduti proprio su quella panchina, che strana circostanza averli trovati lì!

…. avrei potuto raccontar loro, questa storia, ma non lo feci….. a chi può interessare una storia di tanti anni fa? E chi può capire, oggi, tanta nostalgia per un’amore perduto?

E poi era una bella giornata…..

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