U Dodge de Ciampanu (n°2)

Serviva di tutto in quell’angolo di mondo del Lurbasco, inerti sabbia gea, prie, muin, butti e damisciane de vin e tanta legna.

 Anche animali da pascolo e da macello, non ultimi gli arredamenti di qualche trasloco

La sabbia era caricata da Beni e da Franco a mano con la pala, direttamente e senza alcuna autorizzazione, prelevandola nelle anse del fiume Bormida a Melazzo

L’autocarro con una capienza di circa 4 mc non aveva il ribaltabile e anche lo scarico era effettuato a mano.

Beni con il Dodge trasportò i tralicci che sostituirono i vecchi pali in legno, della linea elettrica del Cotonificio Ligure.

Quando la batteria si esaurì non fu sostituita e così l’avviamento era effettuato con la manovella.

Anche il Dodge come tutti i mezzi militari Made in USA era robusto affidabile e sovradimensionato, a memoria di Beni non subì mai guasti significativi.

Aveva in dotazione l’argano utilizzato in più di un’occasione assicurato ad un grosso albero per trainare il Dodge fuori da un pantano o da un fosso.

Furono inverni particolarmente inclementi, quelli degli anni 40/50 con la formazione di spesse coltri di neve, alte in certi punti anche due metri, da spalare a mano per far avanzare l’autocarro.

 Se si spezzava una catena doveva essere riparata sul posto.

A volte si restava bloccati e non si riusciva ad avanzare a causa  dell’eccessivo strato di neve, allora l’autocarro era lasciato in strada, previo svuotamento del radiatore di raffreddamento, e il giorno dopo si proseguiva nell’impresa.

Quando l’appannamento annullava completamente la visibilità i vetri del parabrezza erano liberati dal ghiaccio con uno straccio imbevuto di urina umana.

Il motore 4000 cc di cilindrata aveva una potenza limitata a 80 CV ma i consumi di carburante erano imbarazzanti.

L’autocarro fu in seguito alimentato a gas tramite comuni bombole di GPL.

Beni abitava a Sciarborasca dall’Isulun quando doveva ritornare a casa a piedi da Ciampanu, stracuova u Briccu oltrepassava il Beigua, saliva a Cerisole, arrivava a Cian Ferettu, scendeva verso la località Beretta, passava dalla Ca de Paulin, Frascelloa, Scaggiu, Nasciu, e poi all’Isulun de Sciarborasca.

Facendo questo tragitto e conoscendone le scorciatoie Beni riusciva ad arrivare a casa in circa due ore e mezza.

Vicevera per arrivare a Ciampanu partendo da Sciarborasca ci volevano non meno di tre ore.

Il servizio di trasporto pubblico era eccessivamente lento specie in caso di abbondanti nevicate

La neve era un grande ostacolo ma le vie principali e i sentieri del Beigua erano battuti anche d’inverno.

Erano in molti ad attraversare il Beigua per lavoro.

Lo facevano regolarmente almeno un paio di volte la settimana i dipendenti del Cotonificio Ligure a Fabrica, che dalle località della Val Orba raggiungevano la nostra città seguendo le antiche vie de Lese.

Da Ciampanu proseguendo per u Cavalletto, Crusce de Vie, Priata, Russoa per arrivare alle Faje e scendere a Varazze seguendo la Via Gianca.

Beni ha buona memoria e mi racconta di altre cose di quel suo primo lavoro.

foto dal Web e dalla mia Galleria il Dodge nella foto è di proprietà di Giovanni Anselmo

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