Beneitu u Cuin-a ( seconda parte)

Beneitu, ci indica il vecchio mulino, in località S.Anna, dove dalle località limitrofe e da Sciarborasca portavano il grano a macinare.

Qui inizia quella parte di territorio, chiamata Isola del Deserto, delimitata dai rii Malanotte e Serra, dove è stato edificato l’Eremo, la confluenza di questi due corsi d’acqua prende il nome di torrente Arrestra.

Si prosegue in discesa e oltrepassiamo il bel ponte, che da qualche anno, sovrasta l’Arrestra, finalmente guadabile, anche quando il torrente è in piena.

In località Bossaea, nel grande prato davanti alla casa colonica, un tempo coltivato ad ortaggi, ora pascolano le mucche, a seguire u Rian de Crevaeixi e u Briccu da Biscia, dove una stradina conduce ad un’abitazione.

Beneitu racconta che lì, in quella casa sperduta, ci viveva una donna, chiamata a Biscia, lei e le sue progenie, per sempre saranno i figgi da Biscia, u neu da Biscia ecc.

Siamo in località Mungiarina, dove dall’Arrestra si diparte u Beo de S.Giacomo

Il comune di Varazze, termina in questa zona, il limite territoriale è evidenziato da alcune telecamere di vigilanza stradale.

Siamo in località Bambuggiu, qui c’è un grande sbarramento, una diga oramai completamente interrata, da dove inizia la condotta in galleria, ancora integra, che portava l’acqua au Mulinetto e lì serviva dei frantoi, per la ghiaia e alcuni opifici, tra cui la Gamma, che produceva contenitori in banda stagnata e la fabbrica della Biacca, già di proprietà Stoppani.

Il beo continuava fino alla proprietà Nasturzio, questo è il nominativo oggi di un grande parco a uso pubblico della città di Cogoleto.

In alto, non visibile dalla strada u gh’è a Pria du Baggiu.

Il rio Eguabunna, si immette nell’Arresttra nei pressi di un altro ponte anche questo di recente costruzione.

Questa struttura permette l’attraversamento in sicurezza di questo rio, che nasce dalla sorgente, du Nasciu, ma che diventa un vero e proprio torrente in piena, capace di trasportare a valle grandi massi, quando dopo un abbondante acquazzone, raccoglie le acque, provenienti dau munte Grossu e dau Sciguellu.

La strada ora è in salita, in basso, si intravvede un’abitazione, sovrastata dalla località dei Grettin e a destra l’agriturismo Mungiarina e in basso la borgata della Lamberta, dove l’Arrestra compie una serie di curve e forma un lago, un tempo meta di bagnanti da sciumme.

La Lamberta, estrema località del comune di Varazze, è raggiungibile anche dai Piani di S.Giacomo.

Si arriva in vista di Sciarborasca, con il prato dell’Anriga e Ciappe d’Ursu.

Lo scopo ufficiale di questo tragitto è quello di andare a vedere l’ex fabbrica di mattoni, de tufiu, in Località Isulun.

Ma arrivati al bivio Sciarborasca/Cugou, Marino fa una sorpresa a suo papà e si dirige verso il centro di Sciarborasca, per andare in te Ciase, dove la famiglia Piombo Bernardo e la moglie Zunino Benedetta, abitarono dal 1923 al 1939, tiando scu na niò de figgi, Caterina, Giuseppe, Vincenzo, Giovanni, Bruno, Gemma, Benito e Giselda.

A famiggia Ciungiu, soprannominata i Cuin-a, perché provenienti dalla Costa o Cuin-a, de Ciampanu’ la collina di Piampaludo.

Oltrepassiamo la chiesa di S.Ermete, passiamo davanti al ristorante Ciarin, poi la località Mascee e Tuccio, qui arriviamo alla vista spettacolare, dei ripidi pendii a tratti terrazzati, del sovrastante monte Sciguello e si ha una inquietante, ma bella vista verso il fondovalle, del rio Eguabunna, in direzione della confluenza con il fiume Arrestra.

A guerra terminata, iniziarono i lavori per la costruzione della strada delle Ciaze, il progetto iniziale, prevedeva il congiungimento, con la carrabile dell’Eremo/Muraglione, ma non fu mai ultimata.

La direttrice Sciarborasca/Eremo/Muraglione fu percorsa, dopo il 25 aprile del 1945, da reparti della 5 armata americana impossibilitati a proseguire in direzione di Varazze, per la distruzione del ponte Portigliolo della via Aurelia, fatto brillare dai nazifascisti in fuga.

In località Persico, un bel ponte, in pietra ad arco, sovrasta il rio Equabunna, fu costruito, da un reparto di alpini, con la collaborazione, di alcuni componenti della famiglia Piombo.

Oltrepassato il ponte, la strada si fa molto stretta, sale ancora e segue il contorno degli acclivi pendii del monte e in proporzione, aumenta anche l’altezza del precipizio alla nostra sinistra.

Oltrepassiamo il Rian de Ciaze, dove Beneitu, ci fa notare una piccola vasca, per la raccolta dell’acqua, dove lui ha imparato a nuotare.

La strada è molto tortuosa, con alcune curve a gomito, Marino è costretto a far manovra, ancora nomi di altre località mentre si sale, a Castagnassa, u Tucciu, Fossa di Erbui, Rocca di Gatti e Rocca da Sera, si arriva ai Cien du Desertu, un bel pianoro, dove ci sono un paio di abitazioni.

Alcuni cani e due oche, ci vengono incontro a testa bassa con aria minacciosa, meglio non scendere dall’auto!

Prima di arrivare ai Cien, Beneitu ci indica un sentiero che conduce ancora più in alto, au Baraccun, nella località le Tre Fontane, di proprietà della famiglia Piombo, edificato nel 1924, l’anno di costruzione e Paulin Pesce, il costruttore, è ricordato con le sue iniziali, evidenziate nel mosaico di marmi all’ingresso.

Archivio Storico Varagine 13 giugno 1944

Qui Beneitu assistette all’incursione aerea con il bombardamento di Varazze, del 13 giugno del 1944.

Vide il fumo delle esplosioni e le alte colonne d’acqua, da lui chiamate, acetileni, delle bombe esplose in mare.

Qualche anno, dopo Beneitu, nel 1951, in una festa all’aperto a Urbe S.Pietro, chiese il permesso di un ballo a una signorina, di nome Albina Siri.

Quella sera, conobbe la donna della sua vita.

Qualche tempo dopo gli fu raccontata la tragedia della famiglia di Albina a famiggia Siri da Canaetta.

Serafina con le gemelle Albina e Caterina e il loro fratellino Mario

La mamma di Albina, Serafina e la sorella Maria furono vittime di quel bombardamento, i loro corpi, non furono mai più ritrovati, scomparvero colpiti in pieno da una di quelle bombe, che Beneitu quella mattina vide esplodere nell’abitato di Varazze.

Maria Siri

Maria Siri e i suoi fratelli Giuseppe e Giobatta (Baccicin)

Una tragedia senza fine, di quella della famiglia Siri, già segnata dalla scomparsa di due fratelli Giuseppe e Giobatta dispersi in Russia.

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