
Post del 2020 riadattato ai giorni nostri
C è sempre un qualcosa di malinconico, in un giocattolo abbandonato, si pensa subito ad un bambino che lo ha lasciato, alla fine dell’età dei balocchi.
Ingrata fine di tanti giocattoli.
Ma questi peluche e queste bambole, sono gli ultimi “abitanti” del complesso delle ex Colonie Bergamasche e si sono rifugiati in un capanno, immerso nel parco, forse per cercare di evitare una triste fine.
Forse un’anima pietosa, li ha voluti radunare, tutti insieme in questo stanzone, per proteggerli, scongiurarne o posticiparne la sicura fine e sembrano in attesa, di qualcuno che se li riprenda.
Magari un bambino, uno dei tanti che hanno giocato tanto con loro, e li porti via da quel posto, un tempo pieno di vita.

La loro fine è segnata, questione di giorni.
Stanno ultimando i lavori, del primo lotto, con un generoso aumento di volumi del complesso edile di Punta dell’Olmo!
Poi sarà la volta del Padiglione Frizzoni, Camozzi.
Sarà anche questa una grandiosa colata di cemento.
Le Colonie Bergamasche furono costruite grazie a grandi uomini come Frizzoni, Camozzi e l’Italcementi, per una fruizione pubblica di queste strutture.

Per non essere accomunato nel tradimento degli intendimenti di coloro che vollero le Colonie Bergamasche, l’istituto diocesiano per il sostentamento del clero, comproprietario del complesso delle Colonie Bergamsche, è riuscito a defilarsi cedendo la sua quota di proprietà.
L’operazione delle Bergamasche, sarà ricordata per sempre in futuro, come un’altro scempio, non solo paesaggistico, ma anche del mancato rispetto della storia e della cultura di questa nostra depredata regione!
C’erano viali alberati, giardini, due campi da calcio, le palazzine delle Colonie, ancora perfettamente agibili e all’interno ancora tanti oggetti di tantissime storie, ma anche tantissimo dolore.
E quella stazioncina, dove in tanti videro per l’utima volta il mare, prima di essere chiusi in un vagone piombato in partenza per un campo di sterminio?
Nessuna voce si è alzata dalla nostra comunità, per preservare questo luogo della memoria.
Se ci fosse stata, una mobilitazione di cittadini, insieme si poteva far qualcosa, per il rispetto della memoria e della storia di questi luoghi.
Anche perchè………un domani qualcheduno ci chiederà, come mai la nostra generazione non ha fatto nulla per fermare queste brutture.

Un gigantesco cartellone, con la frase, ” La tua nuova casa”sembra voler prendere in giro, chi per lavoro, lascia la nostra città e ogni mattina, fa le curve Bergamaschi e Olmo.
Qualcosa dell’ex Colonia Bergamasca doveva restare di uso pubblico.
Forse serviva il cuore della bella politica e diversificane l’utenza, ieri erano i bambini, oggi si poteva pensare ai tanti nostri anziani, creare una struttura, adatta a loro, come dono delle nostre comunità nel tramonto della loro esistenza.
Il piacere dell’ombra di un viale, la bellezza del mare!
Invece i nostri vecchi, sono lasciati lanquire, tra cemento e vetro, senza l’ombra verde di una pianta e senza veder altro che muri e porte chiuse.
Ma tutto deve far business nelle nostre città di mare, non c’è spazio per un pò di umanità.

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