
Il pilone votivo della Madonnina dei Castelletti, alto almeno 5 metri, era visibile sul Ciasun, il bricco che sovrasta u Cian da Giescia, ampi terrazzamenti che circondano questo monte dal Briollo a Campolungo, sulla verticale della Chiesa vecchia del Pero.

Ciasun, ciassa, ciazu sono toponimi relativi a piazza, radura, terreno disboscato, bosco ceduo.
Tutta un’altra cosa oggi, il propagarsi degli alberi ad alto fusto, ha nascosto completamente alla vista questo monumento, anche nel periodo invernale, quello ideale per andar per boschi, quando l’assenza di verde permette di notare molti manufatti o particolari altrimenti fagocitati dal bosco ceduo.

Si parte dallo spiazzo presso la casa rosa in località Campolungo, si imbocca la strada sterrata e dopo un tornante si è al cospetto del n°1 di questa via, che corrisponde ad un bel rudere forse il più bell’esempio di queste abitazioni rurali.

Mirabile per la buona fattura e le considerevoli dimensioni, classico esempio di coabitazione con a pianterreno le stalle per animali e al piano rialzato ad uso abitativo.

Singolari quei triangoli di pietra sulla facciata, che sono presenti anche in alcune case dell’Alpicella.

La strada carrabile finisce e non si trova traccia di alcun sentiero anche per la presenza di un visibile smottamento, sono in compagnia di Piero Sala che ritrova una traccia di passaggio, memore delle escursioni fatte insieme ad altre famiglie, un decennio fa.
La festività della Madonna dei Castelletti, era festeggiata il primo maggio, le comunita’ du Cantun du Teiru e du Maequa, si ritrovavano sul Ciasun rinnovando ogni anno un antico rito conviviale, che derivava da primitive usanze pagane.
Ritroviamo il percorso che attraverso, una colla, tra le pendici del Ciasun e del monte Cucco, ci porta ad un bivio a destra la stradina, va in direzione della località Verne e a sinistra verso i Castelletti.

Raggiungiamo la vetta del Ciasun dove si trova eretta sopra una stele a circa cinque metri da terra, una statua della Madonna, il.pilastrro è infisso ad una poderosa base in cemento, da qui la vista spazia attraverso gli alberi, verso l’alta Valle Teiro, lo sguardo della Madonnina e perfettamente allineato alla sottostante Giescia Vegia du Pei.

Scrivo sul registro, i nostri nomi, la data e l’ora, sono le 18.20 del 13 marzo 2021, sta scemando la luce solare e la temperatura è scesa sensibilmente.
Castelletti è un toponimo, ricorrente nel nostro entroterra è molto probabile che in questa zona di grande visibilità sulla Valle Teiro, fosse edificato un castellaro a guardia degli insediamenti dell’Alta Valle Teiro.
Da questo bel punto di osservazione si aveva anche il controllo, sulla via che proseguiva in direzione di Verne.

Anche su questo rilevo, raggiungibile da un’antica viabilità proveniente dal riparo sotto roccia di Fenestrelle, verosimilmente, poteva esserci un luogo di culto.
E chissà magari era proprio in questo sito, che era stato eretto quell’Occhio di Pietra, diventato seduta per panca in località Verne.
