
Immortalata nella foto, un pezzo di quella ringhiera, della piazza di Cantalupo, dove nelle sere d’estate, erano appollaiati, zueni, zuenotti e figge, negli anni 80.

Bella e panoramica la piazza di Cantalupo, con al centro la chiesa di San Giovanni.

Cumme e farfalle in giu a un lume, arrivomu in te sta ciassa duvve gh’ean e belle figge de Cantalu`.
Era un ritrovo serale, scoperto nel nostro girovagare, in sella ai nostri roboanti ma poco prestanti motorini 50cc.
Le ragazze, tutte residenti a Cantalupo, avevano il permesso famigliare, di uscir dopo cena, a patto di restare nell’ambito della piazza di S.Giovanni.
A ringhea da Ciassa de Cantalu’ divento` così un appuntamento fisso, serale de zueni e figge in quelle estati dei primi anni 80.
Io e i miei amici del Sciu da Teiru, frequentavamo a Ciassa de Cantalù anche da neo patentati.
Avevo la 5cento e come tutti i possessori di quella scatoletta, anch’io avevo montato la marmitta Mille Miglia.
Il rumore che faceva, preannunciava il nostro arrivo, già dalla località dei Leoni.
Ma lo schiamazzo serale e il rumor di quelle marmitte aperte, finì per spazientire qualche ivi residente.
O forse erano più di uno quelli che, costretti dal caldo a tener le finestre aperte posticipavano il loro sonno a causa degli schiamazzi serali.
Quei nostri compaesani, fecero appello alle forze dell’ordine, per porre rimedio a quella fastidiosa adunanza de zueni da ringhea .
Fu così, che una sera arrivò a gran velocità con tanto di lampeggiante, la pantera dei carabinieri.

Era una vetusta Alfa Romeo Giulia Super, che dopo un’egregia carriera nella squadra mobile, era stata destinata come ultima spiaggia, prima della sua rottamazione, alla stazione carabineri di Varazze.
L’auto fece con un ampio raggio, tutto il perimetro della piazza, e si posizionò con il muso in direzione della strada che sale dal centro e che continua verso il Vignò/ Cruscetta, limitando così una possibile via di fuga.
I due carabinieri che erano a bordo, indossato cappello e bandoliera, iniziarono a chiedere i documenti, carta d’identità e di circolazione a tutti i proprietari dei ciclomotori presenti in piazza.
Io e i miei amici, fummo per puro culo risparmiati dai controlli, perché quella sera eravamo con la mia 5cento, che era parcheggiata in un posto auto della piazza.
Ma quella sera, l’obiettivo dei militari dell’arma, erano solo quei fastidiosi motorini, oggetto delle proteste di qualche abitante della frazione.
Negli anni 80, non esistevano motorini in regola con il codice della strada!
I due tutori dell’ordine, quasi si divertivano, quando arrivati al cospetto di un motorino evidentente “truccato”, chiedevano chi era il proprietario e poi di mettere in moto il bolide.
Il carabiniere smanettava l’acceleratore e il boato emesso dalla marmitta ad espansione era proporzionale all’ammenda che sarebbe stata comminata.
Furono sequestrate, alcune carte di circolazione e inflitte multe per mancanza di bollo, luci, clacson o altre difformità.

I controlli dei documenti andarono per le lunghe e venne meno l’apporto del residuo di luce solare in ta Ciassa de Cantalù.
A questo punto i carabinieri accesero quel grande faro, presente sul tetto della Giulia, per illuminare i documenti, depositati sul cofano motore dell’auto.
A poco a poco quella luce divenne sempre più fioca….
La batteria probabilmente già vetusta, si stava scaricando inesorabilmente.
Di questo inconveniente se ne accorsero i due militari, quando risaliti in auto, all’atto dell’avviamento, il motore fece solo un paio di giri e nulla più.
S’udiva solo il debole clik clak che faceva il pignone del motorino d’avviamento, quando l’autista di quella volante, girava la chiave per mettere in moto l’auto.
A niente servirono i successivi controlli, di chissà che cosa, fatti con le pile in dotazione, dai tutori della legge, nel cofano motore di quell’Alfa Romeo Giulia Super.
Il potente faro, tenuto acceso per molto tempo, aveva scaricato completamente la batteria d’avviamento.
Ci fu un silenzio irreale, ma una palpabile sete di vendetta, serpeggiava fra i zueni da ringhea, quando i due militi dell’arma, si misero a spingere la pesante auto per raggiungere la discesa verso Varazze.
Alcuni ragazzi platealmente si allontanarono dalla piazza, dimostrando la totale avversione verso quei due carabinieri.
Non ci voleva molto a capire il malumore che regnava in quei zueni da ringhea.
I militari dignitosamente, non chiesero l’aiuto di nessuno, ma era evidente lo sforzo che stavano facendo per spostare i 1200 kg di quella Giulia.

Nessuno di tutti quelli, me compreso, appollaiati sui tubi di quella Ringhea da Ciassa de Cantalu’, si prestò per aiutare i due carabinieri, che faticosamente riuscirono a spingere la Giulia, fino alla strada in discesa verso il centro città.
Restammo a guardare quella scena surreale, ma quando l’auto dei carabinieri, sparì alla vista, ci furono scene di giubilo, gridi e sfottò verso quella pattuglia di carabinieri.
Parole indicibili furono proferite all’indirizzo di quei militari, da chi era stato multato e qualcheduno passato indenne ai controlli, ringraziò S.Giovanni.

Ma perlopiù furono grandi risate de zueni e figge, in te quella seianna d’estè de tanti anni fa, viscin a quella Ringhea da Ciassa de Cantalù.
foto in b/n Archivio Fotografico Varagine.
