10) A Guera

Nel 1943 tutti gli abitanti della Vignetta furono sfollati.
Quella grande casa, naturale punto di osservazione verso il mare aperto, fu requisita dai soldati tedeschi.

Alle Rocche avevano costruito un grande bunker.
Nei terrazzamenti era accampato un reparto della Wehrmacht con una grande tenda comando.

La famiglia di Lina trovò rifugio nella casa patronale dei Passega e poi in ta Ca Russa du Cian du Tunnu, con le grandi peschee, dove già lavorava lo zio Benedetto detto u Grigò.
In ta Ca Russa du Cian du Tunnu a sei anni Lina giocava a pelar patate, si divertiva, era veloce e ne sbucciò talmente tanti di quei tuberi che consumò la lama di un temperino.
Non ci furono mai screzi con i soldati tedeschi anche quando, dovettero coabitare per un certo periodo con i militari in casa.
Lina ricorda quando a suo nonno fu intimato di andare a dormire nel pianterreno.
Un’ufficiale superiore in grado, si oppose a quell’ordine e disse che quei locali sulla terra erano per i soldati giovani e che le persone anziane andavano rispettate.
E rivolgendosi a suo nonno disse che lui, poteva restare a dormire nel suo letto.
Gli sfollati potevano continuare a coltivare i campi della Vignetta.
Lina ricorda del carattere bonario di quelle truppe tedesche, nei confronti di loro bambini.
La guerra sconvolse la vita delle persone.

A Varazze c’era un clima cupo di repressione e di vergognose impunite, delazioni, che portarono alla morte di ventidue martiri, tra partigiani, dissidenti e renitenti di leva, fucilati o trucidati nei campi di sterminio.

Ma anche slanci di solidarietà come i Campi de Guera alcuni terrazzamenti della Vignetta, presi in affitto da Bernardin Baglietto per la produzione di ortaggi destinati alle famiglie dei lavoratori di Baglietto.
A Natale del 44 le famiglie della Vignetta poterono far ritorno alle proprie case.
Le abitazioni occupate dai tedeschi erano in ordine.
Alcune case dove erano stati alloggiati dei soldati italiani furono vandalizzate.
Lina racconta del suo stupore, quello di una bambina di sei anni, quando vide all’atto della partenza dei tedeschi, uno di quei soldati, grande e grosso, che la salutò piangendo.
Lina e gli altri bambini della Vignetta gli ricordavano i suoi figli, lontano da lui lassù in Germania.
Si stavano ritirando, la guerra era persa, chissà se quel militare avrà più rivisto i suoi cari,o se la sua famiglia, sarà stata una delle tante, inghiottite nell’orrore di quella assurda guerra.
continua
foto b/n Archivio Storico Varagine
