
L’idea era duplice.
La prima, era quella di costruire un grande albergo, immerso nell’aria salubre di una pineta, con la possibilità di far lunghe passeggiate, a piedi o a cavallo, una grande terrazza, dove si poteva far cena e godere del sole al tramonto, con tutte le sue sfumature di colori, una sala interna, dove una piccola orchestra poteva suonar melodiosi sottofondi, per allietare i clienti e rendere le serate gradevoli e conviviali.

La seconda idea, quella più importante, per attirarar clienti, era quella di edificare, poco distante sopra un terrazzamento immersa nel bosco, un’altra struttura, dove chi voleva, poteva appartarsi in dolce compagnia.
Una casa d’appuntamento in mezzo al bosco.
Albergo e casa, dovevano essere costruiti lontano dalla mondanità della riviera.
Distanti dagli sguardi indiscreti e dai flash dei paparazzi, i clienti dovevano essere persone importanti, famose, facoltose e non si doveva far sapere in giro che erano stati lì.
Liberi di far schiamazzi notturni, di ubriacarsi ed altro, senza disturbar la quiete cittadina.
Ma sopratutto senza che reputazioni e carriere, moralmente integerrime, fossero macchiate dall’onta di cattive frequentazioni.

Allora serviva trovar un posto in collina, meglio un luogo disabitato, vicino ad una strada, ma non senza sbocco, perché all’occorrenza si doveva aver almeno due possibili direzioni di arrivo e partenza.
Ci voleva un discreto, invisibile servizio di guardiania, un presidio che doveva sorvegliare il via vai dei clienti ed eventuali intrusioni, senza dare nell’occhio.
Quella duplice idea fu realizzata, nel primo dopoguerra, sulle alture di una località dell’entroterra.

Il grande albergo fu costruito e così anche la sua dependance.

Oggi sono entrambi due ruderi, ma ancora visibili, anche se fagocitati dalla lelua, e da ruvei, edera e rovi.
I clienti abituali erano giovani rampolli, per una serata goliardica, un addio al celibato, che finiva a donne.
Uomini d’affari, che concludevano gli ultimi dettagli di una compravendita, durante una cena, con buon vino, buon cibo e la possibilità di avere una dolce compagnia.
E poi anche altre cose, potevano essere combinate in quella dependance…bastava pagare.

Entrambi gli edifici oggi sono fortemente degradati e con strutture ammalorate.

Sconsiglio fortemente di entrare all’interno per il serio pericolo di caduta di calcinacci.

La casa d’appuntamento aveva le pareti decorate da figure femminili con colori pastello.
Molti di quegli affreschi, sono stati cancellati o vandalizzati, incuria e infiltrazioni, hanno completato l’opera di disfacimento di questa struttura
Fu chiusa definitivamente con la Legge Merlin, nel 1958

E poi trasformata in stalla dove erano alloggiati dei cavalli.
Ringrazio Marco Salvo, per avermi raccontato dell’iniziale destinazione d’uso di questi ruderi.
