Un Giu in Motu

14/09/2020

Doveva essere un motogiro Genova – Gavi – Sassello e invece…

Partenza io e Ettore da Vase alle 7, poche le auto in circolazione bella, anche se fastidiosa, per il sole basso all’orizzonte, l’alba di una serena giornata di settembre.

Tappa obbligata da Priano per la focaccia di Voltri.

Il ritrovo è in piazza della Vittoria alle ore 8, dalle tre caravelle.

Una sessantina le moto allineate, comprese le nostre, la mia e quella di Ettore.

Sul cellulare, la mappa del percorso per noi inedito, ma a che serviva studiarlo o stamparlo avremmo, seguito il gruppo e non ci saremo persi…

Ma gli innumerevoli semafori, hanno selezionato le moto e nessuno si è preoccupato, di ricompattare il gruppo!

E così dopo l’ultimo semaforo del Bisagno di quel bel gruppone di moto, più nessuna traccia!

L’accensione della luce verde dell’ultimo semaforo di Struppa ha dato il via a un gara di moto GP !

Con un’impressionante rombo di moto in accelerazione veniamo sorpassati anche da vespe truccatissime e moto d’epoca d’antan…..

 Le foto che riceviamo nella chat del gruppo, evidenziano diverse defezioni, e dietro front a causa forse, dell’andatura non proprio turistica.

Restiamo in quattro, dopo l’abitato di Bargagli, poi uno con l’Harley scoppiettando ci saluta e se ne va

Ora siamo in tre, io Ettore e Enrico conosciuto durante il ritrovo in piazza, con la sua bella Yamaha Virago.

A questo punto inizia il nostro percorso turistico a brettio per l’entroterra genovese.

A Crociefieschi pausa caffè e visita al centro storico del paese natio di Roberto Pruzzo bomber del Genoa negli anni 80!

Un candidato sindaco chiede se siamo residenti…e comunque ci indica alcuni itinerari per la via del ritorno, ma anche la brutta notizia della visita al Castello della Pietra a Vobbia, possibile solo tramite prenotazione online entro il giorno di venerdì !

Decidiamo comunque di andare in quella direzione.

Ed eccola! Incredibile come sempre, la visione di questa costruzione una delle tante meraviglie dell’entroterra ligure!

Al Castello della Pietra sono convenute molte persone come noi impossibilitate a visitare il castello per la mancata prenotazione!

Un’oculata gestione poteva approffittare di questa affluenza per fare un buon incasso.

Percorrendo il sentiero Ettore parla della sua intenzione di fare il Camino di Santiago de Compostela….sara’ il sentiero in salita o la fame?

Con Enrico dividiamo i panini e la focaccia seduti su di una panchina all’ombra degli alberi, si chiacchiera argomentando come spesso succede delle cose che non funzionano in Italia.

Rifocilliamo anche il nostro affabile e chiacchierone compagno di viaggio Enrico

Ci separiamo a Ronco Scrivia, lui prosegue verso Busalla e poi Genova.

Si sale verso Voltaggio altra pausa caffè.

 Seduti al tavolino facciamo la conoscenza di un funzionario del comune e si parla della Guerra di Liberazione particolarmente cruenta in questa zona dell’appennino ligure dove i nazifascisti dovevano garantirsi la via di fuga in caso del ventilato, ma poi non attuato, sbarco alleato nelle spiagge della riviera di ponente.

Nel parco delle Capanne di Marcarolo che sovrasta l’abitato di Voltaggio, ci fu la strage della Benedicta e diversi episodi di sangue legati alla Guerra di Liberazione.

Ci invita nell’atrio del palazzo comunale a visitare le targhe in memoria delle vittime delle guerre mondiali di Voltaggio è impressionante il lungo elenco di nomi scolpiti nelle lapidi un contributo altissimo per questo piccolo paese e sopratutto l’età dei giovani alcuni nemmeno ventenni, trucidati senza pietà, da un regime di morte, perché Partigiani o renitenti di leva.

Si continua a parlare di Resistenza e inevitabilmente del ritorno dell estrema destra, nel quadro politico italiano e del perché, non è stato fatto nulla, contro quella che è stata, la ricostruzione di un pseudo partito fascista in Italia, un grave atto, di mancato rispetto, verso chi ha combattuto e perso la propria vita, per poter oggi avere nel nostro paese, la democrazia, sancita da una Costituzione Antifascista.

Riprendiamo il viaggio, affrontando la strada che attraversa il parco delle Capanne di Marcarolo, si salgono diversi tornanti e si arriva in quota a dominare la valle, profondamente scavata dal torrente Gorzente.

Sono molte le auto e le persone qui presenti per un’escursione o un rinfrescante bagno, nei molteplici laghetti che formano le anse del corso d’acqua.

Dopo circa quindici km. arriviamo al Sacrario della Benedicta.

Qui tra il 6 e l’11 aprile del 1944 ci fu un’esecuzione sommaria di settantacinque giovani, renitenti di leva, che in questi boschi avevano trovato rifugio, per non essere arruolati nelle bande criminali della repubblica sociale.

Trucidiati, per dare l’esempio e incuotere terrore nella popolazione locale, fucilati dalla guardia nazionale repubblichina e da reparti tedeschi.

Sempre nel comune di Bosio, altri settantadue Partigiani erano caduti, negli scontri a fuoco o fucilati nei giorni precedenti.

Il monastero della Benedicta, in cui si erano rifugiati questi giovani, disarmati e meno esperti venne fatto esplodere.

Suggestive e molto toccanti, le fosse da dove furono estratti i corpi di questi martiri.

Nei rastrellamenti, in quei tragici giorni, molti altri giovani, renitenti di leva furono catturati e inviati a Genova, con la speranza di essere solo incarcerati, ma questo fu solo uno, dei tanti inganni del regime fascista, furono inviati nei campi di concentramento in Germania e la maggior parte di loro, non fece più ritorno.

Qui al cospetto di queste grandi lapidi, con i nomi incisi, di tanti ragazzi e uomini morti per la Libertà ci si sente piccoli e riconoscenti, verso chi perse la vita e dobbiamo a loro, la nostra promessa di non dimenticare mai il loro sacrificio.

Ricordiamoli sempre!

Arriviamo a Campoligure seguendo la “danza” che compiono due mastodontiche Goldwing affrontando le curve in discesa sorgono spontanei molti perché…..s’accattan de motu cuscì!

Poi Masone e il passo del Turchino, imbocchiamo la nuova galleria, all’uscita si prende la strada verso il “nostro ” Faiallo” come al solito, molte le moto in circolazione lungo i tornanti del passo, ma del nostro gruppo, con cui siamo partiti questa mattina, da piazza della Vittoria, nessuna traccia!

Molte le auto parcheggiate, presso l’area attrezzata, del Faiallo.

Giunti a S.Pietro d’Olba, svoltiamo verso sinistra, in direzione di Piampaludo e Pratorotondo, qui ci aspetta la solita birra e una chiacchierata con Ettore.

Si ritorna a casa, con negli occhi le immagini di una bella domenica di settembre, trascorsa sulle nostre amate moto, con sulle braccia 210 km e migliaia di curve!

Come al solito, molto pericolosa per le due ruote visto le buche e la presenza di pietrame, la strada del monte Beigua, da Piampaludo fino al bivio per le casermette, in discrete condizioni e con ampi tratti di nuovo asfalto, il fondo stradale, in provincia di Genova e in quella di Alessandria.

Lascia un commento