
Voglio ringraziare Giovanni Parodi, per l’opportunità avuta, nel consultare la sua collezione, del “Gazzettino di Varazze” vero e proprio archivio di notizie, della Varazze degli anni 60/70
Nella copia del 24 marzo del 1973, un esaustivo articolo a firma di Giamberto, elenca, mese per mese, nell’arco dell’anno, il tipo di pesca che era effettuata nel mare di Varazze.
Nel mese di aprile, Giamberto, illustra la pesca effettuata con le lampare..

Quelle lucine tremolanti, che da bambino mi piaceva guardare, quando in gran numero, illuminavano la notte creando, un cerchio di luce sulla superfice del mare.
Le lampare, facevano la comparsa all’arrivo delle acciughe e seguivano i passaggi di altri branchi di pesce.
Anche questa, un’altra attività scomparsa da decenni dalla nostra città.
La Pesca nel mese di aprile
Nel mese di aprile, quando il tempo è mite si pratica la pesca con la lampara. Tra i pesci di passaggio abbondano i lascerti e le anciue.

La cattura avviene nelle ore notturne e possibilmente con lo scuro di luna. L’attrezzatura per questo tipo di pesca comprende una grossa barca a motore, con a bordo la rete e tre o quattro e a volte di più gozzi, con le lampare, che possono funzionare a gas o a batteria.

Quando le barche si trovano in mare aperto i piccoli gozzi si dispongono ad una certa distanza l’uno dall’altro e con le lampare accese e richiamano e raggruppano i pesci verso l’alto.
Tra i pescatori più esperti c’è chi asserisce che le bollicine che risalgono dal branco dei pesci siano sufficenti per stabilire la quantità e la qualità del pesce che si trova sotta la lampara ( se le bollicine sono di piccole dimensioni trattasi di acciughe se le bolle sono più grandi e distanziate è molto probabile che sia un branco di sardine)
I pesci sotto le lampare effettuano degli spostamenti, ruotando sempre in senso orario, intorno al fascio di luce.
A questo punto, calcolata la quantità di pesce, se si ritiene conveniente, ci si prepara per la calata della rete.

I vari gozzi con le lampare, si avvicinano lentamente, l’uno all’altro, portando sotto un unico fascio di luce, tutti i pesci, poi tutte le lampare vengono spente, tranne una.
La rete per questo tipo di pesca ha dimensioni molto grandi, la sua altezza, varia dai trenta ai settanta metri e la lunghezza può superare i duecento metri.
Una sagola, scorre all’interno degli anelli nel fondo della rete.

La rete viene calata molto velocemente, intorno all’unica lampara rimasta accesa.
Si procede alla chiusura del sacco, iniziando a tirare la sagola dal fondo della rete, fino a portarla in superfice.

Lentamente, la rete viene issata a bordo, il compito del gozzo con la lampara accesa è terminato e se ne esce dal cerchio della rete, ormai molto ristretto, senza trascurare di tenere sollevati il più possibile, gli ultimi sugheri rimasti in mare, onde evitare che parte del pescato salti fuori.
E’ questo il momento più atteso e più spettacolare, della lunga notte, sul mare è tutto un ribollire e uno scintillio di acciughe.
Con appositi guadini in legno, dal manico corto, il pescato viene issato a bordo e versato in appositi cassoni, che si trovano sulla barca grande
Onde evitare, che la grande quantità di pesci, con il caldo, si deteriori, nei cassoni, sono messe alla partenza da riva, alcune liste di ghiaccio, spezzate con l’aggiunta di alcuni secchi di acqua di mare.
Questo procedimento viene chiamato u bagnu.

Il pesce, immesso ancora vivo in questo bagno gelato, si irrigidisce e si conserva molto bene.
Queste sono le frasi più significative, del bel articolo di Giamberto sulla pesca nel mese di aprile, quando arrivavano i primi branchi di acciughe.
Giamberto descrive molto bene l’attività, abbastanza complessa, della pesca con le lampare, che negli anni 60/70 operavano nel mare di Varazze, alla profondità media di 30/40 metri ed effettuavano anche 3° 4 calate ogni notte.
A partire dagli anni 60, questo tipo di pesca, entrò in crisi per molteplici motivi, in primis il varo di grandi pescherecci, attrezzati per questo tipo di pesca e dotati di strumentazione atta a individuare i grossi branchi di pesce, anche in profondità, a questo punto la tipologia di pesca con le lampare, faticoso e impegnativo non poteva più essere competitiva ed essere garanzia di occupazione, pastoie burocratiche, norme e divieti sul pescato, hanno decretato l’azzeramento, nella nostra città, anche di questa attività
