5)Fenuggi Fave e Fasciò

Lina continua ad elencare le coltivazioni, che un tempo erano presenti alla Vignetta.
Arriva a cercar due carezze, la gatta di Lina, specializzata nella cattura delle cicale!
Il toponimo Vignetta deriva dalla coltivazione a spalla e a pergola dell’uva, madera bianca da tavola e dell’uva bracco sempre da tavola
Fornivano il vino al collegio Don Bosco.

A Varazze in piazza Bovani si faceva la festa dell’uva
Le foglie delle viti erano cibo per gli animali da stalla una manna specie nei periodi di siccità estivi.
Alle mucche erano somministrate anche le foglie di carciofo, ma in modo limitato perché inacidivano il sapore del latte.

Un’altra grande coltivazione, effettuata in inverno con grandi quantità di piante erano i finocchi, raccolti a marzo, preparati, puliti e messi nelle cassette dai bambini.
La semenza era ottenuta dalle piante lasciate andare in Canun.
Poi ancora i fagioli Rosa d’Arbenga o quelli rossi i Lumè messi a dimora entro i primi cento giorni dell’anno e raccolti a S.Pietro.
Non mancava la primizia delle fave, coltivate sotto agli ulivi raccolte a maggio/aprile mangiate appena raccolte, ma perlopiù fatte seccare e consumate durante l’anno.
I cavoli erano coltivati per uso personale.

Era presente anche una discreta piantumazione di ulivi che coabitavano nelle fasce, con altre coltivazioni in primis di patate.
Le olive erano raccolte dai bambini solamente nel mese di dicembre, erano molti i Murtin bacati dalla mosca.
Le piante subivano anche altre malattie, le olive raccolte erano soggette a marcescenza, che inacidivano il gusto dell’olio.
Lina ricorda quelle giornate quando doveva star ricurva a raccogliere olive.
Gli adulti, mettevano i bambini in competizione, e gratificavano con belle parole, chi raccoglieva più olive.
La pelle delicata delle dita, si ulcerava durante quel lavoro.
L’olivicoltura fu abbandonata negli anni 50 le piante furono sradicate per far posto alle coltivazioni di ortaggi.
continua
foto in b/n di Lina Ghigliazza e Archivio Fotografico Varagine.
