
“Ma nu ghe l’ei vergogna! E propiu ti? U po esse to figgiu!”
Così esordì il caporeparto che si materializzo’ all’improvviso nella sala assemblaggi.
Nessuna se n’era accorta?
E quel segnale convenuto, per avvisare dell’arrivo di qualcuno?
Aveva visto tutto?
Qualcosa non aveva funzionato.
Lei aveva fatto un balzo indietro e lasciato libero quel ragazzo.
Che aveva sottomesso, standogli a cavalcioni.
Rosso in volto il ragazzo
teneva gli occhi in basso.
” E ti te un ommu o un cavallu?”
” Fatte pago’ pe purto’ in giu de donne!”
Disse il Capo Reparto.
Il ragazzo farfuglio’ qualcosa e poi riprese la borsa degli attrezzi e sempre a testa bassa, fece finta di lavorare.
Lei riprese la situazione in pugno, si abbottono’ lentamente il camice e rivolta al capo le disse
” Mio figlio quello? Non sono mica così vecchia!”
Ci fu una risata liberatoria di tutto il reparto.
Il capo aveva visto tutto, ma si era presto adeguato alla situazione.
E poi non aveva nessun interesse a mettersi contro tutte quelle donne.
Erano capaci di metterlo seriamente in difficoltà.
E lo avevano già dimostrato in altre occasioni.
“Alua donne ve sei demue’? Aua andei a travaggio’!”
E quellu figgio’?
Era un giocattolo nelle loro mani, già dal primo giorno che arrivò in fabbrica, con la qualifica di meccanico.
E fece la sua apparizione in mezzo a tutte quelle donne.
Ma che importa è giusto che capisca come stare al mondo!
Cose accadute molti anni fa ad un ragazzo di 15 anni, che oggi sorride quando le racconta.
Ma non era così allora.
Andava a lavorare con la paura di subire ogni giorno delle angherie.
Chi ha provato queste sensazioni, conosce il malessere che si prova.
C’è chi ha studiato il comportamento della folla.
Dove si agisce a specchio, come un unico individuo.
Ma i comportamenti umani, possono diventare altri ancora, quando uomini o donne sono a lavorare in ambienti insalubri, nel rumore polvere, caldo, freddo?
Sfruttati e frustrati
Dove si formano le gerarchie del più forte, del più violento.
E le molestie sessuali solo verso le donne?
Un giocattolo già dal primo giorno.
Arrossiva ad ogni cosa, paonazze anche le orecchie.
Non sapeva dove guardare
Ma nessuna pietà.
Nessuno s’accorgeva di quanto era devastante pe quellu figgio’, esser lì quando le donne facevano a gara a fare le carezze più audaci.
E a fargli veder le gambe e altro.
” Femmu un po’ de rie?” “
” Ciamma u figgio!”
