
Via dell’Olmo una strada vicinale che diparte da via Nuova di Casanova, è il naturale proseguo della strada romana Emilia Scauri, che dal bivio di Muntadò, dove ora c’è la chiesa del Beato Jacopo, arrivava al passo di Leicanà proseguiva alle falde du Briccu da Furca e scendeva alla Rocca du Mascian.

E’ possibile, che il tracciato iniziale fosse diverso dall’attuale via dell’Olmo, i resti di un’antica strada immersa nella vegetazione, che proviene dalla soprastante località di Giavarosso.

Mura di sostegno intersecano la sede stradale, poco prima di una ripida discesa nella zona detta della Liggia.

Via dell’Olmo un tempo, era percorribile fino a Campomarzio, oggi il sedime stradale è con ghiaia e poi diventa molto dissestato, invaso dalla vegetazione e non percorribile con un’utilitaria.

Sono riuscito comunque a proseguire con la mia Panda, a mio rischio e arrivare fino a casa Berlanda, da dove la strada è percorribile anche se il fondo stradale, specie in salita è molto dissestato buche e pietre costringono a continue deviazioni.
Chissà il perché del toponimo Berlanda, che significa, tradotto dal zeneise, scherzo o schernire.
Berlanda è anche una fanciulla povera, che passa le giornate piangendo il suo sfortunato amore Guglielmo, come descritto in una fiaba genovese, “Berlanda alla corte di Oramala.
Una storia della pomella genovese.

Più verosimilmente il toponimo, sembra essere riferito ad una singola casa, a Ca Berlanda, che era un’abitazione diruta, sulla cui base è stata edificata una nuova casa, nei pressi del’ex ponte ad arco sul Rio Olmo.
Si possono azzardare alcune ipotesi, anche quella di una antica costruzione ad uso locanda o osteria e potrebbe essere spiegato il modo di dire in zeneise, andemmu in Berlanda, andiamo a far bisboccia.

Alcuni nicci sono a testimoniare, l’importanza di questo collegamento viario, oggi purtroppo compromesso, dall’inagibilità di un tratto in discesa, di via dell’Olmo.

In uno stato di continua emergenza a seguito dei nubifragi, che solitamente, nel periodo autunnale, si rovesciano sul nostro territorio, avere delle strade vicinali, magari non asfaltate, ma in buono stato, con cunette e scoli d`acqua, può essere di aiuto in caso di inagibilità delle direttrici principali.
U Michè
Alla Berlanda, abitava il compianto Miche`classe 1927.
Michele Perata e Mario Siri sono stati i miei primi datori di lavoro, come apprendista falegname, scritto a mano sul mio libretto di lavoro il 14 luglio 1972.
Lo avevo incontrato un’anno fa nella sua bella casa dove viveva con la moglie.
Miche` mi aveva raccontato qualcosa, di quando aveva la falegnameria in via Montegrappa vicino al nostro campetto da calcio era contento della mia visita.
Gli avevo confessato delle nostre depredazioni, di albicocche da quel grande albero di loro proprietà, ma di cui ne Mario né Miche` mai assaggiarono i frutti!
Eravamo come le scimmie! Ci arrampicavamo anche sui rami più in alto e più sottili, per riuscire a depredare quei frutti ancora acerbi!
Mi minacciò sorridendo, con la mano.
Ci siamo salutati e stringendogli la mano gli chiesi che cosa ne aveva fatto, della falange del dito medio, la storia che mi avva raccontato è uguale a quella di molti altri falegnami, anche più sfortunati di Miche` incidenti sul lavoro, di chi era adetto alla pericolosissa toupie.
U tamburettu in zeneise.
