
In questo giorno, nel 1978, si concluse in modo tragico il rapimento Moro, sequestrato il 16 marzo, dopo quasi due mesi, il 9 maggio, il corpo dello statista fu fatto ritrovare a metà strada fra le sedi della DC e del PCI i due partiti che si dividevano l l’elettorato, da quando era nata la Repubblica Italiana.
Per me e i miei commilitoni, a vent’anni con le stellette, militari in una caserma, persa nella campagna bolognese, il 16 marzo, iniziò un brutto periodo.

Tutte le caserme d’Italia furono messe in stato di preallarme, bloccate le licenze e rafforzati i servizi di guardia.
Io da poco nominato sottufficiale, fui “comandato” a fare il capoposto, ad altri ragazzi di vent’anni, senza nessun addestramento specifico, a seguito dello stato di allarme, si doveva fare la guardia ad un “obbiettivo sensibile” nel centro urbano di Bologna.
Alla batteria a cui ero aggregato, la BCSR della Caserma Viali, fu affidato il servizio di guardiania, ad un passo carraio, di un ex caserma, dove nella palazzina erano stati alloggiati per motivi di sicurezza al sicuro dai terroristi, ufficiali delle più svariate divise e armi e altri militari di carriera, insieme alle loro famiglie.
Due soldati dovevano presidiare l’esterno del passo carraio e controllare i due sensi di marcia della strada, altri erano addetti a comandare l’apertura della sbarra, ogni volta che arrivavano, quasi sempre a sirene spiegate, le auto blu di stato, con a bordo chissachi’ con la scorta di auto della polizia.
Ma la nostra presenza in quel “obbiettivo sensibile”, questo l’ho capito dopo qualche tempo, decisa dai vertici militari, serviva da deterrente, mai le br avrebbero sparato a dei soldati di leva!
In pratica fummo usati come scudo umano
La conferma di questa strategia adottata, era la presenza di un mezzo blindato, con quattro carabinieri all’interno della caserma che sorvegliava il passo carraio, in una posizione più defilata.
Si facevano i turni di guardia con il colpo in canna.

Giunse in quei convulsi giorni la notizia dell’uccisione alla Cecchigniola, di un incursore di marina, un corpo speciale, tristemente famoso e temuto per le sue incursioni, a danno dei soldatini di leva.
Faceva parte del loro addestramento notturno, sopraffare e rubare l’arma al povero militare di leva, durante il turno di guardia, con tutte le conseguenze penali del codice militare che comportava, la mancata riconsegna dell’arma!.
Quella notte all’incursore, era andata male, forse aveva sottovalutato la forza della disperazione che avevamo tutti noi, ragazzi di leva a vent’anni con le stellette, in quella tragica primavera del 1978.
