Lina e a Vignetta (n°11)

11) Conclusioni

Catte, Lina, Rosetta, Lucia

Questa storia di Lina e della Vignetta finisce qui.

Ho scritto solo una parte di tutte le cose mi ha raccontato Lina con la sua prodigiosa memoria dove emergono i suoi ricordi ben conservarti precisi e con dovizia di particolari.

Lina accudì fino all’ultimo i suoi genitori, colpiti entrambi ma in periodi diversi, da malattie invalidanti.

Oggi nessuno più coltiva la Fascia Lunga e gli altri terrazzamenti della Vignetta, solo orti e qualche serra, non ci sono più quelle sterminate piantagioni con migliaia di carciofi pomodori, finocchi, fagioli ecc.

Non ci sono più tutte quelle persone curve su un campo con lo sfondo del mare.

Quel panorama di stupendo blu.

Quello che si soffermavano ad ammirare, quando la stanchezza era tanta e che gli dava la forza per andare avanti, fino a sera e poi per un altro e tanti altri giorni.

In quella stupenda terrazza sul mare.

Si sta bene in questo posto e così ho parlato con mia mamma della Vignetta.

Potevamo andarci, avrebbe conosciuto Lina e visto quel bellissimo posto.

 E così è stato un bel pomeriggio, quando ho portato mia mamma Catte, alla Vignetta all’ombra di quell’ulivo, in quel prato con il blu del mare a far quattro chiacchere con Lina e le sue amiche Rosetta e Lucia.

Allego a questo articolo, le considerazioni scritte di pugno da Lina.

“La Vignetta luogo ben esposto nel Novecento abitato da famiglie con diversi figli tutti dediti a faticosi lavori agricoli. Con l’acquisto di una motozappa la preparazione del terreno era meno faticosa, con abbondanza d’acqua si facevano anche nuove coltivazioni.

Il tempo passa i vecchi del Novecento non ci sono più, resta la nostalgia e i ricordi di cose fatte con fatica ma con tanta passione e capacità.

Vignetta luogo ormai incolto, non più posto di coraggiosi lavoratori, ma terra di cinghiali e caprioli!”

Lascia un commento