A Ca di Fuentelli

Dopo la zona residenziale di S.Giacomo, la strada molto dissestata, prosegue, parallela al torrente Arenon, verso la borgata di Costata.
Questa zona era anticamente denominata dai Vallombrosiani, Fossatum Latronorium, l’antico nome, dell’odierno torrente Spurtigiò, che nasce alla Ciusa, dalla confluenza du Rian de Sevisse e L’Aniun, l’Arenon.

La casa, nelle foto, inserita in una proprietà privata, ha una sua storia, legata ad una famiglia contadina, che in questo territorio del nostro comune, a ridosso del confine di Cogoleto, circa due secoli orsono, viveva dei prodotti della terra e dell’allevamento degli animali.
La mamma, di quella famiglia, era originaria di Sestri, dove le ragazze di bell’aspetto erano chiamate fuente.
Fuenta e fuenti è un termine tutt’ora usato dagli anziani di madrelingua genovese, per indicare ragazza e ragazzo, è un idioma di origine spagnola, derivante dalla alleanza di Genova con Carlo V e la conseguente presenza spagnola nella città nel 1500.
Quella famiggia cun na nio’ de figgi, prese il nome di Fuentelli .

Furono gli ultimi abitanti di quella, casa colonica, probabilmente una antica abitazione, che aveva funzione di presidio e di controllo della parte alta del Latronorium.

Forse una casa da caccia della famiglia Centurione, che estendeva fin nell’alta valle dell’Arenon i suoi possedimenti, in prossimità della selva del Latronorium, che si diceva fosse infestata da ogni essere animale e da briganti!
Una Leggenda narra che, il sommo poeta Dante. di passaggio nella nostra città sostando nel monastero Vallombrosiano di S.Giacomo, un giorno si smarrì nella selva oscura del Latronorium, e qui ebbe l’ispirazione per scrivere la Commedia.

Di quella grande selva, non resta più nulla, i grandi boschi de pin, ersci e rue, furono rasi al suolo da tagli indiscriminati per i cantieri navali e dagli incendi che qui si accanirono negli anni 80/90 del secolo scorso.

Le indagini non chiarirono mai chi furono gli autori di tale scempio e a chi ha giovato di quei giganteschi roghi.

Oggi in questa zona vivono cinque famiglie, alla ribalta della cronaca locale, nel novembre del 2019, per essere rimaste alcuni giorni isolate, quando un’imponente frana si staccò dal Bric Berlese, precipitando a valle fino ad occludere il rio Arenon.
In questo lasso di tempo, sono stati effettuati lavori di consolidamento, drenaggio e monitoraggio. Ma è sempre impressionante l’enorme frana che incombe sulla strada.

In pessimo stato la viabilità, poco dopo aver lasciato il villaggio di S.Giacomo, con innumerevoli buche e asfalto sfaldato.
Un cartello e una sbarra, nel tratto finale della strada, prima della Borgata di Costata, avverte che il transito veicolare è ad uso esclusivo dei residenti.

Il naturale proseguimento della strada verso l’Isula du Deserto, un tempo era percorribile in auto, oggi con il sedime stradale completamente divelto, è interdetto al transito veicolare.
A mio parere è necessario ripristinare questa strada, per avere una viabilità di emergenza utile a seguito di altri smottamenti o per interruzioni della via Aurelia, per realizzare un collegamento viario con Isola del Deserto- S.Giacomo- Varazze.

In questa zona, come già evidenziato in un mio precedente post si trova l’unica fornace di calce e mattoni, della nostra città, poco lontano si possono scorgere i resti, dell’antica via romana che valicava i Gruppi e a Custea.

L’Emilia Scauri, che proveniente da Hasta, saliva verso a Custea, scendeva a Vase, lungo il tracciato oggi denominato a via Gianca.
