Lina e a Vignetta (n°9)

9)A Scoa

Lina racconta quando doveva andare a scuola con sua sorella Mariarosa, scendendo dalla crosa de Rocche.

Al termine del secondo conflitto mondiale la scuola elementare era nell’edificio dell’attuale Hotel le Palme.

In caso di pioggia Lina e Mariarosa, avevano la loro mantellina, ma si toglievano le scarpe e le mettevano nella cartella, per non dover poi tenere i piedi nelle scarpe bagnate.

Scendevano di corsa lungola Crosa de Rocche.

Arrivate a scuola i piedi erano asciugati con uno straccio.

Quando c’era la stufa accesa, la bidella Luigia a Casuna, faceva asciugare i bambini al caldo

Per questo favore, tra il serio e lo scherzo, diceva loro di portar un po’ di legna.

Quella stufa e molte altre, presenti nel centro storico della nostra città, erano alimentate dal mare, che con le sue mareggiate forniva sempre un buon apporto di legna erano i cosidetti Straqui, enormi quantità di legna, di tutte le qualità e dimensioni portate in riva al mare dal Teiro o da chissà quale altra provenienza.

La legna era raccolta in tu Scoscià o caricata sopra un carretto da donne e bambini.

La grande casa natale dei Ghigliazza a seconda del nome del capostipite era chiamata dei Beppinetti e poi dei Feipin.

Spesso le case coloniche erano ampliate a seguito di matrimoni.

Si costruiva due camere, una cucina e un tetto, in aderenza alla casa paterna.

Nonna Rusin nel 1934 pose una condizione che ultimati i lavori fosse messa in alto, illuminata da una lampadina, l’effige della Madonna della Misericordia di Savona.

Una bella ceramica di Albisola, che ancora oggi, perfettamente conservata, fa bella mostra sulla facciata di quella grande casa.

continua

foto in b/n Archivio Storico Varagine

la foto sotto il titolo di questo articolo è stata scattata da Jan Neer (Giovanni Celesia)

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