
Io Giorgio e Roby, arriviamo a Colla S.Giacomo, dove lasciamo l’auto, questo crocevia, fa parte dei percorsi napoleonici e fa riflettere oggi, con i tuoni di guerra in Europa, leggere la targa dedicata a coloro che su questi bricchi ai primi dell’800 se le diedero di santa ragione.

E’ vero, che chi vince fa la storia, ma quelli che hanno vinto, non erano sempre dalla parte della ragione, comunque mai dalla parte del popolo, quello da sempre è stato carne da macello e poi da cannone.

Come sempre in simma a un briccu duvve ghe passan in tanti gh’è na giescia.

La chiesa di S.Giacomo era uno dei tanti punti di passaggio del cammino verso Santiago di Compostela. Questi due pellegrini, sconsolati, han trovato chiuso

In questo edificio di culto, si apprezza, l’angolo cottura e la sala mensa. Il rifugio è sempre aperto per i viandanti, sorpresi da pioggia, vento o buio.
Dopo queste doverose e seriose riflessioni, io Giorgio e Roby, proseguiamo verso i Fo di Benevento, raggiungibili con uno sterrato, fra boschi misti con antiche carbunee, sotto il fruscio delle pale eoliche

Eccoli i fo, sono quattro enormi fusti in fila verso valle, detti matricine perchè risparmiati dai tagli a scopo riproduttivo.

Un particolare, denota la lungimiranza, di chi ha preservato queste piante dal taglio, il sottofondo costituito da ciottoli e pietre è di tipo alluvionale, in questo avvallamento, scorre una vena d’acqua, visibile solo dopo abbondanti piogge, ma che garantisce un costante apporto idrico all’apparato radicale.

Che dire, al cospetto di queste possenti piante, si percepisce tutta la forza della natura.

Spettacolari le loro fronde

L’esemplare più grande, il cui diametro era di sette metri, causa una malattia si è abbattuto qualche anno fa.

Su un residuo del suo tronco, le pietre del buon ritorno.

Le incredibili contorte, ramificate radici dei faggi, sono caratteristiche proprie di queste piante, capaci di vivere anche 500 anni!

Radici dove hanno radicato colonie di muschi.

La corteccia liscia dei faggi da sempre è fatta oggetto di incisioni, nomi, date simboli ecc.
Oggi per un sopraggiunto senso civico ( e multe) sembra sia passato di moda incidere i propri nomi sui tronchi. Ma non si può far a meno di pensare chi erano le persone che molti anni fa, hanno lasciato qui un segno del loro passaggio, in questo posto e in questo mondo.

Quale sarà stata la loro vita e quante volte saranno ritornati, a vedere quei loro nomi date o simboli, che avevano inciso incisi su questi tronchi?

Ci alterniamo nella posa, a far foto, con i miei compagni di viaggio, colleghi per sempre, come li chiamo io.


Bello ritrovarsi, basta un riferimento, una parola un nome e si è sempre in sintonia, ricordar cose, anche se già ripetute mille volte, ci fa sempre ridere!
Giorgio, gran chiacchierone, oggi con Roby ha trovato un valente interlocutore!
Troviamo il tempo, di visitare l’incredibile casa colonica di Roby.

In questa bella casa, dagli interni accuratamente affrescati, con geniali soluzioni estetiche, facciamo conoscenza di Piero, l’autore di questi veri e propri capolavori, un’artista, ma anche persona di ingegno e perizia, veramente bravo!

Un caffe in un bar di Mallare, conclude na bella giurnò con u Giorgiu e u Roby.
