Il solstizio d’estate Litha e S.Giovanni

Narici dilatate e naso all’insù in questa notte d’inizio estate, alle propaggini di quel monte sacro.

Il Monte Beigua.

I nostri antenati conoscevano i movimenti solari e sapevano che quello era il giorno in cui il sole era più alto in cielo.

Nella notte del solstizio, permeata di odori, dopo aver recitato le solite nenie attraversato il fuoco e danzato in mezzo alle ombre e il fumo, si sarebbero appartati con le loro compagne, per quel rito collettivo di concepimento, nel grande prato zuppo di quella rugiada, che era raccolta e bevuta.

Dicono che siano stati i profumi e tutti gli altri odori artificiali, prodotti dall’uomo, che hanno distrutto gran parte delle nostre primordiali cellule olfattive, specie quelle molecolari, che erano capaci di discernere, tra migliaia di tracce odorifere, quella che serviva per la propria sopravvivenza.

Della preda che stava inseguendo, l’uomo non solo ne percepiva l’odore, ma anche i ferormoni e poteva avere un infinità di altre informazioni.

I ferormoni, regolavano la vita di quelle tribù che avevano dimora sulla nostra montagna.

L’aggressività all’interno di quei gruppi di esseri umani, era regolata dalle secrezioni delle ghiandole ascellari e inguinali, erano i loro ferormoni che combattevano un’ipotetica battaglia, per determinare chi era l’uomo più forte.

Nessuno avrebbe osato contraddire il verdetto, scaturito da quel molecolare confronto.

A seguire questo articolo, tratto da Spondediboscomadre del 21 giugno 2018

Anche giugno volge verso la fine, portandosi via la Primavera. Eccoci dunque al Solstizio d’Estate, chiamato anche Midsummer (Mezza Estate) in Gran Bretagna e conosciuto come Litha dai neopagani.

Presso le popolazioni antiche, questo era un momento di grandi festeggiamenti e carico di energia, poiché la natura è al suo culmine. E’ durante questo periodo che si raccolgono le erbe, le quali raggiungono il periodo balsamico. E’ giunto anche il tempo dei primi raccolti e della mietitura, che offrono cibo, sostentamento e provviste per i mesi più duri dell’anno. Con i nostri ritmi frenetici e l’abbondanza di cibo dei giorni moderni non ci rendiamo più conto dell’importanza dei ritmi naturali e delle valenze di queste festività antiche.

Tali antiche festività confluirono poi, con la cristianizzazione, nella festa di San Giovanni, che cade il 24 giugno.

In questi giorni l’energia solare è così potente da trasmettersi alla natura e alla terra, motivo per cui nell’antichità venivano raccolte le erbe, che si facevano seccare per essere conservate e consumate durante il resto dell’anno.

Il Solstizio d’Estate è una festa a carattere purificatorio; la purificazione avviene tramite due elementi: il fuoco e l’acqua. Essi sono il simbolo del Sole e della Luna, che secondo il folklore in questo periodo convolavano simbolicamente a nozze. Da Nord a Sud, da Est a Ovest, ovunque nel mondo era un costante accendersi di fuochi e falò per incoraggiare il Sole a restare e a non fermare la sua marcia vittoriosa sull’oscurità, dandogli vigore e forza. Ruote infuocate venivano fatte rotolare giù dai pendii, il bestiame veniva fatto passare attraverso i fumi dei falò per proteggerlo dalle malattie, mentre gli uomini saltavano sopra i fuochi per propiziarsi la fortuna dell’anno a venire o per trarre presagi del futuro. Le ceneri dei fuochi di Mezza Estate venivano poi sparse per i campi per dare fertilità al terreno e assicurarsi così un buon raccolto durante i mesi estivi.

Anche l’elemento acqua, come dicevamo, è importante per queste festività. All’alba del giorno del Solstizio (poi San Giovanni) le donne e gli uomini erano soliti fare il bagno nella rugiada del mattino,chiamata “guazza”, per propiziarsi la fertilità di cui si credeva fossero intrise le acque. Si diceva che la Guazza di San Giovanni fosse portentosa: faceva ringiovanire, ricrescere i capelli, aveva azione purificatrice e fecondatrice.

Le giovani spose che volevano avere molti figli sollevavano dunque le vesti e si adagiavano sui prati per lavarsi intimamente con la magica rugiada.

Anche gli uomini volevano godere delle virtù dell’acqua del mattino, per cui non era strano che le coppie si appartassero per consumare il proprio amore e sfruttare le energie propiziatorie del giorno.

Tuttavia quello del Solstizio estivo non è un giorno di festeggiamenti, convivialità e amoreggiamenti solo per i comuni mortali: la notte della vigilia di questo giorno, infatti, si popolava di diavoli, demoni e streghe, da cui era necessario proteggersi. Ed ecco che entrano in scena le erbe. Tra quelle indicate per la protezione dagli spiriti e dalle donne a cavallo della scopa che infestavano i cieli nell’oscurità, c’era l’Iperico o Scacciadiavoli, conosciuto anche come erba di San Giovanni.

Le erbe erano usate anche a scopo divinatorio, poiché, esattamente come Samhain (meglio conosciuto come Halloween o Ognissanti), il Solstizio è considerato un secondo capodanno. Come già detto, infatti, questo giorno termina l’anno ascendente e inizia quello discendente, per cui era usanza tentare di predire il futuro. La magia d’amore era quella preferita in questo periodo, per cui erbe come il rosmarino, il prezzemolo o la ruta erano poste sotto il guanciale per sognare il volto del futuro sposo.

Tratto da Spondediboscomadre del 21 giugno 2018

https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_calend_lit.htm

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