
Alcuni Toponimi del nostro entroterra sono indecifrabili, perché si è perso il passaparola generazionale, altri sono chiari e inequivocabili.
Poi ci sono quelli che portano a facili conclusioni.
Il toponimo Ferraie lascia intendere un legame con la lavorazione del ferro.
La zona è quella della frana lungo la strada del Monte Beigua

Al disopra del sistema franoso, superato un crinale si arriva al cospetto di una formazione rocciosa.

Alla base di questa roccia si trovano i resti di un edificio in pietra molto datato, ma ancora ben delimitato.

L’assenza di pietre sparse è significativo di una razzia di questo materiale da costruzione.

Alcuni buchi sulla parete verticale della roccia erano gli ancoraggi della copertura, forse realizzata cun de Ciappe de Pria.

Gli incavi nella roccia potrebbero essere scoli per l’acqua.

Dalla disposizione delle pietre questo manufatto era composto da almeno tre i vani.

Il primo locale a destra non era comunicante con gli altri.
La zona circonstante è molto antropizzata, con pietre di confine.

Al disopra della parete rocciosa sono presenti due discreti pianori, evidentemente realizzati da mano umana.

Alcuni muretti delimitano questa zona.
Proseguendo verso monte e alla nostra destra, la zona diventa molto acclive, con una bozza di sentiero che sale a mezzacosta.

Sono presenti alcuni posatoi.
Innumerevoli le piante abbattute

Diversi muretti probabilmente eretti per la cura di un castagneto.
Ma nessuna lavorazione del ferro era praticata in questo posto.
Alcune domande a un decano del posto svelano il significato del toponimo Ferraie, che è riferito alle pietre presenti in questa zona.

Dure come il ferro.
Pronunciata ad alta voce Ferraie, diventa un’imprecazione verso la natura ostile in questo luogo impervio.
E così questo toponimo è arrivato ai posteri da chi era qua a spaccare pietre per spianare e rendere coltivabile questo angolo di mondo.

Due zone prative di discreta larghezza sono state realizzate, da questo ripido pendio.
Con un lavoro immane, probabilmente frutto di generazioni è stato completamente stravolto il profilo di questa parte di territorio che prosegue anche verso in basso nella località Pralungo
Oggi è impensabile per noi anche solo immaginare come potevano essere le condizioni di vita in questi luoghi.
Anche per questo è necessario salvaguardare queste testimonianze di antichi insediamenti così permeati dal lavoro di chi ci ha preceduto in questo mondo.

Alcuni cumuli di piccole pietre sono la risulta della bonifica continua di chi era a zappare e coltivare questi pianori.
In te Ferraie nascoste dalla vegetazione o completamente dirute a detti di alcune persone dovrebbero esserci altre costruzioni in pietra.
Le abitazioni erano edificate in modo da non sacrificare le zone coltivabili, in questo caso era addossata ad una roccia.

E’ possibile che questo manufatto sia stato un riutilizzo di un antichissimo riparo, forse il primo esempio di transizione, da riparo sottoroccia a un nuovo sistema abitativo con una copertura ancorata alla roccia.
La località Ferraie divenne nota alle cronache, dopo le incessanti piogge del 23 e il 24 novembre del 2019, nell’entroterra del comune di Varazze ci furono imponenti cedimenti stradali e crolli, le più colpite come sempre succede furono le frazioni.
Via Fossello, via Campomarzio, via san Giacomo, località Beffadosso, via Deserto, via Pratorotondo, località Faje, via Campolungo, via Belvedere , via monte Beigua, via Oltreacqua e via Costa.
Ad ogni nubifragio il nostro entroterra è in stato emergenziale, con le molte interruzioni stradali dovute a frane o smottamenti, perché?
Via Monte Beigua rimase per qualche mese interrotta in località Ferraie.
Sgombrata la terra di risulta della frana, fu ristabilita la viabilità verso il Monte Beigua.
Questo tratto di strada è attualmente monitorato, sono stati stanziati 75.000€ per la messa in sicurezza di questo movimento franoso.
