
2 maggio 2021
Mi era stata raccontata in un paio di occasioni, la storia, di una madonnina sulle alture di Casanova, che aveva voltato lo sguardo, al passaggio delle truppe napoleoniche, notoriamente anticlericali, ma che si era voltata anche in un’altra occasione , quando durante l’occupazione tedesca, un soldato del Führer in segno di scherno, le aveva offerto una sigaretta.
C’è chi dice anche, che si voltasse per non ascoltare le imprecazioni dei carrettieri che passavano di li’ lungo la via del legno!
Storia o leggenda che sia, esiste veramente un edicola votiva, con il profilo di una Madonna, ma una scritta quasi illegibile svela l’effige di sua mamma, S.Anna, scolpita su di una formella in pietra.
Questa immagine sacra è murata sopra un pilastro, inserito in un grande muro di cinta, presso un crocevia, della via del legno, che da Cian de Banna, si inerpica con un andamento molto ripido e arriva nella località Giavarosso per poi proseguire verso le Faje e le foreste del Beigua.

E’ una via de lese, da qui arrivavano ai cantieri navali di Varazze, la legna per u fasciame, badai e stamanee pe i Ciantè de Vase.

Dalle informazioni ricevute, dovevo iniziare le ricerche di questa edicola votiva, da Cian de Banna in via Sciandra.
Salendo lungo la via del Legno, questa zona è anche chiamata i Buei, toponimo che deriva dai buoi, forse per oltrepassare questo punto, dove la discesa è particolarmente ripida, era aggiunto uno o più tiro di buoi.

Salendo non ho visto il pilastro, che incorpora l’effige di S.Anna, continuando sono arrivato in una zona prativa, con una grande casa colonica in una bella zona soleggiata, denominata Cian Merlin, il sentiero si fa strada, con una ripida salita si giunge sull’asfalto, qui dopo un paio di curve c’è un nicciu, ricostruito nel 2006, con una statua della Madonna del Carmine, ma non era quello che stavo cercando.

A lato di quest’edicola, inizia un sentiero a scendere, che sovrasta il letto del rio Merlin e ritorna alla strada, che avevo percorso in precedenza, in un crocevia con diverse crose, imbocco quella delimitata da un grande muro in pietra, una vera e propria cinta muraria, di una importante proprietà e noto nascosto dalla lelua, un pilastro, dove si intravede la sagoma rotonda di una antichissima formella in pietra.
Tolgo l’edera dalla sommità di questo muro, ed ecco quello che stavo cercando!
Il profilo di S.Anna è rivolto alla sua sinistra, verso la via del legno e in effetti, sembra avere l’espressione sdegnata.
Il volto è posizionato con lo uno sguardo rivolto verso l’arrivo di quella stra da lese, dove c’era chi, con fatica, trasportava i legni, per approvvigionare le industrie della nostra città.
Il volto ha le labbra e il naso ancora ben delineati, un velo appena abbozzato le ricopre il capo.
Chissà qual’è la sua storia, dalla pietra molto consunta, dovrebbe essere molto datata.
Sulla verticale verso il sciu da Teiro si erge la chiesetta di S.Anna

La formella è posta a oltre due metri di altezza, per raggiungerla e ripulirla, serve perlomeno avere uno sgabello sotto ai piedi.
Ingrandendo la foto si evidenzia una scritta, con l’intitolazione a S.Anna.
Incastonate nelle pietre, due sottili lastre di ardesia, che forse sorreggevano una lapide o una mensola per i fiori.
Anche per questo antico manufatto prima che sia troppo tardi, serve manutenerlo effettuarne la pulizia e controllarne l’integrità

Proseguo lungo questa strada, ora delimitata a sinistra da alto muro di contenimento di un grande terrazzamento soprastante, alla mia destra l’imponente muro di cinta, che mi conduce ad una grande casa colonica diruta, con i segni di un’incendio.


Anche questa edificazione è stata fatta in un luogo impervio, in modo da sfruttare al massimo l’utilizzo delle aree idonee per la coltivazione.

Le mura interne sono intonacate nella parte destinata ad abitazione, mente le pietre a vista sottostanti, erano i locali dove erano ricoverate gli animali da pascolo mucche o pecore.

Anche in questa località il lavoro dell’uomo ha modificato fortemente il territorio dove era un’acclive pendio, sono stati costruite imponenti mura in pietra di buona fattura, ancora perfettamente integre e alcune case, ora è tutto completamente abbandonato.

Al cospetto di questi mirabili manufatti sembra che il tempo si sia fermato a quando questa via, era l’unica comunicazione verso il mare e l’entroterra, il monte Beigua e oltre, era molto trafficata con il trasporto di legname e con i commerci.
Il selciato e i muri di contenimento della via del Legno, furono ripristinati, da prigionieri austriaci della prima guerra mondiale, arrivati a Casanova dai campi di prigionia.

Al ritorno mi fermo presso il bel ristorante La Vecchia Fattoria dove saluto il capostipite Andrea u Landun, un discendente della grande famiglia Dondo degli Infanti, una delle più antiche famiglie di Varazze, nato a Varazze il 02/10/1924, 97 anni ben portati sempre di buonumore e con una bella memoria.

Mi offre gentilmente un caffè, mi siedo a far due chiacchere con lui gli chiedo qualche notizia di Casanova e lui poi mi racconta qualcosa della sua vita il soprannome u Landun deriva dalla primitiva attività di famiglia i trasporti effettuati con una carrozza chiamata Landò.
E’ una delle famiglie da sempre a Vase, Dondo degli Infanti era parente di Guglielmo da Varagine, nel 1246, ambasciatore della Repubblica di Genova alla corte del re di Francia Luigi IV.
Dondo degli Infanti, Dundu du Suà, era un costruttore di navi e nel 1248 ottenne la commessa di costruire per Luigi IV, le navi per la crociata in Terra Santa.
Fu uno dei periodi piu esaltanti della cantieristica di Varagine con quattro grandi navi in costruzione sulle spiagge del Solaro e del Borgo.
Le cronache del tempo tramandano oltre all’imponenza delle imbarcazioni anche il lusso degli arredi interni denominati “paradisi”
Andrea lavorò anche nei cantieri navali, dove aveva collaudato alcuni MAS, prestò il servizio militare in marina, a fine guerra arrivo’ con la sua famiglia in località Sciandra, dove avevano delle coltivazioni, poi apri’ il ristorante La Vecchia Fattoria.
I raviò ciu buin se mangian da a Vecchia Fattoria!

Mi fa vedere alcune foto di processioni, lui era Priore della parrocchia di Casanova, poi ancora foto dei parenti in America.
Noto che non porta gli occhiali e lui mi dice che ha gli occhiali, ma li mette solo quando c’è poca luce!
Ci salutiamo e mi ringrazia, di essermi fermato a far due chiacchere con lui.
Ciau Dria!
